Analisi approfondita quella che fa Nicola Cecere dalle colonne della Gazzetta. Il giornalista propone un punto di vsita originale per guardare all'operazione Guarin-Palombo per Motta. Lasciando stare la vicenda Muntari, da tempo ai margini.

"Thiago Motta ha voluto Parigi così come Eto’o aveva voluto fortemente l’avventura in Daghestan. Entrambi avevano svariati milioni di motivi per lasciare l’Inter e quando un giocatore punta i piedi, di solito la spunta. A meno che non sia un Apache che vive a Manchester, naturalmente. L’Inter si è cautelata prendendo Guarin e Palombo, due centrocampisti perché nel frattempo Muntari, finito ai margini dalle vicende nerazzurre, ha deciso di anticipare la sua migrazione sull’altra sponda del Naviglio. E Moratti, che dall’affare Pirlo in poi guarda sempre con perplessità a questi affari con i cugini lo ha accompagnato con un sospiro: vi immaginate il putiferio se Sulley nel ritorno dovesse essere l’uomo del derby? L’Inter ci ha rimesso o guadagnato da questo via-vai in mezzo al campo? Bisogna distinguere il campionato dalla Champions. Claudio Ranieri si è opposto fino all’ultimo alla partenza di Motta (in mattinata lo aveva convocato per la gara col Palermo) perché era il regista capace di verticalizzare la manovra con tocchi di prima e uno spiccato senso della profondità. Questo se in piena forma, beninteso. In giornate-no abbiamo visto un Thiago svagato, lento, impreciso e pure pasticcione (Napoli) o inutilmente falloso (ricordate l’espulsione di Barcellona?). In Champions la sua assenza si avvertirà, inevitabilmente, perché non esiste un suo sosia. E allora toccherà a Palombo rimpiazzarlo, un elemento meno tecnico, egualmente esperto ma non a livello internazionale e forse più prezioso sul piano tattico: si piazza davanti alla linea arretrata per formare con Cambiasso e Zanetti un terzetto di mediani in grado di evitare a Sneijder rientri affannati garantendogli così una maggiore lucidità nella zona decisiva del campo. Il ritorno sulla scena del miglior Sneijder dopo il recupero ormai avvenuto di Milito è quanto si attende il tecnico per riproporre la rimontona. In campionato il discorso si arricchisce dell’innesto Guarin, il 'giovane Stankovic' com’è stato immediatamente battezzato. Può diventare per Ranieri quello che Boateng è per Allegri: il centrocampista che irrompe all’improvviso ad alterare gli equilibri. Se ci fate caso, questa Inter generata dagli ultimi colpi di mercato può somigliare moltissimo al Milan di Allegri, che si basa su un centrocampo fisicamente forte per non rinunciare mai al trequartista. La formula funzionerà anche alla Pinetina? In attesa del responso del campo non ci pare un’Inter indebolita, anzi. E se a giugno arriveranno un difensore e un attaccante di alto profilo, l’indispensabile opera di rinnovamento sarà già a buon punto. Con Castaignos, magari, Alvarez, Obi, il ritorno di Coutinho, l’avvento di Crisetig...".
 

Sezione: News / Data: Mer 01 febbraio 2012 alle 15:54
Autore: Alessandro Cavasinni
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