Gian Luca Rossi, volto noto della rete Telelombardia e tifoso nerazzurro, commenta dal suo sito la vittoria dell'Inter nel Mondiale per Club e il clamoroso sfogo di Rafa Benitez in conferenza stampa:

"L’Inter regola 3-0 anche il TP Mazembe ed è Campione del Mondo 2010. Dopo 45 anni, Massimo Moratti completa il percorso che fu già di papà Angelo. Dopo quella di metà anni ’60, finalmente c’è un’altra Inter euromondiale, un’altra Inter Campione d’Italia, Campione d’Europa e Campione del Mondo! E dalle immagini in bianconero in un lampo si è passati a quelle in 3-D!
La formula da Trofeo dell’Amicizia voluta da Blatter per assegnare il Mondiale ha trovato la sua ragione proprio per l’inedita presenza di una squadra africana, il TP Mazembe che, come a Risiko, si è presentata allo stadio Stadio Sheikh Zayed di Abu Dhabi schierando i continenti già conquistati: l’Africa, l’Oceania e le Americhe. Dall’altra l’Inter, oltre all’Europa, poteva vantare l’Asia dopo il successo in semifinale sui coreani del Seongnam, battuti 4-2 dai brasiliani dell’Internacional nella finale di consolazione.
Anche l’ultimo capitolo del Mondiale per Club è filato via liscio come olio: tre gol segnati come al Seongnam e porta inviolata. Il TP Mazembe, dopo la consueta preghiera collettiva sulla linea di porta, non ha avuto manco il tempo di prendere le misure ai ben più quotati Campioni d’Europa. Stankovic è in panchina, ma neppure il tempo di storcere il naso, e prima del quarto d’ora un assist di Eto’o libera Pandev, proprio l’uomo più discusso alla vigilia, che si sinistro controlla e supera il portiere Kidiaba. Ancora quattro minuti è la finale si colora di nerazzurro, perché un cross rasoterra di Zanetti dalla destra prolungato da Pandev trova Eto’o, che con un destro chirurgico dal limite fa 2-0. Il camerunese, premiato pure come miglior giocatore del torneo, esulta con due borse della spesa, come Oronzo Canà alias Lino Banfi nel cult ‘L’allenatore nel Pallone’.
Per il resto del primo tempo la superiorità tecnica e tattica dell’Inter a tratti è imbarazzante con i congolesi che ricorrono spesso al fallo di frustrazione, ma l’arbitro Nishimura ammonisce solo quando si rasenta il codice penale. Milito ha due occasioni una via l’altra per chiudere i conti ma sulla prima si fa ipnotizzare dal portiere Kidiaba e sulla seconda si fa anticipare all’ultimo istante. Poco prima del riposo il TP Mazembe ha l’occasione per riaprire i giochi, ma Cordoba è salva in scivolata sul potente destro di Kaluyituka. A inizio ripresa Stankovic rileva Chivu e l’Inter si affida ad un saggio controllo delle operazioni, correndo solo due rischi sulle conclusioni di Kuluyituka, sventate da Julio Cesar. Nel finale arriva pure il sigillo di Biabiany, al suo primo centro in nerazzurro, su lancio di Stankovic: stop di destro e dribbling su Kidiaba in uscita per il 3-0 che cala il sipario sulla finale.
E nella festa, oltre ai tappi di champagne, salta anche quello di Benitez: comprensibile il suo sfogo per quel che ha passato ma, se in sei mesi non è riuscito a farsi amare da nessuno dei suoi giocatori, qualche responsabilità forse ce l’ha pure lui. Materazzi nei festeggiamenti lo evita per non aver ottenuto nemmeno un minuto di presenza per il suo curriculum in questa finale, ma farebbe bene a ricordare l’esito della sua presenza nell’ultimo derby. Anche Stankovic a fine partita lancia l’ennesima frecciata a Benitez per non essere stato impiegato dall’inizio, malgrado fosse il più in forma, ma sono personalismi che quando si vince contano poco. Il tecnico si sfoga duramente per non essere stato seguito dalla società e non solo sul mercato. Ha le sue ragioni, un’educazione d’altri tempi e si è tenuto tutto dentro da grande professionista prima dell’appuntamento decisivo. Ora è giusto che Rafa dica la sua, ma chi è nell’ambiente sapeva già tutto da tempo. E lui dovrebbe chiedersi perché in sei mesi non sia riuscito a farsi amare sa nessuno dei suoi giocatori. Ed è gravissimo che confessi che nessuno dei suoi lo segue con entusiasmo negli allenamenti: il carisma non è in vendita. Rafa chiede protezione ma, se l’ha già persa da almeno due mesi, un esame di coscienza dovrebbe farselo pure lui. Troppo comodo scaricare ogni responsabilità sull’altro e questo, sia ben chiaro, vale per entrambe le parti. Chiede 4 giocatori per ripartire in campionato, ma potrebbero rispondergli senza tema di smentita che ne ha già spaccati abbastanza! E magari i rinorzi Moratti è pronto a comprarli di buon grado al prossimo tecnico, appena individuato. Al campionato, dove il Milan, a completamento dalla fantastica giornata interista, ha sorprendentemente perso in casa con la Roma, penserà qualcun altro.
Benitez, a meno di clamorosi ripensamenti dell’ultim’ora, saluta dopo il Mondiale per Club, che arricchisce anche il suo curriculum, e si trasforma d’incanto in argomento di dibattito per i rosiconi non interisti e per i tafazzi di casa nostra, sempre a ciarlare su chissà quali feste rovinate. La vera festa si fa sempre nell’Albo d’Oro, dove entra solo il nome dell’Inter: gli allenatori passano, i titoli restano negli almanacchi e nella storia. Grande, grandissima la nostra seconda Inter euromondiale, che ora può sventolare al pianeta una ‘manita’ di titoli, cinque come le dita, per un fantastico e probabilmente irripetibile 2010: scudetto, Coppa Italia, Champions League, Supercoppa Italiana e Mondiale per Club. Il ciclo cominciato nel 2005 è leggenda per una bacheca, che dopo tanti anni di polvere, in un lustro è stata arricchita da Champions League e Mondiale per Club, anche 5 scudetti, 3 Coppe Italia e 4 Supercoppe Italiane, per un totale di 14 allori!".

Sezione: News / Data: Dom 19 dicembre 2010 alle 17:14 / Fonte: gianlucarossi.it
Autore: Daniele Alfieri
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