Essere l’Inter è un lavoro impegnativo. Dopo anni e anni di delusioni, neanche nel momento della vittoria e del tripudio si riesce a godere limpidamente senza una nota stonata. È accaduto a Madrid, il 22 maggio scorso, quando la squadra nerazzurra ha conquistato dopo 45 anni di attesa la Coppa dei Campioni, toccando l’apice della sua storia moderna. Pochi minuti dopo il fischio finale di Webb, che sanciva il successo sul Bayern Monaco, prima Mourinho, poi Milito, due simboli della Tripletta, hanno lasciato cadere un velo di grigio nel bel mezzo della festa. Il primo, annunciando il suo addio all’Inter e il suo trasferimento al Real Madrid; il secondo, mettendo in dubbio la sua permanenza a Milano. Fulmini a ciel sereno, uno solo dei quali diventato tempesta, che però hanno ‘macchiato’ una gioia che sembrava inattaccabile. Corsi e ricorsi, evidentemente questa è un’abitudine, visto che anche dopo il Mondiale per Club, fresco di conquista, l’allenatore dell’Inter, nella fattispecie Rafa Benitez, si lascia andare a uno sfogo nei confronti del club che sa di minaccia di addio. Sia a Madrid, sia ad Abu Dhabi, Moratti, presente sul posto, ha definito fuori tempo certe dichiarazioni, rinviando ad altri momenti un’eventuale decisione. Non è possibile mettere a confronto le due situazioni, perché nella prima è stato Mourinho a decidere di andarsene e il presidente si è dovuto rassegnare. Nella seconda invece Benitez, non certo il più popolare tra i personaggi che lavorano ad Appiano Gentile, ha scelto la via della provocazione pubblica, stressato dalle continue accuse di incapacità professionale piovutegli negli ultimi mesi.
DECISIONE GIA’ PRESA? - A due giorni di distanza sembra che il presidente abbia già deciso cosa fare: dare il benservito allo spagnolo, un po’ come ai vecchi tempi. Pur avendolo difeso, anche se moderatamente, il numero uno di Corso Vittorio Emanuele non ha gradito affatto questo ultimatum imposto alla società e potrebbe convertirlo nella classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo nonostante la spedizione vincente negli Emirati Arabi. La posizione di Benitez, oggi, è a dir poco traballante, ma lo spagnolo si è esposto coscientemente: è stanco di sentirsi criticare per colpe che lui ritiene andrebbero condivise, vorrebbe che il club lo assecondasse sia dal punto di vista della gestione sia del mercato. Il suo sfogo, per quanto accompagnato da tempismo discutibile, è ragionato: dentro o fuori, non ci sta a proseguire questa esperienza alle stesse condizioni patite finora.
POCA VOGLIA DI MERCATO - Moratti ha sempre rimandato ogni decisione di mercato, senza tuttavia mai smentirla. Sa bene che l’Inter dovrà intervenire per rafforzare la rosa, soprattutto in difesa dove non è più disponibile Samuel. Ma a Benitez non basta, lui vorrebbe un innesto in ogni reparto, richiesta che rischia seriamente di cadere nel vuoto. Il presidente infatti continua a ritenere questa rosa all’altezza e, risolti i problemi legati agli infortuni, non vede in quale altro modo possa essere migliorata senza investire capitali fuori mercato. Anche da questo punto di vista, non esiste comunione d’intenti tra club e tecnico. L’unico sforzo, probabilmente, verrà effettuato su Ranocchia, per il resto vigono molti punti interrogativi. Non si esclude che, una volta licenziato lo spagnolo, Moratti affidi la guida della squadra a un allenatore già soddisfatto del materiale umano che gli verrà messo a disposizione, senza ulteriori pretese. In altre parole, Benitez pagherebbe l’affronto di aver criticato la strategia finanziaria dell’Inter, intrapresa dal leader Massimo in persona.
IL GRUPPO PRENDE LE DISTANZE - Le dichiarazioni di Materazzi e Stankovic dopo la vittoria sul Mazembe e quelle di Zanetti il giorno dopo lasciano trasparire un rapporto non certo idilliaco tra i campioni nerazzurri e il loro allenatore. Pubblicamente, in questi mesi, tutti lo hanno difeso, ma adesso che la coppa Intercontinentale è in bacheca c’è aria di smobilitazione nei suoi confronti. Il concetto che predomina da parte loro in questo momento è: deciderà la società, che conta più di tutto. In pratica, un licenziamento dello spagnolo sarebbe accolto come ragion di stato e quindi accettato senza drammi. In altre parole, i calciatori più in vista nello spogliatoio nerazzurro stanno prendendo le distanze dal loro tecnico dopo averne tessuto le lodi per mesi, pur non essendone convinti. Anche la questione palestra li ha infastiditi, perché in molti si sono sentiti accusare di aver lavorato meno bene di quanto avrebbero potuto. Infine, la questione mercato: sentire il loro allenatore chiedere rinforzi li ha delusi, perché ritengono questo atteggiamento una mancanza di rispetto nelle loro qualità, nella forza di un gruppo che ha vinto tutto la scorsa stagione. Dunque, se qualcuno del club chiedesse ad alcuni giocatori cosa pensano di Benitez, non necessariamente otterrebbe una risposta positiva.
L’UMORE DEL PRESIDENTE - Casa Inter in questo momento è una specie di pentola a pressione, per fortuna con le feste natalizie e il rompete le righe i calciatori potranno rilassarsi. Ma in società si continuerà a valutare ogni soluzione al problema. Difficile in questo momento che le richieste dell’allenatore vengano accolte e l’Inter si lanci con veemenza sul mercato. Improbabile che li stesso accetti lo status quo fino al termine della stagione. Quindi, o si trova un punto di incontro tra le parti, o il destino di Benitez è segnato. Con l’allontanamento dell’ex Liverpool, poi, la dirigenza si vedrebbe costretta a trovare una soluzione all’altezza in tempi brevi. Ma il successore deve essere un personaggio giudicato capace di gestire un gruppo di campioni e, soprattutto, deve avere il placet dello stesso. Inutile tornare a citare le possibili alternative a Benitez, perché prima di tutto bisognerà capire come andrà a finire il suo rapporto con l’Inter. In questo momento, però, la sua posizione è a dir poco in bilico e durante i prossimi meeting verrà presa una decisione definitiva. Molto dipenderà dall’umore con cui Moratti si presenterà ai vertici societari: se il presidente avrà smaltito il fastidio per le dichiarazioni post-Mondiale per Club dell’allenatore, forse qualche chance di rivederlo sulla panchina nerazzurra a gennaio ci sarà.
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