Inter-Juventus atto quarto, stavolta chi vince va in finale. Dopo l'1-1 dell'andata all'Allianz Stadium il ritorno decisivo per qualificarsi alla sfida del prossimo 24 maggio a Roma. Nel 3-5-2 dei nerazzurri, Inzaghi schiera Onana tra i pali, Darmian, Acerbi e Bastoni in difesa. A centrocampo linea formata da Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco. In avanti si riforma il tandem Dzeko-Lautaro Martinez. Nei bianconeri di Allegri, disposti con modulo 3-4-1-1, fuori l'infortunato Vlahovic, Di Maria gioca a supporto di Chiesa in attacco. Bremer, Bonucci e Alex Sandro in difesa davanti a Perin, a centrocampo De SciglioRabiotLocatelli, Miretti e Kostic.

Ritmi alti e manovra avvolgente dell'Inter, che si rende pericolosa con Barella subito martellante tra le linee, ma sul cross dalla trequarti di destra del 23 prima Lautaro e poi Dzeko mancano l'appuntamento con il gol. Juve bassa, compatta e attendista come da copione impostato da Allegri, poi il tecnico chiama Bonucci e ordina la difesa a quattro, con De Sciglio e Alex Sandro terzini, Bremer ad affiancare il capitano bianconero. Il cambio di modulo non porta vantaggi: Lautaro si sgancia da Bremer e cuce il gioco sulla trequarti, poi Mkhitaryan, Calhanoglu e Barella tessono la tela mentre Dimarco, dopo il primo passaggio, ha sprintato in area imbucandosi tra il Toro e Dzeko, l'ex Cagliari lo vede e gli serve l'assist di punta che il 32 capitalizza in rete. Rabiot, Locatelli e Miretti, sono tutti statici e in ritardo sugli scambi dei tre palleggiatori della mediana nerazzurra, mentre Bremer si addormenta lasciando solissimo Dimarco nel cuore dell'area. L'1-0 stappa il match e la Juve è chiamata a reagire: Allegri sguinzaglia De Sciglio e Alex Sandro sulle corsie, con il primo che salta di testa sul cross del brasiliano non trovando però lo specchio di Onana, in contropiede Dumfries e Dimarco provano a sfruttare gli spazi lasciati scoperti attaccando la profondità sui rispettivi binari. Di Maria si stacca da Chiesa agendo largo a destra, il 7 viene gestito con facilità da Acerbi e compagni, mentre il Fideo prova a innescare senza fortuna gli inserimenti in area dei mediani.

Alla ripresa Milik in campo al posto di Kostic e altro stravolgimento di modulo per Allegri: 4-3-3 con il polacco al centro del tridente, Chiesa a sinistra e Di Maria a destra. La Juve alza il pressing, i ritmi e l'intensità del suo palleggio, ma la manovra bianconera è carente di fantasia e i movimenti degli attaccanti sono facilmente leggibili dalla difesa nerazzurra. L'Inter contrattacca con Dzeko che si allarga a sinistra e Dimarco sempre pronto a imbucarsi alla ricerca del corridoio fra le due punte, sull'altro lato Dumfries trova una prateria alle spalle di Alex Sandro, ma l'assist è troppo lungo e Lautaro non arriva. Al 62' seconda sostituzione per gli ospiti con Paredes che rileva Locatelli, ammonito per fallo su Barella, cinque minuti dopo dentro anche Danilo per Bonucci. Nell'Inter doppio cambio: in campo Brozovic e Lukaku, fuori Barella e Dzeko. Il croato neo-entrato gioca al centro al posto di Calhanoglu che passa a destra dove c'era Barella. A 12' dal termine arriva anche il momento di Gosens e Correa, escono tra gli applausi Dimarco e Lautaro, nella Juve c'è spazio anche per Pogba che sostituisce Miretti e si piazza a ridosso del tridente, vertice altro del triangolo di centrocampo con Locatelli e Rabiot. All'83' l'ultimo cambio del match è di Inzaghi che si gioca la carta Gagliardini al posto di Calhanoglu. La Juve insiste nel finale, ma i timidi tentativi di assalto non impensieriscono mai Onana. L'Inter stacca il pass per la finalissima di Roma dopo una gara aperta già al 15' dal gol di Dimarco e in seguito controllata. Sterile e infruttuoso il possesso palla degli uomini di Allegri (59%), mentre la squadra nerazzurra va più volte vicina anche al raddoppio (11 conclusioni complessive contro 5). In coppa sorride sempre Inzaghi.

Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 27 aprile 2023 alle 14:20
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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