Il 25 agosto scorso scorso, quando dall'urna di Istanbul uscì il nome dell'Inter e venne abbinato al Gruppo C che già ospitava Bayern Monaco e Barcellona, una nutrita fetta di tifosi interisti aveva la stessa espressione di Javier Zanetti, presente al sorteggio in rappresentanza del club nerazzurro. Vero che la squadra partiva dalla terza fascia, ma in tutta onestà in quel momento si poteva sperare in qualcosa di meno impegnativo, sensazione che neanche l'estrazione del Viktoria Plzen aveva calmierato. La B&B era stata indicata subito come favorita per la qualificazione agli ottavi, mentre per l'Inter era stata pronosticata una poco onorevole retrocessione in Europa League. Dopo tutto, il Bayern è sempre un colosso mentre il Barcellona aveva speso decine e decine di milioni la scorsa estate per rinforzare la rosa, a partire da Robert Lewandowski e con l'obbligo finanziario di raggiungere almeno gli ottavi, meglio i quarti di finale.

"Sarà dura ma ci proveremo", questo il sunto dei pensieri in casa Inter dopo il sorteggio che metteva a forte rischio il raggiungimento dell'obiettivo in Europa, superare i gironi come la stagione precedente per dare osssigeno alle casse del club. La sconfitta senza colpo ferire contro il Bayern Monaco al Meazza sembrava indirizzare subito il girone (parallelamente, il 5-1 del Barça ai boemi), poi il 2-0 a Plzen e quello dei tedeschi all'Allianz Arena contro i blaugrana ha rimesso tutto nelle mani del doppio confronto tra nerazzurri e catalani. Giustamente, le uniche speranze della squadra di Simone Inzaghi passavano dal confronto diretto contro gli uomini di Xavi. Il gol di Hakan Calhanoglu a San Siro e la difesa strenua del vantaggio minimo hanno permesso all'Inter, reduce dalla quarta sconfitta in 8 giornate di campionato, di andare al Camp Nou con due risultati su tre a disposizione. Ed è proprio nel fortino blaugrana che arriva la svolta: i nerazzurri, dopo un secondo tempo strepitoso, mettono a nudo i limiti tattici e caratteriali del Barcellona e sfiorano addirittura la vittoria. Il 3-3 finale ha comunque l'amaro sapore, per i padroni di casa, di un'eliminazione anticipata dalla Champions League, da certificare nel turno successivo.

Ieri sera in un Meazza stracolmo l'Inter ha riposto nel cassetto la sua tendenza allo psicodramma e ha divorato letteralmente il Viktoria Plzen, zittendo rapidamente le residue velleità catalane (a loro volta travolti in casa dal Bayern Monaco poco dopo). Un'autentica impresa sportiva è ufficialmente messa agli atti, anche perché l'Inter supera il girone da sfavorita e senza contare su due perni come Marcelo Brozovic e Romelu Lukaku. Vero è che anche il Barça ha avuto l'infermeria piena, ma la profondità della rosa blaugrana non è paragonabile a quella nerazzurra. E aggrapparsi a un episodio arbitrale fino allo sfinimento altro non ha fatto che mettere in cattiva luce l'ambiente blaugrana, da Joan Laporta a Xavi. Stressato all'inverosimile il concetto che l'Inter abbia passato il turno grazie agli arbitraggi, oscurando la grande prestazione nerazzurra sia a Milano sia in Catalogna. Blaugrana sconfitti sotto tutti i punti di vista da un'Inter che oggi continua a raccogliere solo elogi da ogni angolo d'Europa e oltre.

Dall'espressione di Zanetti a quelle gioiose di Steven Zhang, Simone Inzaghi e dei giocatori nerazzurri dopo il 4-0 al Plzen, tutto nel giro di 62 giorni. Un grande risultato per una squadra che oggi meriterebbe maggiore considerazione anche in campo europeo. E adesso, testa al 7 novembre quando a Nyon verranno sorteggiati gli ottavi di finale. Se l'urna non fosse crudele come la scorsa stagione, chissà che l'Inter non possa continuare a togliersi soddisfazioni.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 27 ottobre 2022 alle 20:28
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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