"Sono mesi che qualsiasi pseudo-esperto di calcio discute sull'Inter e tutti i tifosi esprimono giustamente la loro, tra rabbia, impazienza e sconcerto. Mi permetto di dire anche io la mia opinione, molto umilmente, cercando di riassumere le considerazioni di molti nerazzurri che a volte condivido e che a volte non mi trovano affatto d'accordo. La premessa a questa mia analisi, che cercherà di essere completa e possibilmente sintetica, è che il popolo nerazzurro allo stadio non mi sta per nulla piacendo. Tralasciando il fatto che qualsiasi civile manifestazione di disapprovazione circa l'operato di alcuni giocatori o della società sia per lo più legittima e supportata dalla posizione in classifica oltre che dal gioco inesistente, posso dire che la reazione del popolo di San Siro mi lascia spesso perplesso. Gli elementi a supporto del mio sgomento sono: i fischi e gli insulti a giocatori appena arrivati, i cori e gli incitamenti solo nei momenti positivi (quest'anno davvero pochi) e mai come sostegno in situazioni di difficoltà, una rimarcata e costante ostilità verso alcuni elementi della rosa che invece per età (giovane) e per esperienza (poca) dovrebbero godere di più comprensione e soprattutto un'insofferenza costante che mi spinge a paragonare il nostro tifo ad un vecchio brontolone che si palesa ottuso di fronte al cambiamento e alle ostilità che questo cambiamento sta inevitabilmente presentando. In sintesi capisco benissimo la rabbia di uno spettatore pagante nell'assistere alla debacle di un progetto nel quale ha investito tempo e passione ma allo stesso tempo sostengo sia necessario che in qualità di sostenitore dello stesso, per rispetto a quello che identifica e per l'idea generale di sport, sia necessario che un tifoso sia meno insofferente e inciti la squadra e i suoi giocatori proprio nelle difficoltà. E' risaputo che il pubblico dell'Inter è poco paziente ma non vedo perché in Inghilterra i tifosi di un club retrocesso applaudano la propria squadra e in Italia non si riesca a trovare il coraggio di incitare chi ci ha fatto appena vivere 5 anni magici per quanto ora ci stia deludendo. Certo il pubblico dell'Inter non è il dodicesimo uomo in campo, lo era diventato ai tempi di Mourinho, ma era semplice e comodo esserlo.
Tornando all'Inter è sotto gli occhi di tutti il disagio che aleggia tra dirigenti e giocatori e questo è dovuto non solo ad una gestione approssimativa del mercato e della rosa, compreso l'apparato tecnico e dirigenziale, ma soprattutto alla gestione della comunicazione, definibile alquanto da PROVINCIALE.
Ora non starò a dire chi ha sbagliato e cosa ha sbagliato, non ho la pretesa di emettere ulteriori giudizi in aggiunta a quelli che ho già espresso seppur ho ben chiare nella mia testa le persone a cui attribuirne la responsabilità. Proporrò invece alcune soluzioni che a mio avviso, con umile intenzione ma non per questo priva di credito in quanto respiro Inter da tutta la mia giovane vita, potrebbero risollevare le sorti della nostra magica squadra.
Le soluzioni sono queste:
- assumere un uomo Inter che sia incaricato di rappresentare l'immagine e la cultura della società e che sappia rispondere a tono alle indubbie scemenze che alcuni calciofili da “strapazzo” continuano a propinare di settimana in settimana nei salotti “buoni” del calcio televisivo. Un'interista vero, dalla spiccata personalità e con esperienza nel calcio nostrano. Un uomo che conti qualcosa in Lega, che conosca l'ambiente e che sia da sempre un Interista convinto. Uno di quelli che parla quando ci sono da chiarire le cose, che sia identificato come l'organo ufficiale d'informazione interna e che riassuma il volere di tutto l'ambiente interno al club (mi tocca dire che un “Galliani della situazione” a noi farebbe davvero comodo). Branca, Ausilio e Paolillo non possono, per diversi motivi, ricoprire questo ruolo. Oriali forse era l'uomo giusto ma il suo allontanamento è accompagnato ancora da un alone di mistero. E' inaccettabile sentire opinioni confuse da Paolillo, Branca, Mor
atti e non riconoscere un'unità di intenti. Troppa confusione.
