Ieri sera l’Inter affrontava allo Juve Stadium i bianconeri primi in classifica. Ne esce un 1-1 con i nerazzurri a due facce. Male nel primo tempo, ma con grande carattere nella ripresa

Mancini opta per il 4-3-2-1 con Handanovic in porta, D’Ambrosio, Juan, Ranocchia e Campanaro in difesa. Medel e Kuzmanovic sono i mediani, con Guarin mezz’ala in fase difensiva e trequartista esterno aggiunto in fase di possesso. Hernanes e Kovacic agiscono alle spalle dell’unica punta Icardi. 

Allegri vara il classico 4-3-1-2 con Buffon tra i pali, la linea a 4 è composta da Evra, Chiellini, Bonucci e Lichtsteiner. Pirlo è al solito in cabina di regia, Pogba e Marchisio agiscono ai suoi lati. Vidal fa da raccordo tra i reparti, con Tevez e Llorente punte vere. 

L’inizio per i nerazzurri è shock. La Juve pressa alta, giostra bene a sinistra, dove D’Ambrosio e Juan lasciano spazi enormi e sbagliano nelle marcature. La prima è un’occasione colossale sui piedi di Marchisio, alla seconda palla rete arriva il vantaggio con assist di Vidal per Tevez. L’Inter reagisce e cresce sul piano del gioco. La manovra è orizzontale ma il possesso di palla c’è e D’Ambrosio ha qualche occasione (non sfruttata) di mettere in mezzo palloni interessanti. Guarin ci prova di cuore, ma Campagnaro a destra non spinge e l’Inter gioca solo da una parte. Nonostante qualche spunto, anche di Hernanes, col passare dei minuti è la Juve ad alzare il baricentro. Pressare alta e mettere in difficoltà i primi portatori di palla nerazzurri. Juan e Ranocchia sono in difficoltà a marcare, ancor di più ad avviare la manovra. Le occasioni per i padroni di casa arrivano spesso per palloni regalati dai nerazzurri al limite dell’area. In particolare Campanaro risulta sempre fuori posizione, bravo in un paio di occasioni Guarin a coprire lungo il taglio di Pogba. 

La ripresa vede in campo gli stessi 22. L’Inter riparte bene, domina il gioco anche senza produrre grandi palle gol. Podolski subentra a Kuzmanovic, con il Mancio che passa al 4-2-3-1 scalando Guarin tra i mediani e portando Hernandes alto a destra e il tedesco nella corsia mancina. I nerazzurri allargano il campo, ci provano pressando alto e sfruttando il momento di scarsa concentrazione degli uomini di Allegri. Ne esce il pareggio di Icardi, che taglia profondo alla grande, servito da Guarin. Ma anche un paio di ripartenza pericolose, dove il colombiano e Maurito non riescono a chiudere. Le squadre si allungano, ci sono ripartenza da entrambe le parti. Osvaldo entra per Hernanes, stremato, passando al 4-2-4 e fa in tempo a litigare con Icardi per un due contro uno in cui pretendeva l’assist del compagno. Kovacic viene espulso subito dopo per un’entrataccia su Lichtsteiner e Mancini è costretto a inserire M’Vila per Icardi, per coprirsi negli ultimi minuti, in cui i nerazzurri soffrono e tanto. Ma si salvano e chiudono col pari. 

Una gara a due facce per i nerazzurri. Un primo tempo in cui la Juve non ha fatto giocare i nerazzurri, incapaci di fare gioco e non attenti nelle marcature, soprattutto sugli esterni bassi. Una ripresa che, compie l’innesto di Podolski, ha visto i nerazzurri lottare di più e sfruttare gli spazi di un’avversario lungo e stanco. C’è da migliorare i meccanismi dietro e soprattutto le marcature dei terzini. Anche in zona gol si è sprecato troppo. E in mezzo al campo c’è sempre il solito, poco, fosforo. La Juve dà tutto e subito. Ma cala, anche di concentrazione, alla distanza. Va al ritmo di pirlo, che si spegne pian piano. E nel finale rischia anche di capitolare per sue stesse colpe. Un punto importante, che quasi poteva essere di più visto l’andamento della gara. 

Sezione: Angolo tattico / Data: Mer 07 gennaio 2015 alle 00:15
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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