L’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti esprime il suo apprezzamento per il lavoro compiuto dal tecnico nerazzurro Simone Inzaghi nel corso di un’intervista natalizia rilasciata al canale YouTube di Gianluca Rossi: “Se mi sto divertendo? Credo proprio di sì. Sin dall’inizio Inzaghi ha fatto capire che avrebbe fatto giocare bene la squadra. È una promessa che poi ha mantenuto perché la squadra gioca sempre meglio. E avendo a disposizione tutta la rosa, ha anche la possibilità, anche avendo i cinque cambi a disposizione di avere giocatori freschi in partita. Sta sfruttando al meglio le nuove regole, complimenti a Inzaghi perché andiamo allo stadio e ci divertiamo tantissimo”.
Vede la seconda stella?
“Sarebbe il momento giusto e credo che l’Inter possa competere tranquillamente per vincere il campionato. Speriamo che arrivi presto”.
Cosa ha pensato dell’addio di Antonio Conte?
“Forse non ha trovato nella società una risposta per costruire il futuro. Chi è al comando non ha sentito la fiducia o non hanno risposto in termini adeguati, quindi ha sentito la possibilità di andarsene e se ne è andato. Ha valutato male l’Inter perché l’ha valutata troppo poco per quello che era invece. Tutti pensavamo che l’uscita di Romelu Lukaku e Achraf Hakimi fossero la ragione della sua uscita, in realtà Inzaghi e Marotta ci hanno fatto capire che con qualche aggiustamento la squadra funziona lo stesso e funziona ancora meglio. Conte ha fatto questo passo che a lui andrà benissimo perché adesso è al Tottenham, però poteva evitare di farlo così”.
Chi le piace di più dell’Inter di oggi e che avrebbe visto bene nelle sue Inter?
“Certamente Nicolò Barella, ricorda Nicola Berti anche se non del tutto. Un po’ fumantino? Sì, ma ha una vivacità notevole. A me non dispiace Lautaro Martinez perché ha una grandissima classe non espressa al 100%. Gli altri sono tutti buoni: Edin Dzeko è un piacere vederlo giocare, la difesa è forte, Marcelo Brozovic per conto mio è cresciuto in maniera incredibile. Aveva provato tanti ruoli e ora sinceramente è bravissimo, umile e sta facendo un gioco incredibile”.
Ogni giorno qualcuno parla dell’arrivo degli arabi all’Inter. Ma Zhang le racconta qualcosa?
“Ultimamente non l’ho più sentito perché vive in Cina. Devo dire che ha sempre fatto di tutto per rispetto nei confronti dell’Inter che la sua famiglia ha sempre avuto. E proprio per questo rispetto immagino si guarderà in giro per capire se c’è qualcuno che può sostenere meglio questa situazione. Dobbiamo abituarci a questo”.
Che idea si è fatto della Super League? Specie dopo il pasticcio del sorteggio Champions…
“Anche la UEFA ha preso la sua bastonata. Quella può essere l’esigenza di alcune squadre, ma certi tornei devi prepararli bene ed avere l’adesione perché se no succede quello che è successo: si può anche alzare un ministro o il premier come in Regno Unito e dire che è un’ingiustizia. Devi avere le adesioni, se no poi ti ritrovi solo con 5-10 squadre”.
La vengono ancora a tirare per la giacca chiedendole di tornare in pista, magari con InterSpac, o si accontenta di fare il tifoso?
“Io credo che un conto sia organizzarsi tra tifosi per provare a partecipare ed avere voce in squadra, un conto è comprare una squadra che è un’operazione impossibile per quantità e difficoltà. Una partecipazione ci può stare, poi con me sono molto gentili ed è abbastanza normale che un mio intervento possa essere decisivo. Ma in questo momento non è possibile”.
Ma un altro Moratti ci potrà essere in futuro?
“Chi lo sa… I miei figli? Sono tifosi e vogliono bene all’Inter e questa è la cosa importante, ma questo non toglie che le cose si facciano quando è il momento giusto e quando si possono fare. Io l’ho fatta quando c’è stato il momento particolare per farlo. Giusto o sbagliato che fosse, perché anche all’epoca poteva essere considerata una pazzia, ma era tutto dimensionato. Adesso non ci sono le dimensioni, quindi lascio a loro per il futuro… Ma una logica familiare, italiana resta lontana”.
