Era il 5 gennaio 2018 quando Joao Mario disputò la sua ultima partita ufficiale con la maglia dell'Inter, partendo titolare nella trasferta del Franchi di Firenze pareggiata 1-1 con gol di Mauro Icardi e Giovanni Simeone. Quel giorno Luciano Spalletti schierò il portoghese a sorpresa da esterno destro, sperando che il feeling lusitano con Joao Cancelo avesse la meglio sulla corsia mancina della Fiorentina. Speranza vana, perché dopo 65 minuti negativi il tecnico fu costretto a richiamarlo in panchina, mettendo fine alla sua stagione interista. Venti giorni dopo, infatti, nerazzurri e West Ham trovarono l'accordo per un prestito di 5 mesi dell'ex Sporting Lisbona a Londra, conclusosi con un mancato riscatto estivo. Nel frattempo, Joao Mario è sceso in campo con la sua nazionale anche al Mondiale in Russia, senza tuttavia lasciare alcuna traccia (poche occasioni in campo). Non almeno come fuori dal campo, quando tra un'intervista e l'altra il centrocampista ha ammesso di non voler tornare più a Milano per incompatibilità con il calcio italiano e ha sconsigliato ai suoi connazionali di raggiungere la Serie A. Parole che, una volta tornato e rimasto (per mancanza di concrete e a lui gradite opzioni alternative) in Italia, ha minimizzato auspicando una redenzione agli occhi dei tifosi, che già lo avevano fischiato a Lecce nell'amichevole contro il Lione.
Redenzione che lo stesso Luciano Spalletti aveva sperato, promettendo che il figlioul prodigo avrebbe trovato spazio anche da titolare nel corso della stagione, in virtù della buona volontà emersa durante gli allenamenti e alla luce anche degli impegni ravvicinati imposti dalle competizioni. Facile ipotizzare quindi un ritorno sul rettangolo di gioco del classe 1993 di Porto, magari contro il Cagliari al Meazza, o a Ferrara contro la Spal, per dare un turno di riposo ai titolarissimi in una partita sulla carta più abbordabile. Invece è qui che emerge la lucida follia di Spalletti, che privo di Radja Nainggolan e con Borja Valero un po' stanco, gioca il jolly Joao Mario nella delicata trasferta dell'Olimpico, a 5 giorni dalla deludente prestazione di Barcellona. Nessuno, compreso il diretto interessato come da sua stessa ammissione, avrebbe preventivato di vederlo nell'undici titolare a Roma. Invece la decisione dell'allenatore lo ha nuovamente chiamato in causa, responsabilizzandolo oltre ogni misura in una partita di cartello. E la risposta è stata positiva, nulla di trascendentale ma 67 minuti intensi e al centro del gioco nerazzurro.
Numeri alla mano, il lusitano è stato il terzo calciatore in campo per velocità media (8,5 km/h), ha vinto il 75% dei duelli personali a centrocampo, ha distribuito il pallone con l'80% di precisione e lo ha fatto il 46% delle volte indietro e il 23% avanti. Stonano, nella sua prova, le 5 palle perse, soprattutto nella ripresa quando la stanchezza dovuta allo scarso impiego finora ha prevalso. Tatticamente, il giocatore più pagato nella storia dell'Inter con i suoi 45 milioni di cartellino (a livello di cash, non di valutazione considerando i 90 miliardi di Christian Vieri) ha anche contribuito a una variazione del classico 4-2-3-1, giocando soprattutto sulla sinistra e formando con Marcelo Brozovic e Matias Vecino una mediana a tre in cui lui e l'uruguagio agivano da mezzali. Con questo artifizio, l'ex viola ha avuto più occasioni per affacciarsi dalle parti di Thomas Strakosha perché il portoghese garantiva un certo equilibrio, alimentando anche il giropalla che è stato una delle chiavi del dominio nerazzurro del primo tempo. Non dunque vice-Nainggolan (più volte Joao Mario ha fallito da trequartista spallettiano), ma classica mezzala, posizione in cui si muove meglio.
All'Olimpico dunque Joao Mario Naval da Costa Eduardo ha vissuto una sorta di Epifania nerazzurra, portando a casa elogi e soprattutto sensazioni positive per un futuro più roseo. Questo non significa che Spalletti gli darà necessariamente più occasioni per scendere in campo o che a gennaio non cambierà ancora maglia per cercare maggiore minutaggio. Di certo c'è che il suo umore è più sereno, come testimonia il cambio di foto del profilo Twitter: dove prima si mostrava con la maglia della nazionale portoghese, simbolo di un distacco dalla squadra di club, nelle ultime ore è tornato a vestire il nerazzurro, con lo sfondo dell'Olimpico. Un ritorno che potrebbe cambiare la sua carriera.
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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