"Non potrei mai parlar male della Juventus, ma l’Inter è tutt’altra cosa. Ho questi colori nel cuore, non c’è bisogno di chiedermi da che parte starò”. Parole e musica di Felipe Melo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport a ormai poche ore dall'attesissimo Derby d'Italia. "La prima stagione in nerazzurro fu positiva, il derby vinto è indimenticabile. L’addio di Mancini fu pesante, con lui saremmo arrivati sicuramente in Champions League. Ma sa, con quella confusione in società…". Con riferimento nemmeno tanto celato a Erick Thohir

A Torino che Inter si aspetta?
"Arriva alla grande, da prima in classifica. Imbattuta e con tante certezze. Se uscisse indenne Spalletti avrebbe tutto per puntare con decisione allo scudetto".

Chi può risolverla?
"Perisic e Icardi da una parte, Dybala e Higuain dall’altra. Ma attenzione ai colpi di Pjanic".

Oggi Icardi è un vero capitano?
"Mi sta piacendo in tutto. Ha riconquistato il pubblico, è un vero interista. Sempre decisivo. E le parole sul Real sono bellissime. Merita la fascia".

Spalletti è il valore aggiunto?
"Che personalità! Mi piace".

De Boer non era all’altezza?
"Non si può scegliere un tecnico che non parla la lingua. Il 2° anno partì male per questo".

Colpa di Thohir?
"Non c’era mai. Una volta con l’Inter, un’altra con il D.C. United. Troppa confusione... Zero colpe per Mancini e Ausilio".

Oggi la situazione è diversa.
"Progetto serio con Suning. Poi c’è Zanetti: guida e leggenda".

La favorita per lo scudetto?
"Tante. All’estero invece è diverso: solo una, due squadre sono da titolo. E nonostante il k.o. della Nazionale, la strada è quella giusta".

Sezione: Focus / Data: Ven 08 dicembre 2017 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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