Durante l'intervista rilasciata oggi a Sky, Cristian Chivu ha parlato anche di Ranieri. "E' difficile portare le tue idee in una squadra in poco tempo, ma Claudio Ranieri l'ha fatto nel modo migliore. E' un gran lavoratore, uno che del calcio se ne intende, uno che ha una certa esperienza. Lui momenti come questi li ha già passati e superati, prova a trasmettere coraggio alla squadra e ci riesce. Siamo tutti qui nella stessa barca, remiamo per vincere, avere punti per vincere e divertirci". Riguardo al Triplete 2010, invece, Chivu dichiara. "L'Inter è una squadra, una società, che deve puntare a questo", afferma il rumeno. "Ogni anno parti per vincere in tutte le competizioni in cui giochi. E' vero che è difficile ripetersi, ma almeno ci si prova. E noi ci proviamo, davvero. Poi a fine stagione si fanno i conti".

"La sconfitta col Napoli? Da dimenticare in fretta", sottolinea Chivu, "perché alla fine è una sconfitta e basta, che fa male e brucia: la devi mettere da parte come un incidente di percorso e provare a superarla. Sono passate cinque giornate e noi abbiamo pochi punti, bisogna lasciarci tutto alle spalle e pensare a Catania come se fosse la prima del campionato e ripartire da lì. Noi non guardavamo la classifica neanche da primi. Il punto forte è entrare in campo sempre per vincere. Non abbiamo iniziato come volevamo e dovevamo, ma c'è rabbia ed orgoglio. La rabbia di avere solo 4 punti. Non sappiamo neanche in che posto siamo in classifica, ma sappiamo che abbiamo solo 4 punti su 15 in gioco, troppo pochi per una squadra come l'Inter".

Chiusura dedicata all'infortunio al capo. "Non ho più paura, anche se una volta che hai passato quello che ho passato io ci pensi... Non è una paura però, ma esiste comunque un rischio. Secondo me tra un paio di anni tutti i portieri, per esempio, avranno il caschetto, perché a volte vedi degli infortuni tremendi ai portieri. Bisogna proteggersi, bisogna entrare in campo solo per divertirsi".

Sezione: FOCUS / Data: Gio 13 ottobre 2011 alle 20:00 / Fonte: Inter.it
Autore: Riccardo Gatto
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