Rinunciare a un test con l'Inter perché in agenda si ha già un impegno importante in quel di Bruxelles: è la storia che racconta Cesar Beltran, ragazzo nato in Colombia ma cresciuto in Italia dove i genitori arrivarono chiedendo asilo politico, studente di Scienze Politiche nella capitale belga. Come da lui stesso raccontato alla tv francofona di stato, ad un certo punto nella vita di questo ragazzo è arrivata una classica sliding door: "Quando ho compiuto 18 anni, l'Inter mi ha chiamato per svolgere un provino con loro. In Italia sono i club che vanno verso i giocatori e non il contrario. E' stata una cosa eccezionale ed estremamente rara. E oltretutto tifo Inter sin da piccolo. Per due settimane mi sono allenato con la Under 19, ed è andato tutto bene al punto che mi è stata l'offerta l'opportunità di entrare nel vivaio".

E allora, perché il rifiuto? "Perché la proposta mi è arrivata a febbraio 2014, e in quel momento avevo già deciso di andare a Bruxelles a studiare, avevo già intrapreso le pratiche. La mia richiesta d'ammissione era pronta per essere accettata, mancava solo la conferma del domicilio. Sì, avrei potuto scegliere un'università italiana, ma il livello di istruzione e di formazione che ho trovato in Belgio non lo avrei mai trovato in Italia. E in Belgio ci sono molte più opzioni formative rispetto all'Italia. A Bruxelles ho imparato a essere autonomo, ho appres il francese e lavoro con le istituzioni, una cosa impareggiabile. Come ha reagito l'Inter? Hanno capito la mia scelta, del resto hanno l'abitudine ad avere a che fare coi giovani... Alla fine ho scelto gli studi perché all'Inter non avevo alcuna garanzia di successo, anche se mio fratello mi ha preso per pazzo; anche lui ha giocato nelle giovanili dell'Inter ma ha dovuto smettere per un infortunio. Ci è rimasto un po' male ma alla fine ha capito", 

Che ricordi ha Beltran (che in Italia, insieme al fratello, ha creato un'associazione umanitaria chiamata Ruana, ndr) dell'esperienza nerazzurra? "Il primo allenamento è stato quasi commovente, ti tocca confermare le aspettative che ripongono su di te e tutto è predisposto per te. E' un bell'ambiente, molto professionale. Se ho mai incrociato Fredy Guarin? No, ma ho dei ricordi eccezionali di Ivan Ramiro Cordoba. Lo abbiamo incontrato dopo uno o due anni dal nostro arrivo in Italia ed è una grandissima persona. Ci ha presentato tutti i giocatori della squadra". 

 

 

Sezione: News / Data: Gio 19 novembre 2015 alle 14:24 / Fonte: RTBF
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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