In un'Inter che si riscopre bella e vincente, c'è un giovane che sta scalando rapidamente le gerarchie nel centrocampo nerazzurro. Mateo Kovacic, dopo più ombre che luci, ha fornito risposte importanti negli ultimi due match con Torino e Verona. Entrato a gara in corso, l'ex Dinamo Zagabria ha impresso il suo marchio al centrocampo di Mazzarri, con la qualità che tutti gli riconoscono, ma pure con una personalità finora rimasta nell'ombra.

POSITIVO E PROPOSITIVO - Il numero 10 era già stato piuttosto positivo nello spezzone di gara contro i granata di Ventura: bravissimo, come sempre, nel congelare la palla e nel far rifiatare la squadra nel momento in cui gli avversari provavano a raggiungere il pareggio. Ma al Bentegodi è andata ancora meglio. In mezzo al campo con Cambiasso ed Hernanes, Kovacic si è trovato a proprio agio fin da subito, facendosi vedere in fase di inizio azione e riproponendosi con veemenza e convinzione anche nelle percussioni offensive. In un paio di circostanze, ha anche provato la via della soluzione personale, segno che il ragazzo segue e incamera positivamente i consigli del tecnico.

STESSA LINGUA - Il dettaglio di rilievo è soprattutto uno: lui ed Hernanes sembrano parlare la stessa lingua in campo. Il brasiliano è parso molto a suo agio nel dialogare con Mateo: fraseggi, scambi, idee. I due hanno impreziosito la ripresa dell'Inter, a tratti straripante contro la squadra di Mandorlini.

CORSIA DI SORPASSO - Con Alvarez ai box e Guarin ancora poco concreto in zona gol, Kovacic può mettere la freccia e piazzarsi in pole nelle gerarchie di Mazzarri. In quel ruolo di interno e con quei compagni, il baby croato si è sentito 'comodo' come non mai in questa Inter. La crescita fisica e mentale, poi, completano un progetto di campione che resta tale, ma forse non ancora per molto. Quello che per alcuni era ormai un talento smarrito, adesso sta pian piano venendo a galla. E, proprio come è stato per Ranocchia, potrebbe sovvertire classifiche di titolarità che Mazzarri sa come gestire a seconda del momento. Che sia venuto il suo, di momento?

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 17 marzo 2014 alle 11:30
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print