L'esperienza conoscitiva coincide con le situazioni. Il postulato dell'azione è la volontà razionalmente determinata, quel fenomeno (dal greco 'apparire') che coincide con l'imperativo categorico pronto a spronare le pedine all'esecuzione. Giochi di luce e deejay set: la tavola rotonda bianconera ha pensato di attivare i pulsanti della ricarica agonistica all'Allianz Stadium, nel tentativo di mettersi in fretta alle spalle quella curva appena pennellata in malo modo, ripensando al disastro in Champions League. Due nature opposte, la strada rimane incompleta per l'eternità. Juve e Inter si guardano, nella genesi delle rispettive identità. Quella struttura virtuosa che è motivo d'esperienza, meritevole di confronto. Le prime schermaglie sono una traccia indefinita, il canovaccio è intriso nella difficoltà ad incunearsi nei rispettivi meandri difensivi. Lo squillo di Lautaro è un monito alla moralità dell'istinto, la carambola sulla testa di Dzeko è il presupposto di una ragione d'essere: quella del puntero.

LE IDEE DELLA RAGIONE. L'anima unifica tutti i fenomeni soggettivi. Li conduce nei sintomi della psicologia razionale dell'anima. I nerazzurri puntano la ricerca offensiva. Nessun manuale accademico: quando il pallone circola rapidamente sui lati, la pretesa di riuscire a comunicare con Lautaro e Dzeko è l'oggetto del pensiero. La realtà esterna è una funzione logica delle categorie 'Barella' e 'Dumfries'. Così l'innalzamento della pressione è l'applicazione del pungolo: quello stimolo barelliano elettricamente carico per la spedizione incredibilmente imprecisa di Dumfries a porta pressoché sguarnita. Un'operazione fallimentare. Un dominio univoco e unidirezionale, nella prima frazione di gioco. La concretezza è un'aspirazione volatile, l'Inter non l'afferra. Per la Juve il tiro in porta sembra un miraggio inesplorabile.

GLI INDIRIZZI MALIGNI. La traiettoria al veleno di Calhanoglu, dritta per dritta, insidia la porta bianconera. Una scintilla che risuona nella testa di Kostic. Contropiede azionato divorando il settore sinistro dopo la resistenza efficace alla fisicità di Barella. Perfetto orizzonte per il destro (!) angolato di Rabiot. Uno schema operante in silenzio, Onana trafitto al primo tiro verso la sua porta. Eccolo qui, l'indirizzo maligno delle attese, l'ingiustizia dell'effetto incentrato su una causa del tutto nuova. La ragione pratica allegriana è un principio che si limita a vivere sulla sofferenza del comando attendista. Kostic muta la sua natura tecnica, servendo la pennellata per il bis aereo di Danilo. Il VAR vanifica l'episodio: una dinamica dell'agire corrente in questo calcio fluido. L'inerzia dei cambi: Correa innesca Lautaro, che non trova la connessione con la rete. Carambole, dove trovarle. Nel sinistro incrociato Kostic fa tremare il palo, manifesto di un mondo sintetico, dopo un'impresa vivente di un Onana provvidenziale e salvifico. Bremer ha l'ispirazione della chiusura memorabile. Ping, pong: l'anticipo del brasiliano innesca il contropiede della carambola Fagioli-Gosens: tiro deviato, il raddoppio è realtà. Inerzia mutata, conoscenza universale. Necessità impellente, il sorpasso è l'esercizio del nuovo sentiero. L'amarezza travalica i cuori nerazzurri.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 07 novembre 2022 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
vedi letture
Print