Dall'Olimpico al Bernabeu, l'Inter si rituffa in Champions League per provare a scalzare il Real Madrid dal ruolo di capolista nel gruppo D e approdare così agli ottavi da prima della classe. Nel consueto 3-5-2 dei nerazzurri, Inzaghi conferma in blocco la formazione di partenza che ha sconfitto 0-3 la Roma con l'unica eccezione del rientro nell'undici di Lautaro al posto dell'infortunato Correa: davanti ad Handanovic, il terzetto difensivo è formato da D'Ambrosio, Skriniar e Bastoni. A centrocampo Dumfries e Perisic agiscono sulle corsie, in mezzo Barella, Brozovic e Calhanoglu. In attacco Dzeko forma il tandem con il Toro. Nessuna sorpresa nel 4-3-3 dei galacticos, reduci dal successo per 0-2 di sabato sul campo della Real Sociedad e orfani di Benzema: Ancelotti sceglie Jovic al centro del tridente completato da Rodrygo e Vinicius.
Sin dall'inizio l'Inter fa capire chiaramente quali sono le sue intenzioni. In fase di possesso Skriniar da ultimo uomo sale fino al cerchio di centrocampo, mentre D'Ambrosio da una parte e Bastoni dall'altra non si risparmiano nel solito contributo alla manovra offensiva. Barella prova a beffare la retroguardia del Real muovendosi fra le linee di centrocampo e difesa madrilene, mentre Brozovic e Calhanoglu si scambiano come sempre i ruoli di orchestratori. In fase difensiva l'Inter alza il pressing e tiene strette le marcature, la squadra di Ancelotti prova ad aggirarle tramite le verticalizzazioni rapide e i cambi di gioco: così al 17' Modric pesca Rodrygo largo a destra, il brasiliano che ha davanti Perisic decide di accentrarsi per cambiare lato e servire sul centrosinistra Kroos, il quale è libero di scagliare il mancino in porta firmando l'1-0. Sul tedesco manca la chiusura di Barella, che si ritrova dalle parti di Casemiro perché Brozovic era scalato in raddoppio su Rodrygo, ma a beffare la mediana nerazzurra è anche il velo dello stesso 18 brasiliano che fa filtrare verso il compagno il rasoterra tagliente. Anche dopo il vantaggio dei blancos è l'Inter che fa la partita, ma la manovra ragionata degli uomini di Inzaghi stavolta non è priva di errori nel palleggio (anche a causa del lavoro attento in copertura degli avversari odierni), mentre il Real gioca ancora d'astuzia e in contropiede, provando a sfruttare la rapidità e i movimenti tra le linee dei suoi attaccanti con passaggi lunghi e diretti. Le occasioni migliori sono infatti sempre degli spagnoli: in chiusura di primo tempo Kroos sulla trequarti vede Rodrygo piazzato al limite, l'ex Santos, che è sfuggito abilmente ai radar della difesa interista, riceve l'assist nel corridoio, ha il tempo e lo spazio per girarsi, ma con il destro colpisce solo il palo.
Alla ripresa la squadra di Inzaghi si presenta con Dimarco al posto di Dumfries: D'Ambrosio sale così alto sulla corsia di destra, mentre Bastoni diventa il centrale di difesa, affiancato a sinistra dal neo entrato e a destra da Skriniar, ma anche con la nuova disposizione gli assalti frenetici dei nerazzurri peccano sempre di imprecisione. La prima palla gol capita sui piedi di Barella: nel nuovo ruolo D'Ambrosio cattura palla ad altezza del cerchio di centrocampo e scatena la ripartenza di Calhanoglu, dal turco palla in verticale al 23 che si ritrova già di fronte a Courtois, Alaba ha stretto su Lautaro che fa il velo, ma sul più bello il centrocampista nerazzurro spara sopra la traversa. Al 60' triplo cambio per l'Inter: a centrocampo spazio ai due assaltatori Vidal e Vecino al posto di Brozovic e Calhanoglu, in attacco Sanchez rileva Dzeko. Tre minuti dopo il gesto di reazione nei confronti di Militao costa caro a Barella che viene espulso e lascia la squadra in dieci uomini: Inzaghi corregge il modulo inserendo Gagliardini per Lautaro, Sanchez rimane unica punta. Dimarco, sempre più propositivo in zona offensiva, viene surclassato al 70' in velocità da Rodrygo, il quale sulla sua strada trova i guantoni di Handanovic a dire di no al tentativo di raddoppio. Dalla panchina Camavinga subentra a Casemiro per il primo cambio del Real, poi tocca a Valverde, Diaz e Asensio che fanno rifiatare Kroos, Jovic e Rodrygo. I padroni di casa sfruttano al meglio la superiorità schiacciando l'Inter con la manovra ariosa, precisa e giostrata dal talento di Modric, mentre i nerazzurri, oramai alle corde, si chiudono dentro la propria area: dall'ennesima sovrapposizione di Carvajal e sulla sinfonia di passaggi diretta dal 10 croato nasce la sponda per il neo entrato Asensio, che dal cilindro tira fuori il sinistro magico del raddoppio. Nel finale c'è spazio anche per Hazard al posto di Vinicius: cambia poco per un Real che chiude in melina e anche l'arbitro Brych decide che non serve recupero. Finisce 2-0 un match che ha visto l'Inter in partita fino al cartellino rosso estratto a Barella. Dal 64', strada in discesa per il Real che nel primo tempo ha fatto valere soprattutto l'astuzia tattica e nella ripresa la qualità di palleggio, mentre la squadra di Inzaghi, che vanta di un punto il miglior possesso palla (51% a 49%) e ha calciato verso la porta avversaria due volte in più dei madrileni (18 a 16), per una volta è apparsa meno lucida e creativa nel finalizzare la proposta offensiva.
