Da Davide Ballardini arriva un implicito, ma non troppo, benestare alla partenza di Aleksandar Kolarov, inseguito dall'Inter. Nel corso della conferenza stampa della vigilia dell'incontro col Livorno, il tecnico della Lazio, interpellato sulla possibile cessione del serbo, ha risposto così: "Premesso che Kolarov è un grandissimo giocatore e merita di stare in qualsiasi altra squadra al mondo, non ci sono calciatori insostituibili". Ma a domanda sull'effettiva presenza nella lista partenti del terzino serbo, l'allenatore non si sbilancia: "Questo non bisogna chiederlo a me, ma alla società. Io fornisco un mio parere ma non sono io a decidere".

Nel corso del colloquio coi giornalisti, Ballardini dedica molto spazio al suo ex giocatore Goran Pandev, non facendo nulla per nascondere il suo livore nei confronti del macedone: "Non ho letto le dichiarazioni di Pandev, ma si deve essere chiari. Il ragazzo non aveva più voglia di rimanere alla Lazio e prima lui si liberava della Lazio e prima iniziava a guadagnare cifre più importanti da un’altra parte. Poi, non credo sia giusto dire che per 4 mesi è stato messo in una gabbia senza assistenza medica. Cerchiamo di essere chiari ed onesti. La verità è che il ragazzo si è allenato con la squadra tranne in prossimità delle partite. Poi il ragazzo aveva espresso il desiderio di andar via. I calciatori oggi hanno troppo potere. Da uomo di calcio dico che vengo da un periodo in cui il giocatore era di proprietà delle società, che dettavano le regole. Ora mi sembra che gli atleti abbiano molto potere e le società siano quasi in balia, a parte le grandi società. Bisogna essere forti e non farsi schiacciare da questa logica, bisogna far valere i propri principi e battersi per le proprie idee, senza calpestare i diritti. La realtà è che la sentenza Pandev era già chiara sin dall'inizio in merito a quale sarebbe stato l'esito. Ci sta anche uno voglia andar via o voglia andare a guadagnare da altra parte, ma non ci sta che dica che sia stato messo in una gabbia senza assistenza medica. Il giocatore è stato sempre rispettato, ma soprattutto si devono rispettare i ruoli e le persone più anziane. Io in aula ho solo detto che il giocatore si allenava con la squadra per tutta la settimana fino alla vigilia della partita. Probabilmente chi dice cose non sempre vere è perché ha degli interessi particolari, mancando di etica e professionalità"
 

Sezione: News / Data: Mar 05 gennaio 2010 alle 16:51
Autore: Christian Liotta
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