Il dubbio melodico e il genio maligno delle traiettorie. Nel momento in cui l’uomo pensa di dubitare di se stesso e di non possedere certezza alcuna, ecco l’intuizione immediata, l’esito del cogito. Che per Marcelo Brozovic è la certezza dell’esistere come soggetto pensante in quel mondo naturale concepito come un enorme meccanismo in cui tutto è spiegato dal suo intervento.

L’IO PENSO. Il corpo del metodista nerazzurro è proiettato seguendo due lati: la sostanza pensante, che è l’io consapevole e spirituale, sempre pronto a fornirgli impulsi per la corretta decisione interpretativa da adottare, e quella estesa, che determina la sua spazialità in quel rettangolo verde incantato da pensieri, opere e emozioni siglate da Epic. In quel continuo fluire che scorre soggetto al divenire, quant’è bello vederlo brillare di luce propria.

QUEL BLANDO ONDEGGIAR. Chi ha detto che mondo ideale e reale sono scissi? Comunicano tra loro, attraverso il verbo empirico della materia grigia. Su cui i nerazzurri costruiscono candide sicurezze contro il blando ondeggiar confusionario della banda di Mourinho, in balìa del suo Regno imperfetto e alterabile da accelerazioni e tempismi centrati alla perfezione dalle astute pedine 'inzaghiane'. Centralmente come sugli esterni. L’arte della lotta raffinata è un piacere suscitato da emozioni forti. Scaturite dall’intensità realizzativa di un’Inter che sa quel che vuole e se lo sta andando a prendere con forza vigorosa e dinamismo calcolato.

IL TEMPO OPPORTUNO. L'attesa è un predicato che folgora azione e reazione. Così Kairos è il tempo opportuno, l’occasione che dobbiamo essere capaci di cogliere, esercitando con assidua attenzione la nostra sensibilità. È vivere nel presente con consapevolezza, farci spazio nella cornice che andiamo cercando negli orizzonti dell'universo. Ma è pure linearità spezzata, separazione tra tempo occupato e imminenza. Quell'istante che i nerazzurri hanno afferrato per togliere dal tavolo del dubbio ogni permanere inopportuno. Contrastare l'Inter oggi significa condannarsi ad una forma di supplizio. Per finire nel vortice d'una finitezza astratta che supera il limite vincolato dalla natura. E sono dolori, se quell'attimo lo perdi, facendolo evaporare.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 24 aprile 2022 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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