Com'è nata la passione di Christian Chivu verso la professione di allenatore? Lo ha spiegato il diretto interessato, parlando in una lunga intervista pubblicata sui canali ufficiali della Federazione Italiana Giuoco Calcio: "Diciamo che ho iniziato per caso, perché ho iniziato a fare l’osservatore dell’Uefa della Champions e della'Europa League - ammette il romeno, oggi tecnico dell'Under 17 interista -. Ho voluto partire dal basso, ho preferito cancellare il passato e partire dai Settore giovanili". 

Anche se in tempi diversi, hai avuto la fortuna di osservare il settore giovanile dell’Ajax e ora di vivere quello dell’Inter, due grandi modelli a livello internazionale. Che analogie e differenza trovi?
"ll settore giovanile non vuol dire prima squadra, gli obiettivi sono diversi, si parte sempre da questo presupposto. Lavorare coi giovani è affascinante, stimolante ma anche impegnativo. E' bello, devi sempre cercare di migliorarli individualmente e a livello collettivo. Devi entrare nella testa del ragazzo e fargli capire quali sono i principi e valori. Direi che hanno dei modelli in cui credono, attraverso metodologie pianificate e molto simili. Arrivano in un Settore giovanile in cui l’obiettivo è quello di crescere per la prima squadra, fargli capire cosa vuol dire fare il calciatore professionista. Sia Inter che Ajax hanno modelli molto simili per la crescita dei giovani. Poi l’Ajax si può permettere il lusso di farli giocare di più in prima squadra, perché c’è meno pressione in Olanda rispetto all’Italia".

Hai avuto grandissimi allenatori, da Koeman a Capello, passando per Mourinho, Mancini e Spalletti. Cosa hai imparato da loro?
"Sono tutti diversi, caratterialmente e a livello di metodologia. Ma tutti avevano in comune: la passione per il calcio e la voglia di trasmettere le loro idee. Ho avuto la fortuna di essere allenato da questi grandi allenatori che mi hanno insegnato tanto".

Il tuo rapporto con la prima squadra dell’Inter e con Conte?
"Diciamo che tutto il Settore giovanile dell’Inter lavora con l’obiettivo di crescere i ragazzi che poi un giorno l’allenatore della prima squadra utilizzerà. Noi proviamo a prepararli dal punto di vista mentale e tecnico, poi miglioreranno anche fisicamente. Abbiamo sempre trovato la disponibilità dell’allenatore della prima squadra, in tante situazioni è stato presente e ci ha dato una mano. Abbiamo un buon rapporto con Conte". 

Chi era il più difficile da affrontare?
"A questa domanda faccio sempre fatica a rispondere, perché devo esaltare le caratteristiche di tutti i compagni avuti nella mia carriera; attraverso le loro qualità mi sono migliorato. Ho avuto la fortuna di aver avuto compagni che mi hanno permesso di migliorare per giocare poi la domenica contro calciatori che mi hanno messo meno in difficoltà. Se devo citarne un paio, dico Zidane, Van Nistelrooy, Shevchenko, Ronaldo. Poi Cristiano Ronaldo, Leo Messi. Ma è tutto merito dei miei compagni".

Hai fatto parte di una delle più grandi difese degli ultimi decenni, chi era il miglior compagno di reparto?
"Non mi sembra giusto citarne solo uno, ma faccio tutto il reparto. Direi Maicon a destra, Samuel, Materazzi e Zanetti a sinistra".

Con quale compagno hai stretto un rapporto di amicizia particolare ?
"
Io penso di aver legato con tutti, perché la parte umana per me è stata più importante di quella professionale. Se devo nominare quelli con cui mi sento più spesso dico Materazzi, Stankovic, Sneijder e Lobont, mio compagno in Nazionale e all’Ajax".

Con la tua Under 17 hai affrontato nel girone squadre con Settori giovanili importanti. Come ti è sembrato il livello?
"Rispetto a quello che ho affrontato in Romania, è qualcosa di straordinario. Si può sempre migliorare, ma non ci possiamo lamentare. Faccio parte di una società che ha una buona struttura, ma anche da altre parti. Poi il girone B ha un livello tecnico-tattico molto alto. Le squadre son molto attrezzate, ci sono allenatori preparati. Abbiamo affrontato delle squadre che fuori casa ci hanno permesso di conoscere anche le strutture di quelle realtà. Quella che mi ha impressionato di più è stata l’esperienza che ho vissuto a Zingonia contro l’Atalanta: ho visto un bel centro, molto bello come quello dell'Inter". 

Totti-Cassano-Ibrahimovic…
"
Tre grandi campioni, tre giocatori che hanno fatto la storia del calcio. Ho avuto la fortuna di giocare insieme a loro. Cassano è un talento puro che io ho visto in pochi nella mia carriera; ha fatto una buona carriera, ma secondo me poteva fare di più per quello che erano le sue qualità tecniche e mentali. Era devastante a vedere le giocate. Francesco è quello che in assoluto per me, se devo fare una valutazione, è tra i migliori compagni avuti. Aveva una visione di gioco impressionante, determinazione e intelligenza che pochi hanno avuto nel calcio. Ibra era devastante per la sua prepotenza fisica e qualità tecniche nonostante l’altezza. Poi ha sempre avuto quella fame di spaccare il mondo". 

Sezione: Focus / Data: Mer 29 aprile 2020 alle 19:10
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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