Una volta archiviato il discorso Scudetto, con delle immagini che rimarranno indelebili nella mente dei tifosi interisti, il discorso pubblico sull’Inter ha preso una piega inaspettata, accartocciato sulle speculazioni del futuro societario. Poi, finalmente, torna a parlare il campo - e, almeno su quel fronte, non c’è storia: l’Inter annichilisce la Roma, si prende altri tre punti e scrive un’ulteriore pagina del proprio libro dei record. 88 punti sono il massimo della storia dell’Inter, se si esclude la fantascientifica stagione 2006/07 e le 15 vittorie consecutive in casa rappresentano un primato difficilmente eguagliabile. Nel girone di ritorno, fate quindici vittorie e due soli pareggi (nel giro di tre giorni), per un bottino che entra di diritto nella storia del club. E che fa molto rumore, soprattutto in vista del futuro. 

UN MARTELLO - A fine partita Antonio Conte ha preferito ancora una volta non parlare, come alla vigilia. Questo per evitare domande spiacevoli su questioni extra campo, l’epicentro emotivo dell’ambiente Inter di questi ultimi giorni. Che ci sia qualche ingranaggio da mettere a posto all’interno della società è palese, così come dovrebbe esserlo la capacità da parte di tutti di non cedere al sensazionalismo e di lasciare che il tempo aiuti a sistemare quel che c’è da sistemare. Certo, la paura è vedere questo meccanismo oliato alla perfezione perdere qualche pezzo, ma è impossibile fare previsioni o piangere sul latte non ancora versato.

Chi non si ferma un attimo e quando entra in campo non sembra sentir ragioni è proprio quel Conte che al triplice fischio chiede di non presentarsi davanti ai microfoni. E se le prime pagine saranno dedicate allo screzio con Lautaro (che non più tardi di due giorni fa lodava il tecnico leccese), possiamo serenamente derubricare lo scambio infelice tra i due a una semplice situazione di campo - vi ricorda niente il siparietto con Brozovic durante Spezia-Inter?

Non è bello vedere queste scene, ma il fatto che la tensione mentale rimanga così alta e vibrante anche in un periodo dell’anno in cui si potrebbe allentare i giri del motore fa capire a tutti quale sia il mood ad Appiano Gentile. Conte voleva battere la Roma a tutti i costi, perché era l'unica delle 22 squadre affrontate in Serie A negli ultimi due anni contro cui non aveva mai vinto. E ora non si fanno prigionieri: si va per i 94 punti.

CONSAPEVOLEZZA - Del resto questa squadra ha dimostrato, nelle ultime due uscite, che grazie al tricolore sul petto ha acquisito una mentalità diversa, la capacità di imprimere alla partita il proprio ritmo. Questi ultimi 6 punti sono arrivati con il minimo sforzo, ma con una dimostrazione di forza impressionante - e dovuta anche al fatto che questo gruppo sembra essere pronto per il passo successivo.

Le reti in fotocopia di Brozovic e Vecino sono un toccasana per gli animi più agitati, una tranquilla sentenza che ci ricorda come tutti sanno come l’Inter può farti male - e puntualmente l’Inter aggira le tue difese e ti colpisce esattamente come ti aspetti. E segna.

Lukaku diventa ancora una volta il simbolo di questa squadra che corre e lotta e - dopo qualche partita a secco - torna a segnare il più semplice dei tap-in. Merito di Hakimi, una freccia che imperversa a San Siro con una qualità e una costanza che ne fanno di diritto il miglior acquisto della stagione. Ma soprattutto merito di Big Rom, che ha saputo aspettare il suo momento senza forzare mai, adattandosi al gioco dei compagni e aiutandoli a emergere.

Il tutto con addosso la quarta maglia, il simbolo di una squadra che sta cambiando pelle ma che rimane sempre la stessa. Preziosa, giovane e coraggiosa, Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma perlomeno sul campo l’Inter non lascia spazio a dubbi: prende tutto, è famelica e vuoie già concentrarsi sulla prossima stagione. Quando non solo si ripresenterà per il bottino pieno, ma proverà senza dubbio a raddoppiare la posta in gioco. 

VIDEO - INTER AWAY KIT 2021/22: ECCO COME SARA' LA SECONDA MAGLIA SECONDO FOOTY HEADLINES

Sezione: Copertina / Data: Gio 13 maggio 2021 alle 08:15
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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