Sin dall'inizio l'Inter fa capire chiaramente quali sono le sue intenzioni. In fase di possesso Skriniar da ultimo uomo sale fino al cerchio di centrocampo, mentre D'Ambrosio da una parte e Bastoni dall'altra non si risparmiano nel solito contributo alla manovra offensiva. Barella prova a beffare la retroguardia del Real muovendosi fra le linee di centrocampo e difesa madrilene, mentre Brozovic e Calhanoglu si scambiano come sempre i ruoli di orchestratori. In fase difensiva l'Inter alza il pressing e tiene strette le marcature, la squadra di Ancelotti prova ad aggirarle tramite le verticalizzazioni rapide e i cambi di gioco: così al 17' Modric pesca Rodrygo largo a destra, il brasiliano che ha davanti Perisic decide di accentrarsi per cambiare lato e servire sul centrosinistra Kroos, il quale è libero di scagliare il mancino in porta firmando l'1-0. Sul tedesco manca la chiusura di Barella, che si ritrova dalle parti di Casemiro perché Brozovic era scalato in raddoppio su Rodrygo, ma a beffare la mediana nerazzurra è anche il velo dello stesso 18 brasiliano che fa filtrare verso il compagno il rasoterra tagliente. Anche dopo il vantaggio dei blancos è l'Inter che fa la partita, ma la manovra ragionata degli uomini di Inzaghi stavolta non è priva di errori nel palleggio (anche a causa del lavoro attento in copertura degli avversari odierni), mentre il Real gioca ancora d'astuzia e in contropiede, provando a sfruttare la rapidità e i movimenti tra le linee dei suoi attaccanti con passaggi lunghi e diretti. Le occasioni migliori sono infatti sempre degli spagnoli: in chiusura di primo tempo Kroos sulla trequarti vede Rodrygo piazzato al limite, l'ex Santos, che è sfuggito abilmente ai radar della difesa interista, riceve l'assist nel corridoio, ha il tempo e lo spazio per girarsi, ma con il destro colpisce solo il palo.
Alla ripresa la squadra di Inzaghi si presenta con Dimarco al posto di Dumfries: D'Ambrosio sale così alto sulla corsia di destra, mentre Bastoni diventa il centrale di difesa, affiancato a sinistra dal neo entrato e a destra da Skriniar, ma anche con la nuova disposizione gli assalti frenetici dei nerazzurri peccano sempre di imprecisione. La prima palla gol capita sui piedi di Barella: nel nuovo ruolo D'Ambrosio cattura palla ad altezza del cerchio di centrocampo e scatena la ripartenza di Calhanoglu, dal turco palla in verticale al 23 che si ritrova già di fronte a Courtois, Alaba ha stretto su Lautaro che fa il velo, ma sul più bello il centrocampista nerazzurro spara sopra la traversa. Al 60' triplo cambio per l'Inter: a centrocampo spazio ai due assaltatori Vidal e Vecino al posto di Brozovic e Calhanoglu, in attacco Sanchez rileva Dzeko. Tre minuti dopo il gesto di reazione nei confronti di Militao costa caro a Barella che viene espulso e lascia la squadra in dieci uomini: Inzaghi corregge il modulo inserendo Gagliardini per Lautaro, Sanchez rimane unica punta. Dimarco, sempre più propositivo in zona offensiva, viene surclassato al 70' in velocità da Rodrygo, il quale sulla sua strada trova i guantoni di Handanovic a dire di no al tentativo di raddoppio. Dalla panchina Camavinga subentra a Casemiro per il primo cambio del Real, poi tocca a Valverde, Diaz e Asensio che fanno rifiatare Kroos, Jovic e Rodrygo. I padroni di casa sfruttano al meglio la superiorità schiacciando l'Inter con la manovra ariosa, precisa e giostrata dal talento di Modric, mentre i nerazzurri, oramai alle corde, si chiudono dentro la propria area: dall'ennesima sovrapposizione di Carvajal e sulla sinfonia di passaggi diretta dal 10 croato nasce la sponda per il neo entrato Asensio, che dal cilindro tira fuori il sinistro magico del raddoppio. Nel finale c'è spazio anche per Hazard al posto di Vinicius: cambia poco per un Real che chiude in melina e anche l'arbitro Brych decide che non serve recupero. Finisce 2-0 un match che ha visto l'Inter in partita fino al cartellino rosso estratto a Barella. Dal 64', strada in discesa per il Real che nel primo tempo ha fatto valere soprattutto l'astuzia tattica e nella ripresa la qualità di palleggio, mentre la squadra di Inzaghi, che vanta di un punto il miglior possesso palla (51% a 49%) e ha calciato verso la porta avversaria due volte in più dei madrileni (18 a 16), per una volta è apparsa meno lucida e creativa nel finalizzare la proposta offensiva.
Altre notizie - Angolo tattico
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