Autore di una prestazione molto positiva ieri a Saint-Etienne, Marco Andreolli è protagonista della puntata settimanale di 'Inter Nos' su Inter Channel. Un'opportunità per i tifosi nerazzurri di porre le proprie domande al difensore cresciuto nelle giovanili dell'Inter. FcInterNews.it vi propone le sue risposte, a partire dalla partita di ieri: "E' stata una gara dai due volti, un grande primo tempo come dovevamo fare. Nel secondo volevamo ripeterci ma il gol li ha gasati. Potevamo essere più lucidi, capire la situazione e bloccare la gara quei 10 minuti che servivano per sistemarci. Il campo era caldo, in generale credo sia andata abbastanza bene. Si è trattato di un test importante, c'era bisogno di dare un segnale di maturità e siamo soddisfatti. Bisogna migliorare visto il secondo tempo, ma consideriamo la stanchezza. In tanti stanno giocando molto, un calo fisico ci può stare. Dobbiamo recuperare in questi due giorni perché domenica abbiamo una partita fondamentale".
Da piccolo facevi altri ruoli?
"Da piccolo giocavo da ala, ero bassino di statura e giocavo con ragazzi più grandi. Avevo 6-7 anni. Poi nel settore giovanile del Padova stavo a centrocampo, classico mediano. Negli anni l'allenatore mi ha provato in difesa, all'inizio non mi piaceva tantissimo perché volevo giocare più avanti possibile per fare gol. Poi però mi sono adattato. Non mi spiace ogni tanto spingermi un po', a noi capita poco spesso. L'esultanza in caso di gol? Per noi difensori che non siamo abituati al gol, meglio fare ciò che si sente in quel momento".
Chi erano i tuoi giocatori preferiti da piccolo?
"Tanti difensori della scuola italiana negli ultimi 20 anni, ne sono usciti di grandi. Anche nell'Inter. Guardandola da piccolo non potevo non essere colpito dai vari Bergomi, Ferri... Tra gli stranieri ho sempre avuto un debole per Blanc, per la sua eleganza, l'attitudine di impostare l'azione. Tra i grandi difensori con cui mi sono allenato ricordo Samuel e Cordoba, ho imparato molto da loro. Come persona, visto che dal vivo non l'ho visto giocare ma l'ho potuto conoscere, non posso non citare Giacinto, che ha fatto la storia di questa società ed è un esempio di professionalità ed educazione, da citare sempre".
Cosa fai nel tempo libero?
"Mi piace lo sport in generale, quando posso seguo gli altri. Vado spesso a vedere l'Armani, seguo lo sci, passione sin da piccolo, seguo il basket. Quando ho giorni liberi mi piace viaggiare, andare a vedere le mostre, ho fatto il liceo artistico e le forme artistiche mi piacciono. Anche qui a Milano ci vado".
Si parla poi degli esordi: "Non ci penso tanto, finché si è in attività si guarda avanti, a fine carriera magari tornerò indietro con la memoria".
Cosa fai per motivarti prima di scendere in campo?
"Cerco sempre nuovi stimoli, soprattutto quando si gioca così tanto. Ogni giocatore ha degli obiettivi in testa e quando li raggiunge deve cercarne altri più lontani. Trovare sempre nuovi obiettivi è un bello stimolo, prima di ogni gara cerco di focalizzarmi sul mio compito e caricarmi. Anno dopo anno mi sono posto obiettivi importanti per la stagione, facendo di tutto per raggiungerli".
Cordoba, Materazzi e Samuel: chi ti ha colpito più per carattere e tecnica?
"Difficile scegliere, tutti hanno caratteristiche simili ma sono diversi tra loro per qualità e tecnica. Caratterialmente c'è quello più estroverso, come Marco, che diceva sempre quello che pensava al momento. Gli altri due erano più introversi, ma nel momento in cui serviva grinta erano i primi a farsi sentire dentro e fuori dal campo. Il difensore perfetto è un mix di tutti e tre. Ivan aveva un'esplosività e velocità incredibile, Marco tanta grinta e tecnica, Walter cattiveria, classe ed esperienza. Ho avuto la fortuna di allenarmi con tutti e tre, è stato importante per me".
Sapere che il tuo numero è stato usato da Picchi e Lucio cosa significa per te?
