Roberto Burioni, virologo e divulgatore scientifico, ai microfoni di Radio Bianconera parla in questo modo riguardo l'emergenza Coronavirus: "Come è messa l'Italia? Purtroppo siamo in presenza di un'epidemia causata da un virus molto contagioso e non particolarmente innocuo. In una parte non trascurabile dei casi può essere grave, provoca dei morti e manda i malati in terapia intensiva per un periodo molto lungo e questo potrebbe saturare i nostri reparti. Nessun Paese occidentale potrebbe reggere l’impatto di un'epidemia del genere se non venisse limitata. In questo momento dobbiamo fare di tutto per impedire la trasmissione con i rapporti personali e la vicinanza". 

Sulle porte chiuse: "Negli stadi - ha precisato il professore - siamo tutti a distanze inferiori di un metro, purtroppo in questo momento è qualcosa che non ci possiamo permettere. È un sacrificio vedere le partite in questo clima surreale, però è un sacrificio che dobbiamo fare". 

Sulle regole da seguire in campo per i calciatori e gli addetti ai lavori: "Dobbiamo essere ragionevoli, ci sono 100 persone sparse in uno stadio immenso. Io ho avuto l’occasione di visitare uno stadio prima di una partita e ho potuto riscontrare che gli addetti ai lavori alla fine sono lontani. Quelli che sono vicini sono i calciatori. Un conto è mettere 100 persone uno stadio, un conto è metterne 50mila. Per questo ritengo che la decisione di giocare a porte chiuse sia ragionevole e che non ci privi di questa passione".

Sulla prevenzione: "Nessuno al momento può dire quando verrà debellato il virus. Dobbiamo capire che i malati che contiamo oggi dipendono dalle infezioni che ci sono state più o meno dieci giorni fa. Noi ora speriamo che queste misure e questi sacrifici abbiano i loro effetti, anche perché sono sacrifici anche economici. Quando cominceremo a vedere l’epidemia che si stabilizza e i casi che diminuiscono allora potremmo cominciare ad abbracciarci di nuovo. Difficile fare previsioni, ma non mi stupirei se un provvedimento simile al nostro venisse preso anche dalle Nazioni più importanti come Spagna, Francia, Germania, Inghilterra. Questi virus tendono a diventare più buoni e meno aggressivi, noi dobbiamo guadagnare meglio per accogliere i pazienti in ospedale e permettere al virus di diventare più buono, magari come un virus del raffreddore, che è un percorso fatto anche da altri virus. Speriamo di togliercelo presto tra i piedi così che si possa ricominciare a parlare di calcio".

Sezione: News / Data: Ven 06 marzo 2020 alle 11:24
Autore: Andrea Pontone / Twitter: @_AndreaPontone
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