"Arginiamo la tentazione di spendere inchiostro per celebrare le virtù etiche della solita Juve che non muore mai. Questa non è la solita Juve. La solita Juve non c’è più. La vera Juve mai sarebbe finita in balia di un’Inter in 10 come nei primi 20 minuti della ripresa; la gloriosa BBC mai si sarebbe fatta segnare due gol da una squadra in inferiorità. L’autogol dell’affannato Barzagli ha la forza metaforica di un’era che si chiude. La vera Juve avrebbe gestito senza soffrire, con personalità e palleggio; avrebbe sgonfiato il pallone e se lo sarebbe portato a casa. Questa Juve è una squadra stanca di reduci, sfilacciata anche nelle relazioni, che, come il pescatore Santiago di Hemingway, cerca di trascinare a riva l’ultima preda, braccata dai pescecani di Sarri. E’ andata in vantaggio grazie a una buona idea di Allegri: stendere un filo tra Cuadrado e Mandzukic, cioè spedire cross sul secondo palo dalle parti di Cancelo che era a casa con la varicella quando spiegavano le diagonali. Su quel filo infatti è nata la prima palla gol e il vantaggio di Douglas Costa. Poi la Juve, prima di essere travolta dall’Inter in 10, si è tenuta in piedi con la stampella della Var: esagerata l’espulsione di Vecino, incomprensibile la mancata espulsione di Pjanic". Luigi Garlando commenta così sulla Gazzetta dello Sport il Derby d'Italia.

"Invece di pescare in panca Dybala, Spalletti ha pescato Santon che ancora una volta ha fatto la figura di Calimero - continua Garlando -. Facile buttare la croce sulle spalle del tecnico di Certaldo. Più a freddo si considererà che l’Inter, dopo un’ora in inferiorità e dopo lo sforzo tremendo, quasi eroico, di rovesciare la Juve dei 6 scudetti con uomo in più, era sulle gambe. Si stava afflosciando davanti ad Handanovic e Spalletti ha provato a soccorrerla con quello che passa il convento. Perisic zoppicava e guardava la panchina con occhi da naufrago, Rafinha era sfinito, Icardi quasi... Immettere un difensore a sostegno delle barricate è stata reazione logica, anche se poi è andata come è andata. Con l’allungo della Roma e l’ultima giornata in casa della Lazio, la faccenda Champions si complica. Ma piuttosto che impallinare il mister, al popolo interista conviene mettere a fuoco il presente e il futuro, perfino con orgoglio. Oggi, grazie a Spalletti, l’Inter è una squadra che sa costruire bel gioco dal basso, come prima non sapeva; ha il cuore per rimontare in 10 la Juve, mentre prima si avviliva alla prima bua; ha trovato un’identità solida e giovane, che potrà diventare definitivamente competitiva con pochi innesti di grande qualità. E poi tareranno meglio anche la Var".

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Sezione: News / Data: Dom 29 aprile 2018 alle 10:40 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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