Intervistato da Tuttosport, Luigi De Canio ha parlato approfonditamente di Roberto Mancini e del ruolo di allenatore-manager che lui sembra ricoprire all'Inter. "La figura dell'allenatore-manager non si può importare qui da noi perché questa figura è già presente in quella del direttore sportivo. Abbiamo un'organizzazione societaria diversa rispetto al modello inglese". De Canio, tra l'altro, ha avuto esperienza in Inghilterra ai tempi del QPR di Briatore-Ecclestone. Era il 2007-08:«Per cambiare bisognerebbe guardare in maniera diversa al ruolo dell'allenatore. Mancini? Lui è il tecnico dell'Inter e collabora con gli uomini della sua società. È una cosa normale e non fa niente di male, non invade nessun ruolo». 

Qui in Italia non potremo avere figure come Sir Alex Ferguson o Arsene Wenger?
"È facile che per 20 anni in società ci rimanga il direttore sportivo. Qui è lui che si occupa dei bilanci in ambito tecnico ed economico. È la figura che ha quella continuità per rimanere nell'organigramma dei club".

Però, Roberto Mancini si avvicina molto alla figura dell'allenatore-manager. 
"In Italia non credo. Lui è il tecnico e collabora con altri uomini della sua società. Roberto approfitta della sua esperienza per convincere i giocatori della bontà del progetto Inter".

Non proprio un manager quindi? 
"Direi che è una cosa diversa rispetto a quella di occuparsi totalmente di una trattativa. La sua è un'ottima collaborazione, non c'è nulla di male. Non invade nessun ruolo. Non basta parlare con un giocatore per dire che esista la figura dell'allenatore-manager. La società è logico che approfitti del carisma e dell'esperienza di Roberto per aggiungere i suoi obiettivi di mercato. È una cosa intelligente quella che fa l'Inter".

Secondo lei, tra qualche anno potremo avere anche noi stabilmente la figura dell'allenatore-manager? 
"No, perché appunto questa figura già esiste. Qui c’è una struttura societaria diversa da quella inglese. Proprio perché siamo impostati così, c’è questa organizzazione. Non si può parlare di vantaggi o svantaggi e non c’è motivo di cambiare. Per farlo bisognerebbe guardare alla figura dell’allenatore in maniera diversa. E racchiuderla in una sola figura con il direttore sportivo".
 

Sezione: News / Data: Mer 14 gennaio 2015 alle 22:42 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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