Andrés Guglielminpietro, o molto più semplicemente Guly, nerazzurro dal 2001 al 2003, è stato intervistato da TMW Radio, dove ha raccontato quanto accade in Argentina in merito all'emergenza Coronavirus. "Io sono a La Plata, vicino Buenos Aires. In città serpeggia il panico, soprattutto per le notizie che arrivano dall’Italia e dalla Spagna. Per ora i casi in Argentina sono pochi, meno di 100, ma le persone stanno iniziando a stare a casa in auto-isolamento: per le strade della città c’è poco movimento. Le scuole sono chiuse da lunedì, così come molti luoghi di aggregazione, e per i trasporti pubblici ci sono restrizioni. Il Governo argentino ha voluto prevenire. Le notizie che arrivano dall’estero non sono confortanti e la paura fa stare in casa gli argentini. Io sono in casa, con la mia famiglia, e ho detto ai miei genitori di fare altrettanto. La situazione si evolve minuto dopo minuto, ora dopo ora. A volte mi sento tranquillo, a volte meno: l’evoluzione è imprevedibile". 

Il sistema sanitario argentino può reggere l’”impatto” di questa situazione?
"Molti lo considerano il migliore del Sudamerica, a livello di numero di letti per persona a disposizione, ma ho la sensazione che il sistema non sia preparato, se dovesse esserci un’impennata di contagi. In Argentina, comunque, arrivano molte persone, anche da altri Stati del Sudamerica, perché la sanità pubblica è tra le migliori. I medici sono tanti e qualificati, anche grazie all’eredità lasciata dal professor Favaloro. Ma in caso di più infettati anche qua servirebbero apparecchiature e nuove dotazioni".

Si può dire lo stesso per il sistema economico? Non sarà stato sorprendente lo slittamento della Copa America al 2021…
"Ce l’aspettavamo. Questa situazione non tornerà alla normalità in breve tempo, finché non sarà identificato un farmaco o un vaccino. Prima o poi gli infettati arriveranno anche in Argentina. Il sistema economico argentino è molto fragile: all’estero la situazione è più sostenibile e i Governi possono, in qualche modo, intervenire e far ripartire l’economia, qua è uno scenario impossibile. Se l’Argentina dovesse fermarsi per uno o due mesi, sarebbe un disastro. Come popolo siamo abituati alle crisi economiche, ma questa sarebbe unica nel suo genere". 

E il calcio argentino?
"Sono stati i giocatori e i dirigenti a fare pressioni per interrompere il campionato. L’esperienza di ciò che è successo in Europa, dove si è andati avanti e molti sono risultati positivi al coronavirus, è stata fondamentale per convincere il movimento a fermarsi tempestivamente". 

L'immagine, di questo periodo, dell'Italia che ti è rimasta impressa.
"Sicuramente vedere gli italiani che si affacciano dai balconi per cantare e le testimonianze di chi sta lottando in questa battaglia. Sono immagini che mi stanno emozionando particolarmente".

Sezione: News / Data: Mer 18 marzo 2020 alle 23:28
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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