Il giusto mezzo. Avete presente quella virtù che indica il punto di equilibrio tra due poli opposti? Un lungo esercizio di volontà, desiderio e talento puro. Prima d'ogni cosa, però, c'è l'autocontrollo razionale, impregnato di passioni monitorate con una complessa valutazione dal faro del centrocampo nerazzurro. Eh sì, proprio lui. Più volte definito su queste pagine il Prometeo dell'Inter, Marcelo Brozovic. Definirlo equilibratore sarebbe una riduzione semantica e ontologica estremamente pericolosa per i più profondi analisti dell'universo pallonaro. Quell'orbita che intercetta le antenne degli impulsi, in fase costruttiva e di ripiegamento.

IL PENSIERO ACCADEMICO. L'uomo ovunque. Che confeziona il prodotto intermedio e il progetto finale nel medesimo istante in cui tocca la sfera. Sai già che lo troverai lì, come se fosse attratto dalle sue stesse onde brillanti. Che emana con precisione ed efficacia quando trasmette traiettorie tutte da esplorare. Con levatura intellettuale sopraffina e una forza d'animo davvero incontrastabile. La sua meditazione è una luce folgorante, quell'istante che si trasforma nella soluzione più propizia da adottare. Tagli in diagonale, davanti al laterale di fascia; dunque movimenti ad andare incontro ai compagni per agevolare l’impostazione o ripulire i varchi ingolfati. Una forma inesauribile di cinetica avanzata... telecomandata. Forma e materia. Accomodatevi a lezione: spiega Epic Brozo

LA MIMESI DI ILIC. Con impetuosità e spavalderia, c'è chi, sul fronte scaligero, tenta un'attività intellettuale, che Platone definì "Mimesi". La riproduzione, scansionata, delle geometrie di Brozovic. Con movimenti posizionali ad elastico, Ilic imita la realtà, o meglio, una forma ideale della realtà. La vera realtà dell'oggetto costruito risiede tra i piedi di Epic. Sulla sponda 'tudoriana' si colgono solo artifici fittizi. Anche se, talvolta, la copia del reale non va ridotta a pura rappresentazione naturale. Scende tra i centrali, si scambia con Tameze, sale in pressione preventiva, si sfila dal centro nevralgico per aprire spazi di rilievo. Siamo certi che il centrocampista serbo classe 2001 abbia svuotato il punto nevralgico dei suoi pensieri per concentrarli sulle giocate dell'esperto collega. Da cui ha tanto da imparare. E sarà felice di farlo. 

SUB-STANZIA ELETTRICA. La coscienza ripercorre le tappe dello spirito. Che parte dalla coscienza sensibile. Quella che all'apparenza sembra la più solida, ma si scopre essere la più povera di struttura. In quel permanere definito della realtà, riconducibile ad un ordine oggettivo che scandisce il ritmo dell'azione cosmica. Scatta, accelera, "strappa", accende il turbo: vive nel presente facendosi spazio tra la linearità spezzata dalle sue "folate" e l'imminenza di un nuovo inizio. Signore e signori, Ivan Perisic. L'eterno ritorno dell'avvento, su quel settore che ha finito per conoscere a menadito. Come le sue inclinazioni soggettive, in grado di procedere oltre l'immediatezza del sentimento. Perché il suo agonismo è sostanza incontenibile. Nel senso etimologico di 'sub-stanzia': quel che sta sotto, primariamente costitutivo del suo essere. Ciò che lo distingue da ogni contingenza. dall'accessorio. Perisic ha la causa di sé in sé stesso. E quando se ne rende conto, chi lo fronteggia deve innanzitutto farsi il segno della croce. E poi rincorrerlo, guardandogli il numero. Proprio così. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 10 aprile 2022 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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