La più grande gioia resta il Triplete? E qual è il più grande cruccio? Magari c’è qualcosa che non sappiamo…
“Chi lo sa (ride, ndr)… Certamente il Triplete è stata la gioia più grande che mi hanno dato. È stato uno sforzo e un sacrificio da parte dei giocatori, un atteggiamento di grandissimo impegno che mi rende sempre riconoscente a questi ragazzi e all’allenatore. Poi se parliamo di altri momenti belli, ho trovato molto interessante il primo anno di Ronaldo: era una squadra che iniziava qualcosa che poteva durare tanto ed essere bellissima e invece è stata tagliata a metà. Ma è stato un momento di grandi emozioni. Sono state due stagioni molto belle, poi l’Inter me ne ha date tante: ogni partita, combattuta o con qualche sorpresa di qualche giocatore, la simpatia del pubblico, le ho sempre apprezzato tantissimo”.
E i crucci? Anche se con 16 trofei in 18 anni non è andata male…
“No, non è andata male. A me è dispiaciuto il fatto del 1998, per i giocatori"
Vede la seconda stella?
“Sarebbe il momento giusto e credo che l’Inter possa competere tranquillamente per vincere il campionato. Speriamo che arrivi presto”.
Cosa ha pensato dell’addio di Antonio Conte?
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Chi le piace di più dell’Inter di oggi e che avrebbe visto bene nelle sue Inter?
“Certamente Nicolò Barella, ricorda Nicola Berti anche se non del tutto. Un po’ fumantino? Sì, ma ha una vivacità notevole. A me non dispiace Lautaro Martinez perché ha una grandissima classe non espressa al 100%. Gli altri sono tutti buoni: Edin Dzeko è un piacere vederlo giocare, la difesa è forte, Marcelo Brozovic per conto mio è cresciuto in maniera incredibile. Aveva provato tanti ruoli e ora sinceramente è bravissimo, umile e sta facendo un gioco incredibile”.
Ogni giorno qualcuno parla dell’arrivo degli arabi all’Inter. Ma Zhang le racconta qualcosa?
“Ultimamente non l’ho più sentito perché vive in Cina. Devo dire che ha sempre fatto di tutto per rispetto nei confronti dell’Inter che la sua famiglia ha sempre avuto. E proprio per questo rispetto immagino si guarderà in giro per capire se c’è qualcuno che può sostenere meglio questa situazione. Dobbiamo abituarci a questo”.
Che idea si è fatto della Super League? Specie dopo il pasticcio del sorteggio Champions…
“Anche la UEFA ha preso la sua bastonata. Quella può essere l’esigenza di alcune squadre, ma certi tornei devi prepararli bene ed avere l’adesione perché se no succede quello che è successo: si può anche alzare un ministro o il premier come in Regno Unito e dire che è un’ingiustizia. Devi avere le adesioni, se no poi ti ritrovi solo con 5-10 squadre”.
La vengono ancora a tirare per la giacca chiedendole di tornare in pista, magari con InterSpac, o si accontenta di fare il tifoso?
“Io credo che un conto sia organizzarsi tra tifosi per provare a partecipare ed avere voce in squadra, un conto è comprare una squadra che è un’operazione impossibile per quantità e difficoltà. Una partecipazione ci può stare, poi con me sono molto gentili ed è abbastanza normale che un mio intervento possa essere decisivo. Ma in questo momento non è possibile”.
Ma un altro Moratti ci potrà essere in futuro?
“Chi lo sa… I miei figli? Sono tifosi e vogliono bene all’Inter e questa è la cosa importante, ma questo non toglie che le cose si facciano quando è il momento giusto e quando si possono fare. Io l’ho fatta quando c’è stato il momento particolare per farlo. Giusto o sbagliato che fosse, perché anche all’epoca poteva essere considerata una pazzia, ma era tutto dimensionato. Adesso non ci sono le dimensioni, quindi lascio a loro per il futuro… Ma una logica familiare, italiana resta lontana”.
La più grande gioia resta il Triplete? E qual è il più grande cruccio? Magari c’è qualcosa che non sappiamo…
“Chi lo sa (ride, ndr)… Certamente il Triplete è stata la gioia più grande che mi hanno dato. È stato uno sforzo e un sacrificio da parte dei giocatori, un atteggiamento di grandissimo impegno che mi rende sempre riconoscente a questi ragazzi e all’allenatore. Poi se parliamo di altri momenti belli, ho trovato molto interessante il primo anno di Ronaldo: era una squadra che iniziava qualcosa che poteva durare tanto ed essere bellissima e invece è stata tagliata a metà. Ma è stato un momento di grandi emozioni. Sono state due stagioni molto belle, poi l’Inter me ne ha date tante: ogni partita, combattuta o con qualche sorpresa di qualche giocatore, la simpatia del pubblico, le ho sempre apprezzato tantissimo”.
E i crucci? Anche se con 16 trofei in 18 anni non è andata male…
“No, non è andata male. A me è dispiaciuto il fatto del 1998, per i giocatori"
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