C’è chi è principe di nome, ma non di fatto. E c’è chi da principe è stato incoronato re, in una notte magica per il suo intero popolo. Quel momento risale al 22 maggio 2010, il luogo dell’incoronazione fu Madrid, la corona era la Coppa dei Campioni. Diego Milito ha regalato ai tifosi interisti un sogno lungo ben 45 anni. 45 anni di attesa, interrotti da due sue perle che hanno piegato il Bayern Monaco. Quelle perle furono le ultime in Europa. Quest’anno Diego ha giocato poche gare, a causa dei guai fisici che lo hanno colpito e non gli hanno dato pace. Ora è pronto. Il momento è quello propizio. In ballo c’è una semifinale di Champions League, la sua competizione, vista l’assenza di Pazzini, indisponibile nelle gare europee, quella in cui è padrone dell’attacco nerazzurro.

Diego giocherà stasera in coppia con Samuel Eto’o. La vicinanza col camerunese potrebbe essere fondamentale a sbloccarlo affinché diventi l’uomo in più, il valore aggiunto di questa squadra nel rush finale. In questo periodo, lo scorso anno, Milito decise la gara dei Quarti di Finale, contro un’altra cenerentola, il CSKA Mosca, creando i presupposti per il ritorno in semifinale dell’Inter, a sette anni di distanza dall’ultima col Milan. E’ pronto nuovamente a mettersi a disposizione della squadra e segnare, come ha sempre fatto per poter battere lo Schalke, una squadra da non sottovalutare. Fa specie leggere i suoi numeri (solo 6 gol in stagione), dopo i 30 dello scorso anno, che lo consacrarono come uno dei grandi bomber della storia nerazzurra.

Serviranno i suoi gol, da questa sera in poi, per cercare di rivivere quelle bellissime sensazioni che tutto il popolo interista ha provato lo scorso anno. Uno striscione recitava ‘Con un principe così, facile credere nelle favole’. Un anno da favola, reso tale dai suoi gol. Perché c’è chi è principe solo di nome e non potrà mai diventare re, mentre colui che è salito al trono, e ha incontrato le sue difficoltà, è pronto a tornare più forte di prima, come un vero re.
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 05 aprile 2011 alle 09:50
Autore: Alberto Casavecchia
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