Mattia Grassani ribadisce che il caso sorto intorno a Wesley Sneijder non è catalogabile come mobbing da parte dell'Inter. Ai microfoni di calciomercato.com, l'avvocato, esperto di diritto sportivo, ha provato a dare dei chiarimenti su alcuni punti importanti di questa spinosa vicenda: "La scelta dei giocatori da convocare in occasione delle gare ufficiali spetta esclusivamente alla società è non è sindacabile dall’atleta, il quale si deve attenere alle decisioni del Club. Prima di parlare di mobbing, bisogna essere cauti, altrimenti si rischia di fare disinformazione e giustizia spicciola. Il mobbing è una cosa molto seria, deve consistere in discriminazioni, umiliazioni, disparità di trattamento e altro ancora che, allo stato, ad una prima disamina, non mi sembrano  compresenti nel caso di specieIl principio che porta avanti Sneijder, ovvero di mobbing, non mi pare fondato. Quello della FIFPro è più che altro un atto dovuto, a tutela degli interessi generali del sistema calcio. Il rapporto è interno alla FIGC, regolato da norme collettive e organi di risoluzione delle controversie nazionali, non ci sono caratteri di internazionalità, a parte la cittadinanza olandese del giocatore, quindi non vedo come Uefa e Fifa possano intervenire in una simile vicenda".

Grassani difende anche le scelte dell'Inter dei giorni scorsi sull'impiego dei social network, caso esploso dopo il tweet di Yolanthe Cabau che ha rivelato il divieto al giocatore di usare Twitter: "La società investe centinaia di milioni di euro per valorizzare il bene più prezioso iscritto a bilancio, costituito dal proprio parco giocatori. Prescrizioni, cautelative e prudenziali, ovviamente non a tempo indeterminato, quali quella di non utilizzare social network per diffondere informazioni o stati d’animo interni allo spogliatoio, legati all’esercizio dell’attività lavorativa, rientrano nel diritto della società di tutelare il patrimonio ed evitare speculazioni e strumentalizzazioni. Il calcio, che piaccia o meno, è diventato uno dei mestieri di impresa più difficili da esercitare oggi, con una pressione mediatica senza eguali, ragion per cui fedeltà, riservatezza e rispetto delle direttive aziendali costituiscono valori fondamentali".

Ma Sneijder potrebbe avvalersi a fine stagione dell'articolo 17? "Per rispondere a questa domanda occorrerebbe conoscere nel dettaglio la posizione contrattuale del giocatore: in linea generale, il giocatore che entro il ventottesimo anno di età stipula un contratto di durata superiore a tre stagioni, dopo la terza, quindi, per Sneijder a partire dal 1 luglio 2013, esce dal periodo protetto e, previo pagamento di un indennizzo, può liberarsi senza conseguenze disciplinari dal Club di appartenenza. Così come, ai sensi dell’art. 15 del Regolamento sullo status del giocatore della FIFA, se non dovesse giocare il 10% delle partite ufficiali della corrente stagione sportiva, potrebbe invocare la giusta causa di risoluzione del rapporto".

 

Sezione: News / Data: Gio 29 novembre 2012 alle 15:08
Autore: Christian Liotta
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