I tifosi interisti nati all'inizio degli anni '90 probabilmente ricordano Nwankwo Kanu, che in nerazzurro calciaticamente parlando è stato una meteora ma dal punto di vista umano ha lasciato una tracccia indelebile. L'ex attaccante, che nel 1996 ad Atlanta guidò la nazionale nigeriana alla medaglia d'Oro olimpica, si trasferì in nerazzurroi nell'estate '97 durante la campagna acquisti che portò a Milano il Fenomeno Ronaldo. Ma un problema cardiaco lo bloccò e gli impedì di giocare sin dall'inizio, costringendolo a sottoporsi a un intervento chirurgico negli Stati Uniti, totalmente finanziato da Massimo Moratti. Socialfc.it lo ha intervistato per farsi raccontare pensieri e riflessioni sul presente e sul passato: "Vivo a Londra, ho fondato un club nigeriano nel mio paese che ha lo stesso nome con cui mi chiamano tutti qui: Papilo. Voglio portarlo in alto, in due anni vogliamo essere al top. Ma la vera Champions la inseguo con la mia Fondazione per curare i bimbi malati di cuore. E’ tutto nato da Massimo Moratti che per me resterà un santo. Quando mi diagnosticarono il problema cardiaco qualsiasi presidente avrebbe stracciato il contratto e tanti saluti, lui mi ha fatto operare a sue spese, salvato la vita e fatto continuare. Se sono la persona che sono, se ho fatto la carriera che ho fatto, lo devo a lui. Nel suo gesto di grande umanità ho trovato l’ispirazione per la Fondazione di oggi che cura i bimbi africani malati di cuore. Ne abbiamo già fatti operare oltre 500 e 60 sono in lista d’attesa. Prima venivano operati in Inghilterra ma era troppo costoso, poi lo abbiamo portati in Israele, oggi la nuova frontiera per noi è l’India dove ci sono ottime cliniche e costi più bassi. Purtroppo siamo ancora lontani dal poterli operare in Nigeria, da noi il medico per troppi anni ha diagnosticato solo malaria o tifo senza mai controllare il cuore (sorride, ndr)”. 

All'Inter Nwankwo Kanu conobbe giocatori importanti: "Ero legato soprattutto ad Aaron Winter ma di quei mesi ricordo l’incredibile carica del Cholo Simone, un matto positivo, aggressivo, competitivo. Mi sarebbe piaciuto fare di più in Italia ma si vede che il mio destino era la Premier. Devo dire grazie soprattutto ad Arsene Wenger che ha creduto in me quando era un rischio farlo”. La squadra più amata da Kanu però resta l'Ajax, dove esplose come calciatore in ambito internazionale. In tal senso, non manca una frecciata pesante alla Juventus: "Quegli anni all’Ajax non posso dimenticarli perché tutti parlavano di noi, eravamo la squadra rilevazione piena di giovani fortissimi. Li ricordate? Io, Davids, Kluivert, Litmanen, Overmars, Seedorfs, Van Der Sar, i gemelli De Boer… E tutti ventenni, giovanissimi. Abbiamo vinto la Coppa Campioni contro il Milan e ne avremmo vinto una seconda se non avessimo sfidato quella Juventus così pompata… Cosa intendo? Che noi eravamo i giovani, loro i vecchi, ma sembrava il contrario da quanto correvano. Sono merito della preparazione? Dubito, non ho mai vecchi che corrono il doppio dei giovani. Ma è il passato, pensiamo al futuro“.

Sezione: News / Data: Lun 20 giugno 2016 alle 14:32 / Fonte: Socialfc.it
Autore: Redazione FcInterNews.it
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