Altalena. Il mondo Inter non ha fatto in tempo a trovare un briciolo di speranza dopo la vittoria contro il Torino, che a Genova si rispofonda nel baratro, vittime degli stessi errori visti nelle altre deludenti partite di questa stagione. De Boer, proprio nel tentativo di perdere definitivamente le cattive antiche abitudini, decide di confermare gli uomini che hanno giocato (e bene) mercoledì, con il solo Santon che dopo l'erroraccio di Bergamo torna al posto di Nagatomo. A centrocampo viene riproposto il trio tutto talento Joao Mario, Banega e Brozovic. Davanti la fiducia viene rinnovata ad Eder, con Icardi e Candreva. 

ATALANTA BIS - Giampaolo, dal canto suo, deve aver guardato con attenzione il video della partita che l'Inter ha perso contro l'Atalanta, perché decide di mettere in campo il medesimo piano tattico. Una pressione altissima di tutta la squadra, intenta a non lasciare mai respiro al palleggio nerazzurro. Il suo centrocampo è di puro dinamismo: le gambe di Barreto, Linetty e Torreira devono andare più veloci dei neuroni avversari, in modo tale da mandarli fuori girI e impedir loro di mostrare le proprie indubbie capacità tecniche. Ed è quello che succede, perchè Joao Mario non la prende mai, soprattutto nel primo tempo, e gli stessi Banega e Brozovic soffrono molto il ritmo elevatissimo che la Sampdoria tiene sin dal primo minuto. 

I blucerchiati fanno grande densità nella zona centrale, impedendo che la palla circoli in maniera pulita. L'Inter cerca quindi di aggirare il fortino degli avversari, allargando il gioco su Eder e Candreva che però non ricevono mai la palla in una posizione che può renderli pericolosi. In fase difensiva, la squadra di De Boer è spesso schierata malamenta, con eccessive distanze tra i reparti che mandano a nozze gli uomini offensivi della Samp. In particolar modo, la posizione di Bruno Fernandes: il trequartista doriano si allarga, soprattutto sulla sinistra, sfruttando lo spazio che si crea alle spalle di Santon quando questi è costretto ad alzarsi per accorciare su Barretto, dato che Banega è troppo alto e troppo facilmente tagliato fuori dal gioco. Da un guizzo di Bruno Fernandes nasce anche il gol del vantaggio Samp di Quagliarella, che imbecca la difesa nerazzura posizionata molto male pochi attimi prima dell'intervallo. 

POCA LUCIDITA' - Nel secondo tempo, proprio come l'Atalanta, la Samp si abbassa e rallenta il ritmo della pressione, esponendosi agli attacchi dell'Inter. Candreva, Eder e Ansaldi sbagliano sempre l'ultimo passaggio, spesso impreciso o sbagliato a livello decisionale. Giampaolo prova a punire in contropiede, con un Muriel che a tratti risulta imprendibile. Nel finale De Boer prova a dare nuova linfa con Palacio e Perisic, ma i due non riescono a trovare la chiave giusta per aprire il forziere doriano; non si ha mai la parvenza di una precisa linea guida da seguire, anche se il forcing finale avrebbe fatto saltare anche il più dettagliato piano offensivo.

La nota più negativa è Joao Mario, che dopo aver fatto bene contro il Torino in quella posizione ieri è sembrato un corpo estraneo, sempre un giro indietro rispetto al gioco e mai incapace di offrire protezione, anche in fase di palleggio, alla squadra. Per permettesi un centrocampo tutto tecnica e qualità, l'Inter deve avere la personalità di cercare il possesso anche quando gli avversari pressano alti, senza invece subirlo così nettamente. Nel secondo tempo il pareggio poteva anche starci e sarebbe stato forse più giusto, ma la realtà dice che ancora una volta De Boer è stato schiacciato, sicuramente non aiuto dai suoi giocatori,  dalla maggiore preparazione tattica dell'allenatore avversario. 

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 31 ottobre 2016 alle 14:10
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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