Dopo l'anticipazione di ieri (RILEGGI QUI), ecco altre dichiarazioni di Hakan Calhanoglu che ha parlato in esclusiva alla Gazzetta dello Sport.

È questo il miglior Calhanoglu di sempre?
"Sì, senza dubbio. Sono migliorato in ogni aspetto, sono una persona più matura anche fuori dal campo. È la mia migliore stagione perché mentalmente mi sento sempre sul pezzo".

In che cosa l’Inter l’ha completata nel percorso?
"Dal primo giorno in cui sono arrivato, ho capito che qui c’era un’aria speciale. Diversa. Grazie ai compagni, allo staff e a tutti quelli che lavorano qui, mi sono sentito benvoluto subito. Poi la positività dei tifosi mi ha dato energia, carica e fiducia in me stesso: mi sento libero, so che mi sostengono anche quando sbaglio. Poi un altro scatto mentale l’ho fatto dopo questo terribile terremoto che ha colpito la mia Turchia: è un dolore enorme che mi ha scosso emotivamente. Ora mi emoziono di più in campo, sento di dover dare il massimo anche per regalare un sorriso a chi soffre. Per questo sono sempre più dentro alla partita".

Ma lei in che ruolo vuole giocare adesso?
"Dovunque mi metteranno, darò il massimo. Poi già in nazionale giocavo da regista e il mio procuratore mi ha sempre detto: “Quello è il tuo ruolo...”. Le sue parole mi sono rimaste in testa: per questo mi vedo più davanti alla difesa, non a caso il mio idolo era Pirlo... Grazie a Inzaghi mi sono completato in questa posizione, soprattutto dal punto di vista difensivo. Ora mi esalta anche il duello fisico: sarò più lontano dalla porta e tirerò di meno, ma riesco a controllare la partita, il ritmo, e aiutare i compagni da dietro. Poi un gol può sempre arrivare, come a San Siro con il Barcellona...".

Che consiglio dà al giovane Asllani in panchina?
"Gli parlo molto, soprattutto quando lo vedo demoralizzato o dispiaciuto. A 20 anni anche noi eravamo come lui, spesso in panchina: in quest’Inter è difficile emergere, ma si impara molto. Lui deve stare calmo e lavorare, crescere nella personalità, diventare più tosto, poi arriverà il suo tempo perché ha qualità grandissime". 

Quando si citano i migliori centrocampisti d’Europa, si parla dei Modric e dei De Bruyne, dei Casemiro e dei Pedri, ma mai di lei: è giusto così o si sente sottovalutato?
"Sì, mi sento sottovalutato. Non sono lontano dai nomi che ha citato, ho tutto per avvicinarmi a loro: per come sono cresciuto mi vedo tra i primi 5 d’Europa nel mio ruolo, lo dico con umiltà ma con consapevolezza. A volte, alcuni giocatori, che giocano per esempio in Premier, in questo momento possono avere più visibilità...".

Mai successo che un ex milanista fosse così amato all’Inter: quando è scattata la scintilla?
"All’inizio i tifosi avevano dubbi, come è normale che sia: sostituire un gran giocatore come Eriksen venendo dal Milan non era facile. Ma io ero sicuro che, cominciando a giocare, sarebbe cambiata la musica e mi avrebbero apprezzato. L’amore è stato spontaneo, senza bisogno di gesti teatrali: è cresciuto pian piano senza una vera scintilla".

I tifosi della sua ex squadra, però, non l’hanno mai perdonata e la insultano a ogni gara: cosa l’ha ferita di più nelle ultime tensioni col Diavolo?
"Mettiamola così: per metà della città sono un idolo e per metà un nemico. Metà mi ama e metà mi odia. In una stessa giornata mi è capitato di sentire per strada insulti milanisti e cori interisti. È qualcosa che ha a che fare col calcio: non sarò né il primo né l’ultimo a vivere una situazione così. Ma ormai non ci faccio più caso: il passato è passato. Ho un carattere duro che mi aiuta ad andare oltre. Diciamo che, se penso di avere ragione, mi difendo sempre, senza paura. E alla fine di tutto mi basta semplicemente l’amore del popolo interista".

E si vedrebbe bene di nuovo con Kessie il prossimo anno?
"È un amico e un grande giocatore: qui i campioni sono sempre bene accetti... Parliamo tanto, è vero. Lui sa di giocare per una grande squadra, ma sa anche che l’Inter non sarebbe meno".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 03 marzo 2023 alle 08:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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