Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali Giovanili, gonfia il petto per il traguardo raggiunto ieri, a Belfast, dalla Nazionale Under 19, capace in un colpo solo di centrare la qualificazione alla semifinale dell'Europeo di categoria e di strappare il pass per il Mondiale U-20. Un record per la FIGC, alla rassegna iridata del prossimo anno. "Non era mai accaduto di partecipare a quattro Mondiali Under 20 consecutivi, in una competizione che nelle ultime tre edizioni ci ha visto arrivare sempre fra le prime quattro - racconta Viscidi dall’Hotel Europa, quartier generale degli Azzurrini, a Figc.it -. “Ciò significa che il Club Italia ha lavorato con continuità, metodo e unità d’intenti con tutte le componenti tecniche e organizzative. Nel corso degli anni si è sempre cercato di migliorare ciò che si era costruito fino a quel momento, apportando modifiche e investimenti alla struttura per progredire in un programma tecnico che sta dando grandi risultati”.

Stringere i denti negli anni difficili, studiare e cercare la chiave per migliorare.
"È ciò che abbiamo provato a fare. Non vince mai una persona sola, ma un gruppo che parte dall’area scouting, fondamentale in FIGC, passando dall’area performance, ai match e data analyst che studiano ogni dettaglio, fino ad arrivare ai nostri allenatori, che sono un terminale importante a cui viene data la responsabilità di gestire, motivare e allenare i ragazzi. C’è infine tutta l’imprescindibile area organizzativa che ci sta permettendo di fare tante gare di alto livello: la crescita dei giovani calciatori passa da queste situazioni. Quando i ragazzi vengono messi in condizioni ambientali e sportive stimolanti, è lì che si fa un passo in avanti, creando i presupposti per la crescita".

È un’Italia che gioca bene e vince. 
"Siamo felici e orgogliosi dei risultati che stiamo ottenendo, anche perché sono accompagnati dal bel gioco. Ora abbiamo un ulteriore step da fare, e riguarda i duelli. Voglio vedere presto le Nazionali giocare bene di collettivo, ma che al tempo stesso abbiamo la capacità di valorizzare i singoli attraverso la vittoria dei duelli offensivi e difensivi. In poche parole dobbiamo riuscire a creare giocatori che fanno la differenza, dando loro la possibilità di interpretare uno sport collettivo, quale il calcio è, in maniera individuale. Il nostro è uno sport di passaggi e duelli. I primi si allenano con determinate metodologie e su questo abbiamo già fatto dei miglioramenti. Negli ultimi 30 metri, però, il calcio diventa uno sport di duelli. I nostri allenatori hanno l’input di stimolare, chiunque sia ad avere la palla, a fare duelli e sfidare l’avversario. Se nel corso degli anni riusciremo a perfezionare questo riusciremo a diventare non solo più spettacolari e vincenti, ma anche più formativi nei confronti del talento. I giocatori, infatti, devono interpretare il calcio in maniera diversa in base alle zone del campo: quando si è in fase di costruzione deve essere uno sport semplice e più razionale, ma via via che ci si avvicina alla porta il livello tecnico si deve alzare e anche l’irrazionalità deve avere una componente importante. È una questione di processi cognitivi e decisionali: nel calcio sono diversi in fase di costruzione e in quella di finalizzazione. Dobbiamo perciò allenare i giocatori ai duelli, solo così potremo creare giocatori protagonisti, evitando di appiattirci in un calcio ormai sempre molto organizzato sul piano tattico: se non riscopriamo e alleniamo il talento si rischia di fare zero a zero in tutte le partite”.

I meriti di questi risultati.
"Se siamo arrivati ad avere questa continuità di risultati incredibili con le Nazionali Giovanili - per l’Under 19 è la quinta semifinale nelle ultime sette edizioni - non può essere frutto del caso. Sicuramente un’incidenza l’ha avuto la riforma del campionato Primavera, ma vanno riconosciuti grandi meriti anche ai club, perché i giocatori si formano da loro. Ci sono molti responsabili di settori giovanili che si danno tanto da fare, con società che hanno una grande cultura dei propri vivai: ritengo che il parametro di un giocatore che viene selezionato per una Nazionale Giovanile, sia la cartina tornasole del buon lavoro svolto".

Sezione: Giovanili / Data: Ven 19 luglio 2024 alle 17:27 / Fonte: figc.it
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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