Intervistato la Gazzetta dello Sport, Mauro Gentile paragona la sua Italia a quella di Mancini. Ecco le sue dichiarazioni.

Senza il ‘78 non ci sarebbe stato forse l’82 e l’Italia campione del mondo...
"Probabile. Già nel ‘78 meritavamo la finale. La sconfitta con Olanda, per quei due tiri da fuori, ci fa ancora male. Però in quei quattro anni siamo cresciuti: la consapevolezza dell’Argentina, le esperienze con i club, Bearzot che ha portato quelle novità decisive per confermarsi in Spagna e vincere. Abbiamo raccolto quel lavoro e vinto il Mondiale, anche se quella del ‘78 è forse stata la Nazionale più spettacolare".

Si possono fare paralleli?
"Siamo partiti alla grande nel ‘78 vincendone tre di fila, come Mancini adesso. Obiettivamente i nostri rivali erano più forti, non c’era una squadra modesta, ma oggi il livello medio è un po’ più basso. Poi nessuno credeva in noi, pensavano che saremmo usciti al primo turno, come d’altra parte nell’82... Mancini gode di più fiducia, ma condizionata alle sfide con le forti".

Lei che ne pensa?
"Se continua così, questa Nazionale arriva in finale. Deve mantenere lo spirito di gruppo e fare squadra come abbiamo fatto noi. Ci sono tutti i segnali".

Paralleli nel gioco?
"Il calcio è cambiato. Ma questa Italia gioca sempre per imporsi e per vincere, attacca, dà spettacolo. La cosa più importante è che si tratta di un gioco collettivo. Si capisce che c’è un’ atmosfera positiva. Sono contenti di stare assieme e di giocare, come noi".

Anche tra i giocatori ci sono alcune somiglianze.
"Questa Nazionale ha il meglio del campionato, come la mia".

Tardelli-Barella ci sta...
"Ci sta, grandi qualità, doti anche in fase di regia, fase difensiva e offensiva, inserimenti, gol".

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 24 giugno 2021 alle 10:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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