Tra turnover e assenze forzate l'Inter di Inzaghi affronta lo Spezia di Thiago Motta con quattro cambi rispetto all'undici di partenza schierato sabato scorso nella vittoria per 0-2 in casa del Venezia. Solito 3-5-2 per il tecnico dei nerazzurri che in difesa, oltre alle assenze di De Vrij e Ranocchia, deve fare i conti con il forfait all'ultimo minuto di Bastoni: davanti ad Handanovic, il terzetto della retroguardia è composto da D'Ambrosio, Skriniar e Dimarco. A centrocampo Dumfries a destra sostituisce l'infortunato Darmian, a sinistra Perisic è costretto agli straordinari. Barella rifiata partendo dalla panchina, al suo posto gioca Gagliardini nel reparto completato da Brozovic e Calhanoglu. In attacco torna titolare Lautaro in coppia con Correa, riposa Dzeko. I liguri, reduci dalla sconfitta interna per 0-1 contro il Bologna, si schierano con un arroccato 5-3-2 (mascherato nelle distinte da 4-3-3): Thiago Motta opta per una linea di difesa formata da Amian, Erlic, Hristov, Kiwior e Reca. In mediana Sala è affiancato da Kovalenko e da Gyasi, davanti spazio al tandem degli ex Salcedo e Manaj, rimangono fuori Nzola e Verde.
Sin dai primi minuti la trama della partita appare ben delineata: Spezia assiepato in undici dietro il cerchio di centrocampo, l'Inter manovra pazientemente alla ricerca del guizzo, con Skriniar a fare da manovratore basso. La prima occasione al 9' arriva grazie a Lautaro che abbassandosi riceve palla e vede il taglio in orizzontale al limite d'area di Correa, il pallone supera la linea dei mediani ed è raccolto dal Tucu che si gira e prova a sorprendere Provedel con il destro sul palo lontano, ma il tiro termina a lato. I due attaccanti tendono a sovrapporsi sul centrosinistra lasciando a destra lo spazio agli inserimenti sia di Gagliardini, che agisce da assaltatore alla Barella, sia dietro di lui di Dumfries. Nel tentativo di allargare le maglie difensive dello Spezia l'Inter aumenta i giri del motore facendo salire a sinistra Dimarco e a destra D'Ambrosio, così al 36' anche grazie all'appoggio fornito sulla trequarti dai due centrali, con il numero 33 che sul passaggio in verticale di Calhanoglu fornisce l'assist per il prolungamento di tacco di Lautaro, si sgancia Gagliardini che con la terza giocata di prima consecutiva sigla il vantaggio, dopo un'azione avviata nell'area di rigore dei nerazzurri (calcio di punizione guadagnato e battuto da Skriniar), sviluppatasi sulla parte sinistra del campo e finalizzata, a seguito della solita ragnatela di passaggi, per vie centrali.
Alla ripresa Thiago Motta cambia due tasselli della sua difesa inserendo Ferrer e Stefano Bastoni al posto di Amian e Reca, ma le occasioni per l'Inter si moltiplicano. Dopo la traversa di Correa e il bolide di Calhanoglu respinto da Provedel, è ancora D'Ambrosio al 55' a impegnarsi svettando in area sul cross di Dimarco, ma il colpo di testa del centrale non trova lo specchio. Lo Spezia anziché provare a uscire si abbassa ulteriormente ed è punito durante l'ennesimo assedio dei nerazzurri, stavolta con il rigore procurato da Lautaro per fallo di mano di Kiwior e trasformato dallo stesso Diez argentino. Al 64' altra doppia sostituzione per i liguri, stavolta in mediana con gli ingressi di Bourabia e Maggiore per Sala e Kovalenko, cinque minuti dopo è Verde a subentrare in avanti a Salcedo, mentre Inzaghi vara il suo primo cambio: esce tra gli applausi Calhanoglu, dentro Sensi. Al 74' arrivano come da copione anche le rotazioni in attacco con Dzeko e Sanchez a rilevare Lautaro e Correa ereditandone i compiti, all'86' a centrocampo con Vecino e Vidal inseriti al posto di Brozovic e Gagliardini. Lo Spezia si affaccia dalle parti di Handanovic solo in chiusura, ma a parte un paio di spunti è l'Inter che calando i ritmi gestisce con estrema facilità il doppio vantaggio. Nel recupero la chance del tris per Vidal, che sulla sponda in area di Sanchez sfugge alla marcatura di Gyasi trovando la risposta in corner dell'attentissimo Provedel. I numeri a fine partita segnalano 30 tentativi a rete della squadra di Inzaghi di cui 11 nello specchio, con un possesso palla del 66% a ricalcarne il dominio. Terza vittoria di fila in campionato dopo quelle contro Napoli e Venezia, il prossimo appuntamento è fissato a sabato alle 18 all'Olimpico di Roma, per il test verità contro i giallorossi di Mourinho.
Sin dai primi minuti la trama della partita appare ben delineata: Spezia assiepato in undici dietro il cerchio di centrocampo, l'Inter manovra pazientemente alla ricerca del guizzo, con Skriniar a fare da manovratore basso. La prima occasione al 9' arriva grazie a Lautaro che abbassandosi riceve palla e vede il taglio in orizzontale al limite d'area di Correa, il pallone supera la linea dei mediani ed è raccolto dal Tucu che si gira e prova a sorprendere Provedel con il destro sul palo lontano, ma il tiro termina a lato. I due attaccanti tendono a sovrapporsi sul centrosinistra lasciando a destra lo spazio agli inserimenti sia di Gagliardini, che agisce da assaltatore alla Barella, sia dietro di lui di Dumfries. Nel tentativo di allargare le maglie difensive dello Spezia l'Inter aumenta i giri del motore facendo salire a sinistra Dimarco e a destra D'Ambrosio, così al 36' anche grazie all'appoggio fornito sulla trequarti dai due centrali, con il numero 33 che sul passaggio in verticale di Calhanoglu fornisce l'assist per il prolungamento di tacco di Lautaro, si sgancia Gagliardini che con la terza giocata di prima consecutiva sigla il vantaggio, dopo un'azione avviata nell'area di rigore dei nerazzurri (calcio di punizione guadagnato e battuto da Skriniar), sviluppatasi sulla parte sinistra del campo e finalizzata, a seguito della solita ragnatela di passaggi, per vie centrali.
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