Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, è intervenuto telefonicamente su Radio Nerazzurra parlando della situazione societaria dell'Inter. Partendo da quella che è la nuova posizione in ottica Fair Play Finanziario: "Diciamo che è già una fase nuova, con la UEFA che ha approvato un nuovo Fair Play dove si è posto l'accento sulla sostenibilità. All'interno di questa riforma che vedrà come principio cardine il rapporto del 70% della spesa rispetto al fatturato come momento chiave delle verifiche, da Nyon accompagneranno una serie di club che in questi anni hanno sforato i parametri in un percorso che da qui al 2025 dovrà aiutarli ad adeguarsi a queste nuove norme. Lo strumento all'interno di questo percorso a disposizione della UEFA è il settlement agreement che però ha un'eccezione diversa rispetto a quello sperimentato dall'Inter qualche anno fa, con un piglio abbastanza sanzionatorio. Qui sono tanti i club che hanno fatto violazioni ma sono stati colpiti dalla pandemia e sono finiti fuori dai paletti. Abbiamo un percorso in cui saranno stabiliti dei paletti e delle condivisioni che i club dovranno rispettare fino a quando non entrerà a regime il nuovo sistema, quindi nel 2025-2026. Ma il clima qui è nettamente diverso, la questione riguarda una fase critica del mondo dello sport e che coinvolge tutti i grandi club europei a parte Real Madrid e Bayern Monaco. La questione PSG e Manchester City è legata all'aumento dei ricavi dovuto ai contratti di sponsorizzazione di aziende di Qatar o Emirati Arabi, che la UEFA ha provato a limitare nell'impatto. Ma i club hanno incrementato il loro valore anche essendo club vincenti che hanno attratto anche sponsorizzazioni normali e nel caso del City anche i ricavi tv della Premier League".

Parlando in maniera più approfondita del discorso Inter, Bellinazzo ha aggiunto: "L'insieme delle regole UEFA, tra modello che punta a premiare chi partecipa alla Champions in maniera spropositata senza creare meccanismi di mutualità interna e un FPF che rischia nella nuova versione di cristallizzare ulteriormente la situazione, rende evidente che chi ha 100 milioni di ricavi farà sempre più fatica ad arrivare a 500 milioni, perché deve avere i giocatori che ti consentono di vincere, attirano sponsorizzazioni e ti permettono di attivare un circolo virtuoso. Che intende fare Steven Zhang? Innanzitutto non deve aspettare nessun fondo perché c'è già Oaktree che è potenzialmente proprietario dell'Inter: quel prestito da 275 milioni è stato dato solo in parte da Suning verso l'Inter, quindi diciamo che se volesse disimpegnarsi potrebbe far scadere il debito senza perdere soldi tra un anno e mezzo. Scenario comunque improbabile, perché l'idea di Zhang, che ha sviluppato una passione per l'Inter, è quella di chiudere il contratto per lo stadio con la posa della prima pietra del cantiere e trovare un compratore, a meno che Suning decida di non riaprire i rubinetti. Il problema dell'Inter è l'indebitamento, i 35-40 milioni di interessi annui. Nei primi anni Suning ha investito ma poi non ha messo più soldi e ha fatto ricorso a mercato e indebitamento. Ora deve risolvere questo dubbio amletico: deve capire se potrà immettere risorse e proseguire nel progetto o cedere la mano perché l'autofinanziamento non è sostenibile a lungo termine per un club come l'Inter. Nell'industria del calcio, i fatturati aumentano con una rosa competitiva, se devi muoverti col bilancino ogni anno diventa fare difficile investimenti. Puoi programmare investimenti nei 2-3 anni ma serve un progetto a lunga scadenza che Suning non ha più e deve decidere se riavere per il bene dell'Inter". 

Sezione: Focus / Data: Mer 01 giugno 2022 alle 16:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print