L’intervallo. Per molti appassionati il momento più noioso di una partita di calcio, per tanti allenatori momento fondamentale e importante, per José Mourinho... il suo regno.
IL MAGO - E’ in quei quindici minuti fra il doppio fischio dell’arbitro e la ripresa del gioco che il tecnico portoghese dà il meglio di sé, un momento così importante da non poter perdere un secondo ed è per questo che Mou quasi sempre si dirige verso gli spogliatoi un minuto o due prima che l’arbitro mandi tutti al riposo, o aspetta frettoloso all’imbocco del tunnel: il tempo in quel momento è denaro, e quando i giocatori tornano nello spogliatoio lui deve essere già pronto per “ammaliarli” con i suoi discorsi.
In Spagna si parla di piccoli capolavori che lasciano sempre tutti a bocca aperta, chiunque sia nello spogliatoio in quel momento pende letteralmente dalle sue labbra perché sanno che quei discorsi sono delle specie di premonizioni di quello che accadrà nella seconda parte del match, per questo molti suoi giocatori lo chiamano ormai “l’indovino”, “il mago”.
LO “STUDIOSO” - Una delle abilità in cui si è sempre distinto Mourinho è quella di saper leggere le partite anche nei minimi particolari: come molti allenatori, José e il suo staff studiano molto l’avversario attraverso video e altro materiale già prima delle partite, e spesso le sue strategie in gara mirano a distruggere il gioco avversario in modo da poter avere facilmente il dominio del match o, quantomeno, in modo da provare a sorprendere gli avversari colpendoli soprattutto nei punti più deboli. La cosa che lo differenzia da tutti gli altri è come vive i suoi primi 45’ minuti: sono riservati soprattutto allo studio degli avversari e dei loro allenatori; la sua concentrazione nel primo tempo è massima, quasi nessuno lo può disturbare nella sua fase di studio, in cui immagazzina più informazioni possibili, “viviseziona” la squadra avversaria e osserva ogni minimo movimento per farne poi tesoro nell’intervallo.
Mou osserva gli allenatori rivali, guarda molto i loro atteggiamenti, li studia, prende appunti, studia le loro tattiche, percepisce le emozioni delle panchine avversarie in maniera così netta che è in grado in quei preziosissimi quindici minuti di predire, letteralmente, quali saranno le mosse che gli avversari attueranno nel secondo tempo, e come dovranno rispondere i suoi.
In un’intervista di un anno fa per uno speciale su di lui in Portogallo disse che: ”Il mio block-notes e’ la mia preparazione dell’intervallo: il primo tempo studio, segno…abbiamo solo dieci minuti poi, e possono essere molto importanti e devo essere preparato perché non ho molto tempo”.
LE SUE RIMONTE - Da quando è al Real Madrid ha rimontato già sedici volte risultati sfavorevoli nella prima frazione di gioco, ma ricordiamo anche grandi rimonte con l’Inter: Kiev, col Siena all’ultimo minuto o con il Barcellona nella semifinale di andata, quando l’Inter passata in svantaggio pareggiò quasi subito ma annichilì l’avversario e trovò i due gol che valsero la finale di Champions proprio nei primi minuti del secondo tempo.
Milito a proposito di questa sua dote di sapere stimolare i giocatori come nessuno durante l’intervallo aveva detto:” A Cagliari stavamo perdendo uno a zero e io non stavo giocando benissimo…lui viene da me, diretto, duro… e mi dice : ”Questo non è il Milito che conosco…” e mi rimproverò… tutto ciò mi stimolò molto e nel secondo tempo entrai più convinto: ho fatto due gol e abbiamo vinto”. Marco Materazzi proprio a proposito di ciò aveva detto: ”Negli intervalli delle partite spesso è molto duro se deve dirti qualcosa, ma lo fa per toccarti nell’orgoglio e stimolarti a dare il meglio, per tirare fuori il meglio di te.. e la verità è che ci è sempre riuscito!”.
IL METODO SOLAN DE CABRAS - In quei preziosi quindici minuti oltre a spronare i giocatori come nessuno sa fare, Mou fa sfoggio della sua invidiabile capacità di analisi e istruisce i giocatori con discorsi tattici molto precisi, riuscendo farsi capire rapidamente e in maniera costruttiva.
La scorsa stagione con il Real è capitato un episodio curioso: nella partita in casa col Villareal, a gennaio, si era rotta la lavagna elettronica che José usa per dare indicazioni ai suoi, non avendo molto tempo passò al piano B di emergenza che nella stampa spagnola rinominarono:” Il metodo Solan de Cabras” che altro non è che il nome dell’azienda che fornisce l’acqua al Real Madrid. Ma cosa c’entra l’acqua? Beh…non trovando di meglio in quel momento Mou usò le bottigliette di acqua come pedine sul pavimento dello spogliatoio: le “ Solan de Cabras” erano i suoi giocatori, mentre delle bottigliette di Coca Cola rappresentavano gli avversari. Il Real stava faticando contro un Villareal tosto, la partita era in parità: alla fine vinsero 4-2, col ritorno al gol di Kakà dopo mesi di assenza dai campi di gioco. Questo grazie alle sue “previsioni” fatte nell’intervallo con le ormai famose bottigliette.
Sono questi dettagli che fanno di lui uno dei migliori allenatori al mondo, se non il migliore: saper far tesoro di quei quindici minuti che per molti appassionati di calcio sono una noia mortale per lui sono il momento chiave della partita, lui li GIOCA e spesso…vince!
Francesca Ceciarini - corrispondente da Madrid
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