- riconquistare la fiducia dei tifosi attraverso una comunicazione possibilmente più onesta e sincera. E' bene essere chiari e delineare i problemi e gli obbiettivi alla quale la società può aspirare. Se non ci sono soldi è bene dirlo, se non si può intervenire adeguatamente è corretto esprimerlo, senza invece continuare a riversare tra i giornali e le televisioni quelle mezze verità che ci portano alla disperazione. Basta false promesse, basta figuracce. Siamo stufi di essere gli zimbelli del campionato.
- Basta parlare del Triplete. Basta organizzare iniziative che ci riportano a due anni fa (credo che il marketing dietro al Tiplete, semmai ce ne sia mai stato uno, si sia esaurito). Il Triplete è passato, è stato bello, ma guardiamo avanti. Siamo stufi di sentire il Capitano, Cuchu, Cordoba ecc... continuare a dire che il gruppo è quello campione del mondo, che è motivato, che vincerà. Basta offendere l'intelligenza di noi tifosi con inutili frasi di circostanza che ci hanno solo fatto arrivare dove siamo ora (negli angoli remoti della classifica).
- Proteggiamo i giovani. I vari Coutinho, Alvarez, Castaignos, Faraoni, Caldirola, Obi sono giovani splendidi ma vanno protetti e non lasciati allo sbaraglio senza l'appoggio di campioni carismatici e ancora in piena salute e consapevolezza dei propri mezzi. Lo spogliatoio ha perso leader veri come Eto'o, fondamentale non solo in campo ma anche fuori. Manca chi prenda per mano i compagni e si mette in difficoltà un Alvarez di turno che non solo deve migliorare ed adattarsi al nostro calcio, ma gli si chiede che possa cambiare da solo le sorti di una compagine inadeguata. Concludo il capitolo giovani dicendo che è inaccettabile cedere ogni anno la metà del cartellino dei migliori a Genoa ecc.. che poi speculano sui nostri piccoli fenomeni. Obi a metà con il Parma, Caldirola (inspiegabilmente in panca a marcire) a metà a Cesena, per non parlare di Mattia Destro scaricato per intero... Non ho parole. Manca solo che cediamo metà Faraoni, metà Bessa e magari tutto Duncan e siamo a
posto (e Preziosi con Galliani se la ride).
- Se rivoluzione deve essere, allora che rivoluzione sia. Dentro il nuovo corso e fuori coloro che hanno fatto il loro tempo. Dentro gente motivata e che guadagna il giusto. Basta mezze operazioni di rinnovamento che non servono nulla. Accetterei di non vincere per due, tre anni se mi garantissero che l'Inter ripartirà con giovani e con un progetto serio e duraturo con un tecnico che vuole costruire un modello da poter plasmare e non un modello da aggiustare e con i giocatori che ci sono e che vivono di rendita. Onore a chi ha vinto ma spazio al nuovo.
Mi sono dilungato ma ci tenevo a dire tutte queste cose e spero che le mia parole non passino inosservate. Infine permettetemi di riprendere una considerazione fatta da un tifoso riguardo il biglietto di Inter – CSKA di mercoledì. Il fatto che l'Inter non abbia fatto nulla per abbassare il prezzo è VERGOGNOSO (a qualificazione raggiunta e in un periodo difficile).
Però aprono il negozio SOLOINTER come se tutti avessimo tranquillamente 80 euro da spendere per una maglia. E i biglietti per una partita di scarso rilievo rimangono a quei prezzi. Il rispetto per i tifosi non si compra con le parole ma con i fatti.
Un caro saluto a FcInterNews, la nostra voce. Un abbraccio"
Massimo
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