intervistato in Sicilia, dove attualmente si gode qualche giorno di vacanza, Francesco Toldo ha parlato di sé e dell'Inter a Matteo D'Aquila per Gianlucadimarzio.com. Ecco le parole dell'ex portiere nerazzurro e della nazionale: "Come ci si sente a non essere più un calciatore? Io sono dell'idea che nella vita ci si debba adeguare in maniera veloce, cercando anche di imparare subito i segreti di eventuali nuovi mestieri, mantenendo sempre vivo quell'entusiasmo e quelle motivazioni che muovono i nostri interessi. Io ho deciso di smettere esattamente la sera in cui abbiamo vinto la Champions League a Madrid: da qualche mese pensavo che se avessimo vinto tutti i trofei in quella stagione avrei smesso la sera stessa. Così è stato e sono molto felice di questo".

"Ho smesso esattamente con la stessa felicità con la quale ho iniziato a giocare a pallone - continua l'ex portiere - e la cosa più bella è stata terminare la carriera con un trofeo così importante in mano: anche se in quella stagione ho raccolto poche presenze, so per certo di aver contribuito a quella vittoria sostenendo il gruppo a mio modo. Quando ho comunicato la mia scelta al Presidente Moratti era come se lui già immaginasse cosa volessi dirgli. Allora mi ha chiesto di restare in società, non voleva perdermi. E' stato tutto molto bello, ha lasciato scegliere a me cosa preferissi. Ho deciso di fare per due anni l'ambasciatore per un progetto importante e davvero gratificante come Inter Campus, una bellissima esperienza; poi ho creato Inter Forever, la formazione dei giocatori nerazzurri del passato, qualcosa che non esisteva. Stiamo avendo un grande successo, soprattutto a livello internazionale, motivo per cui anche la nuova società è molto soddisfatta".

L'ex portiere ripercorre poi la sua avventura a Milano: "L'esperienza nerazzurra non è semplice da raccontare in poco tempo. Io sono arrivato nel 2001 e abbiamo vissuto alcune stagioni molto molto difficili. Poi, però, il vento è cambiato e abbiamo disputato stagioni indimenticabili. Le soddisfazioni finali, ad ogni modo, hanno superato di gran lunga le delusioni iniziali. Il momento più bello? Ce ne sono parecchi, ovviamente citare la vittoria della Champions League sarebbe troppo semplice. Il mio ricordo più divertente è il gol contro la Juventus. La gente mi ferma ancora per strada e mi ringrazia. E vuoi sapere una cosa? Io quella volta me lo sentivo proprio che avrei segnato. Prima della partita, infatti, dissi a Cuper: 'Scusi mister, guardi che se per caso perdiamo 1-0 e siamo alla fine, se capita l'occasione io vado'. Lui in genere mi diceva sempre di stare fermo, ma quella volta mi disse di andare tranquillo. Andò bene e fu una grande gioia. Altri episodi? Le risse a Valencia sono indimenticabili, così come le tante lotte con le pretendenti per lo scudetto. Quelle erano partite vere, la cosa bella era il confronto con gli altri campioni, perchè in quel periodo c'erano in ogni squadra giocatori che facevano veramente la differenza. Se ti dovessi descrivere ciò che è stata l'Inter, però, sarei in difficoltà. L'Inter è come una cavalcata, quando giochi in quella squadra non sai mai cosa possa succedere, è come se uscissi in barca sapendo di poter trovare il mare calmo ma anche la bufera. Per questo, per me, è stata una continua emozione".

E il futuro dell'Inter come lo immagina Toldo? "Con la nuova proprietà, secondo me, c'è tutta la volontà di ritornare ai livelli di competenza e di mantenere la squadra su standard elevati. Si sta facendo una ristrutturazione aziendale con l'obiettivo di guardare anche oltre l'Italia e dare al club un profilo internazionale".

Sezione: News / Data: Sab 15 agosto 2015 alle 23:42
Autore: Redazione FcInterNews.it
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