Tre passi avanti, ma ieri uno indietro. Forse nel momento più importante, quando in ballo c’era la possibilità di mettere la freccia proprio sulla Fiorentina per agguantare l’ultimo posto valido in Europa. Eppure i nerazzurri sprecano, si fanno beffare da piede lesto Salah e non riescono a capitalizzare gli ultimi dieci minuti in doppia superiorità numerica, chiudendo la partita sotto di un gol quando almeno il pareggio era sembrato possibile. L’Inter non ha meritato di perdere, ha condotto comunque una buona partita in cui le due squadre hanno avuto ognuna le proprie occasioni per vincere. Ma, alla fine, a sorridere sono gli uomini di Vincenzo Montella. Ora i nerazzurri capiscono cosa vuol dire non poter commettere passi falsi: in un pomeriggio hanno perso tre punti e la Sampdoria e i Viola sono scappate, mentre ai Mancio-boys non resta che l’amaro in bocca per una domenica che poteva calare il poker di vittorie ma che invece ridisegna la classifica: ottavo posto, a meno dieci dai preliminari di Champions League e a meno sette da quelli di Europa League.
MANCIO HA SBAGLIATO? - Partiamo con una riflessione: per la prima volta da quando è iniziato il febbraio vittorioso dell’Inter, la formazione messa in campo da Mancini non era la migliore possibile. Sì perché tenere fuori dai giochi un accentratore come Shaqiri non s’è rivelata la mossa giusta, nonostante Kovacic avesse segnato settimana scorsa a Cagliari e Podolski continua a non essere incisivo. Palacio andava fatto riposare per i cronici problemi alla caviglia, tuttavia il Mancio avrebbe potuto rischiare Shaqiri, vero centro della manovra (assieme a Guarin) di questa nuova Inter. Anche perché Kovacic non ha ingranato, così come si diceva di Prinz Poldi. Un altro appunto che potrebbe essere fatto al Mancio è quello del modulo: si è passati dal rombo di centrocampo al 4-2-3-1, con Brozovic altissimo a sinistra. Si è persa la sua abilità d’incursione e anche la difesa ne ha pagato: il croato doveva correre molto di più per effettuare i suoi recuperi sugli avversari, arrivando sfinito a fine gara. La fluidità della manovra nerazzurra in queste partite è stata data anche dalle peculiarità naturali di Brozovic ma ieri si è preferito usare uno schema più congeniale a Kovacic e Icardi, troppo soli lì davanti. E Brozo ne ha pagato le conseguenze.
GUARIN L’INSOSTITUIBILE - L’andazzo lo si era capito già da un po’ ma ieri, con l’assenza di Shaqiri e Kovacic in ombra, è diventata certezza. Fredy Guarin è l’uomo fondamentale di questa Inter. C’è bisogno di lui per organizzare la manovra, per dettare i tempi di gioco e, qualora gli attaccanti non riescano a dimostrarsi efficaci, anche per infiltrarsi in area di rigore, con le sue scorribande palla al piede che in un paio di occasioni potevano costituire il crack della partita. Nei momenti della partita che odoravano di ‘decisivi’ ecco che la palla gravitava attorno al destro del Guaro. E per poco, nel primo tempo, non segna un gol pazzesco: disarciona Kurtic, recupera la palla, si coordina e piazza un siluro di destro da fuori area. Palo, tu quoque…
HANDANOVIC L’IMPRECISO - Aveva saltato la partita di Cagliari per una contusione al piede, mentre in Europa League si era accomodato in panchina per le gerarchie di Coppa. Ieri è tornato in campo dal primo minuto, ma Samir Handanovic ha trovato dei clienti decisamente scomodi: i cross di Pasqual, le rasoiate di Diamanti, le infilate di Babacar prima e Salah poi. E’ però da far notare come sul gol preso, Handa abbia qualche colpa. Uscita maldestra, smanacciata centrale. Fa bene quando rimane tra i pali, ma sugli spioventi di Pasqual in cui è costretto ad uscire si mostra a tratti insicuro e con la palla al piede corre sempre qualche pericolo di troppo.
LE FASCE HANNO TROVATO I LORO PROPRIETARI? - Santon e D’Ambrosio. Uno a destra, l’altro a sinistra. Sono loro che, numeri ed impressioni alla mano, si meritano di essere i titolari della fascia destra e sinistra nel 4-3-1-2 del Mancio. Il Bimbo si è dimostrato dal carattere d’acciaio, giocando tanto e distribuendo le proprie capacità di gioco in modo sapiente, dosando le energie e disputando praticamente tutti i minuti messigli a disposizione da Mancini. D’Ambrosio è invece andato incontro a diversi problemi fisici nel corso della stagione, ma ogni volta che ha giocato si è dimostrato il terzino più completo (fino all’arrivo di Santon, appunto) a disposizione degli allenatori interisti. Campagnaro è un buon difensore, ma ha i piedi di piombo e in fase offensiva lascia parecchio a desiderare. Nagatomo è ancora out, mentre Dodò è troppo acerbo per essere titolare. Santon ha effettuato due cross, creato un’occasione da gol, intercettato tre palloni e dribblato due avversari. Dal canto suo, D’Ambrosio si è mostrato capace in entrambe le fasi in più di un’occasione e ora che i problemi fisici sembrano alle spalle, le fasce nerazzurre potrebbero parlare esclusivamente italiano.
PRINZ POLDI…NON ANCORA - No, ancora non ci siamo. Altra steccata da parte di Podolski che, alla sua ottava apparizione con la maglia dell’Inter, non è ancora riuscito a sbloccarsi. Appena dieci passaggi tentati (7 riusciti, 3 imprecisi), 4 cross (tutti fuori misura) e nessun tiro in porta. Troppo, troppo poco. L’impegno c’è, su questo non si discute. Il tedesco corre per tutto il campo e va a sondare zone che mai prima d’ora erano state di sua competenza. Ma non basta, un attaccante ha bisogno di segnare. E, per ora, Poldi è ancora troppo impreciso e goffo nei movimenti. Per ora, Poldi. La carica di Prinz, almeno a Milano, è ancora tutta da conquistare.
TOO FAST TOO SHAQ - Concludiamo con una nota lieta di questa Inter. Lo dicevamo in precedenza, è uno dei cardini della squadra. Anche ieri sera si è dimostrato tale: poco più di mezz’ora di gioco per creare quattro potenziali azioni da gol, buttare in area la bellezza di dieci cross, tirare una volta in porta (Neto blocca) ed effettuando anche tre dribbling. Xherdan Shaqiri è imprescindibile per questa Inter. Bisogna capire se ‘sprecarlo’ per il campionato oppure farlo rifiatare in vista dell’Europa League che ormai diventa sempre più decisiva per il futuro dell’Inter. Ma, come ha detto Mancini in conferenza: "L'ho fatto riposare a Cagliari e poi giovedì non ha fatto benissimo. Magari è meglio farlo giocare sempre". Sì Mancio, è proprio un'ottima idea.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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