L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport in edicola propone un'interessante intervista a Giuseppe Vercelli, docente di psicologia che ha analizzato i problemi dell'Inter di Mancini nell'ottica della sua dottrina. Il primo tema affrontato riguarda le troppe sconfitte: "Esiste la possibilità che la squadra possa abituarsi alla sconfitta, sopratutto perché l'Inter è una squadra dal grande blasone e si ritrova senza obiettivi primari a due mesi dalla fine della stagione. In questi casi il rischio di giocare senza stimoli è concreto".

Si passa poi alla ricerca di una soluzione concreta per cancellare questo deficit: "Serve una leadership diversa da parte dell'allenatore e della dirigenza. La squadra pensa più al risultato che alla prestazione e quindi, quando va in svantaggio, non riesce più a portare in campo i punti di forza perché subentra l'ansia da risultato".

Infine un'analisi e un consiglio al Mancio 2.0: "Il suo arrivo a novembre ha restituito entusiasmo al gruppo e ha contribuito a cementarlo. Tuttavia secondo me adesso servirebbe il Mancini prima maniera, quello meno comprensivo e indulgente, più cattivo. Parlare di sfortuna per i troppi legni o per i gol presi nel finale di gara può diventare pericoloso, la cosidetta profezia che si auto avvera: quello di negativo che si genera nella mia mente poi succede per davvero".

Sezione: News / Data: Mer 25 marzo 2015 alle 14:16 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Antonio Carboni / Twitter: @antocarboni91
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