"Un incarico pesante, però sapevo che questo numero ha fatto la storia dell'Inter, è stato sulle spalle di difensori importanti che hanno vinto tanto ed è motivo d'orgoglio. L'ho scelto per questo motivo una volta tornato qui. Mi piacerebbe fare anche solo un decimo di quello che hanno fatto i difensori che hanno indossato questo numero, sono qui per imparare e lavorare per raggungere quel livello. Tra l'altro, ho sempre indossato questo numero sin da piccolo. Lo aveva anche Djorkaeff, che mi ha sempre entusiasmato per la sua classe, anche se non viene ricordato tantissimo perché ha vinto poco".
Cosa pensi dei tifosi dell'Inter?
"Sono dei tifosi particolari, hanno tanta passione e amore per questi colori e questa maglia. Sono difficili da accontentare, soprattutto negli ultimi 10 anni sono stati abituati molto bene e adesso si aspettano grandi cose. Ma è un momento in cui per ricominciare a vincere bisogna prima costruire e non è mai facile, non si riesce su due piedi, serve tempo. Sappiamo benissimo che indossando questa maglia il tempo per costruire non è mai molto, bisogna fare di tutto per riuscirci presto e i tifosi devono cercare di starci vicini e sostenerci, ci serve. Quando un tifoso vede che un giocatore dà tutto quello che ha per questa maglia, credo che sia sempre dalla sua parte. Noi per primi dobbiamo mettere tutto sul campo per questa maglia, e loro supportarci".
Speri di giocare di più? Cossa pensi di Bonazzoli e Palazzi?
"Vorrei sempre giocare di più, sono qui per questo. Uno lavora ogni giorno, poi c'è un allenatore che deve fare delle scelte. Per fortuna ci sono tante partite, quando il mister mi manda in campo io cerco sempre di aiutare la squadra. La cosa più importante oggi è lasciare da parte i propri aspetti personali e cercare di crescere come collettivo. Se pensiamo tutti come squadra, il gruppo può crescere bene. Bonazzoli e Palazzi sono due giovani con grandi qualità, stanno crescendo bene, si stanno allenando quasi ogni giorno con noi e per loro anche questo deve essere motivo d'orgoglio, devono prenderla per quello che è, un'occasione importante. Così cresceranno più velocemente, prendendo ogni giorno spunti positivi nell'allenarsi con i grandi, noi stessi diamo loro consigli".
Quali sono gli attaccanti più forti che hai affrontato?
"Ce ne sono stati tanti, ma ricordo il trio dell'Inter nel 2010 (Milito, Eto'o, Sneijder, ndr). Ricordo una partita ai tempi della Roma, quell'Inter davanti faceva paura. Per come stavano mentalmente e fisicamente credo sia qualcosa di irripetibile. Singolaramente non hanno mai replicato quelle prestazioni, erano al massimo della loro carriera".
Qual è stato il consiglio più utile nella tua carriera?
"Trovarne uno è difficile, ce ne sono stati tanti. Più dei consigli sono importanti le esperienza che uno fa, le parole che ti vengono dette tutti i giorni quando sei ragazzo. Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone che mi hanno aiutato a crescere, non solo all'Inter. Le primissime parole me le ricordo tutt'ora, furono quelle di Giacinto. Ero un ragazzo, mi stavo affacciando alla prima squadra e avere un simbolo della società che ti viene a parlare e ti dà consigli, ha un grande valore. Ma ciò che ti fa crescere di più è l'esperienza, vivere le cose sulla propria pelle".
Con quali compagni di squadra hai legato di più?
"Attualmente, sono tanti. Quest'anno ho cambiato compagno di stanza, sono con Andrea Ranocchia. Lo conosco da anni, abbiamo fatto l'Under 21 insieme e c'è un legame diverso. L'anno scorso ero con Kuz. Però stando ogni giorno ad Appiano, si scherza e si ride con tutti, è alla base per crescere insieme, si aiuta anche chi conosce meno la lingua. Con Ranocchia ci frequentiamo anche fuori dal campo, ci conosciamo da tempo e siamo cresciuti, anche con le nazionali, insieme".
Che rapporto hai con Vidic? Ti dà suggerimenti?
"Ha ancora il problema della lingua, però io un po' mi arrangio con l'inglese e ci capiamo. Io parlo inglese, lui mi cchiede di parlargli in italiano, in un modo o nell'altro ci capiamo. Ci si confronta sugli attaccanti, anche noi cerchiamo di consigliarlo quando non conosce gli avversari. Lui dal suo punto di vista cerca di dare consigli a noi. E' uno scambio di informazioni, più riesce a imparare la lingua meglio è per tutti. Data la sua esperienza ci aspettiamo che si faccia sentire sempre più e aiuti lo spogliatoio a crescere".
Autore: Redazione FcInterNews.it
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