Angelo Domenghini oggi ha 83 anni, grande ex ala anche di Inter e Cagliari, oltre che della Nazionale ovviamente. Le sue parole di oggi alla Gazzetta dello Sport.

Cominciamo con la Beneamata.
"La mia fortuna, mi ha cambiato la vita. Non avevo niente, ho vinto e avuto tutto. Ero povero, sono salito in cima del mondo".

L’Inter, Angelo Moratti, il Mago.
"Mi hanno chiamato e sono andato. All’Atalanta prendevo un milione all’anno, firmo un contratto in bianco e Moratti scrive: quindici. Arrivo a Milano con la Fiat 600, mi compro subito l’Alfa, il Duetto spider, una figata".

Domenghini in campo puntava l’uomo.
"Lo facevo in modo largo e poi segnavo. Ma i giornalisti parlavano sempre di Mazzola, Suarez Corso. E poi Corso, Suarez, Mazzola. Giusto, erano bravi, erano le stelle. Ma anch’io facevo qualcosa".

Coppa dei Campioni. Il debutto?
"Assieme a Bedin nel dicembre 1964 a Bucarest. Ero riserva di Jair, ho giocato con il 7 al suo posto, abbiamo vinto 1-0 e il gol l’ho segnato io, passaggio di Bobo Gori, anche lui riserva. Poi altre due partite con i Rangers, ma ho saltato il Liverpool e la finale con il Benfica".

Nell’altra finale, con il Celtic a Lisbona nel 1967, era in campo. È andata male.
"Tremendo. Nei quarti abbiamo battuto due volte il Real Madrid. Col Celtic siamo andati in vantaggio con un rigore di Mazzola. Ma eravamo stanchi, anche per il campionato. Sarti aveva parato l’impossibile, loro hanno segnato il gol della vittoria a pochi minuti dalla fine. Poi la caduta di Mantova e lo scudetto sfumato all’ultima giornata: stagione balorda, abbiamo perso tutto. Una sconfitta clamorosa, quel giorno è finita la Grande Inter".
 

Sezione: News / Data: Gio 22 maggio 2025 alle 17:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print