Dopo la sosta per le Nazionali, il cammino in campionato dell’Inter di Conte riparte dalla trasferta sul campo del Sassuolo. Nel 3-5-2 nerazzurro (assenti Sanchez, D’Ambrosio e Sensi), spazio dal 1’ per Bastoni, nel terzetto difensivo completato da Skriniar e De Vrij, per Gagliardini, al fianco di Brozovic e Barella in mezzo al campo, e Biraghi, preferito ad Asamoah sulla corsia mancina. A destra riprende il suo posto Candreva, in avanti gioca la coppia Lautaro-Lukaku. Sponda neroverde, De Zerbi sceglie il 4-3-1-2: Magnanelli in cabina di regia, Traoré alle spalle di Berardi e Caputo. Marlon-Peluso al centro della difesa, Muldur-Tripaldelli sui lati.
PRIMO TEMPO - La catena di destra nerazzurra, con Candreva molto largo e Gagliardini in appoggio per creare superiorità numerica nel confronto con Tripaldelli, porta immediamente il primo vantaggio. Il calcio d’angolo dal quale nasce la prodezza di Lautaro Martinez, valida per l’1-0 al 2’. Sulla costruzione dal fondo nerazzurra, Berardi e Caputo provano ad ostacolare lo sviluppo per vie laterali, mentre Traoré e Magnanelli gestiscono la pressione per vie centrali, con il capitano neroverde e il trequartista ivoriano pronti ad alzarsi rispettivamente su Brozovic e De Vrij una volta abbassato il possesso ospite. La squadra di Conte mantiene comunque il pallino del gioco, trasformando velocemente la manovra difensiva in offensiva, con il lavoro delle mezzali ad aprire spazi spazi per le verticalizzazioni in direzione Lukaku e Lautaro, spesso impegnati in un 2 vs 2 con Marlon e Peluso. Il numero 10 argentino domina nel confronto, andando vicinissimo al raddoppio. In difficoltà nel difendere, i padroni di casa non rinunciano però a proporre il proprio gioco, manovrando con coraggio e qualità (Duncan e Obiang invertono la posizione). Brozovic, in fase di non possesso, alza la pressione nerazzurra per vie centrali, mentre Candreva e Biraghi attendono inizialmente a ridosso della linea di metà campo. I terzini neroverdi trovano campo per accompagnare l’azione, ma è un contropiede, causato dell’errore sulla trequarti offensiva di Biraghi, a favorire la nascita del primo pericolo dalle parti di Handanovic, subito trasformato nel gol del pareggio dal diagonale destro di Berardi. All’interno di una parte centrale di prima frazione sostanzialmente equilibrata, dove la squadra di casa prova a rispondere colpo su colpo, l’Inter mostra comunque grande solidità, dando la sensazione di avere in mano il match, attraverso lo sviluppo di una manovra verticale, chiara ed efficace, forse soltanto meno incisiva e ‘veloce’ rispetto a quando visto nell’approccio alla gara. La crescita di Lukaku, nel dialogo con Lautaro e nel rappresentare una soluzione alternativa - altrettanto dominante - allo stesso compagno di reparto, traduce le sensazioni in immediati risultati. La squadra di Conte continua ad appoggiarsi centralmente sui due attaccanti, con il belga bravo prima a vincere il duello con Peluso dentro l’area (per il gol del 2-1) e poi, al 45’, a trasformare dagli 11 metri il rigore guadagnato da Lautaro, vero protagonista nel primo tempo del Mapei Stadium.
SECONDO TEMPO - È la catena di sinistra, con Barella a supportare tecnicamente le discese di Biraghi, scappando alle spalle di Duncan (tornato sul centro-destra), ad arricchire il dominio nerazzurro di inizio ripresa. Completato costantemente dal lavoro coordinato di Lautaro e Lukaku. De Zerbi passa al 4-2-3-1, stringendo la mediana e aumentando i giocatori sulle corsie laterali, nel doppio tentativo di chiudere le verticalizzazioni tra le linee e abbassare i ‘quinti’ ospiti. Berardi e il neo entrato Boga (fuori Obiang) sugli esterni, Duncan e Magnanelli davanti alla difesa. Con Caputo, in entrambe le fasi, a muoversi in zona De Vrij, cresce il duello tra Traoré e Brozovic. E il regista croato limita il proprio raggio d’azione, rimanendo più basso nelle situazioni di non possesso. Il Sassuolo aumenta la pressione, alzando gli attaccanti sui tre difensori e i terzini su Candreva e Biraghi, senza tuttavia riuscire a mettere in difficoltà un’Inter capace di adattarsi e sviluppare diverse alternative di gioco. Coinvolgendo maggiormente Skriniar e Bastoni in costruzione, aumentando i cambi di gioco, e facendosi trasportare dalla tenacia tecnica di Lautaro, bravo a svariare attorno a Lukaku e ad eludere la marcatura di centrocampisti e difensori. Il Sassuolo cambia - dentro Djuricic per Traoré -, mentre la squadra di Conte continua ad attaccare, spesso aprendosi dalle parti di Biraghi e di un Barella in costante crescita all’interno del match. Protagonista nell’occasione del rigore guadagnato e trasformato nel gol del 4-1 da Lautaro. Il numero 10 lascia posto a Politano, mentre 1’ dopo Candreva fa spazio a Lazaro, all’esordio in Serie A. In questi istanti finisce anche la gara dell’Inter. Il Sassuolo affonda sulla corsia mancina e accorcia le distanze con Djuricic, ripetendosi qualche minuto dopo con l’iniziativa di Boga e portandosi a una sola distanza dagli ospiti a 10’ più recupero dal termine (in mezzo l’ingresso di Toljan per Muldur). Gli uomini di Conte abbassano di molto il baricentro, sbagliando diversi palloni in uscita e lasciando l’iniziativa ai neroverdi, bravi a manovrare a ridosso dell’area di rigore offensiva. Berardi e Boga, con la collaborazione dei terzini, dominano sulle corsie laterali, ma gli ospiti resistono grazie alla fisicità dei propri difensori centrali. Vecino per Lukaku porta più densità a centrocampo nei 5’ minuti finali, dove la Beneamata riesce ad evitare grandi pericoli, e a portare a casa 3 punti importanti. Al termine di una prestazione importante, parzialmente ‘rovinata’ ma tutt’altro che cancellata. Con la crescita della coppia Lautaro-Lukaku a simboleggiarne il successo.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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