Luigi Corbani, ex vicesindaco di Milano oggi voce e anima del comitato “Sì Meazza” in prima linea contro l'abbattimento dello stadio di San Siro, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano torna a esprimersi sulla questione del nuovo impianto: "Dopo tre anni di trattative private tra il sindaco Beppe Sala e le due società dalla proprietà incerta, siamo arrivati a una determinazione dirigenziale di una sottoposta del sindaco che fa propria la proposta delle due società, da sottoporre ora a un preconfezionato “dibattito pubblico”, dalle conclusioni predefinite. Stiamo parlando di beni e terreni di proprietà comunale. E’ evidente che non esiste alcuna valida motivazione per la demolizione del Meazza, se non quella di imbastire un’operazione edilizia speculativa e remunerativa solo per le due società, con un enorme consumo di suolo".

Corbani rincara la dose: "Il sindaco forse non ha ancora capito che dovrà portare in Consiglio comunale una variante urbanistica sulla base di questa proposta da lui presa per buona e dovrà spiegare perché accetta la demolizione di San Siro: perché lo vogliono il fondo Elliott/RedBird e il fondo Suning/Oaktree?". Si parla anche dell'eventualità che i club facciano l'impianto altrove: "Dove vanno? E con quali soldi costruiscono uno stadio? Il sindaco di Milano dovrebbe indire un concorso internazionale per l’ammodernamento dello stadio Meazza, degli spazi esterni per la sua gestione. Questa è la proposta che da tempo noi avanziamo. Noi rischiamo di restare con uno stadio in compartecipazione tra le due squadre, mentre in tutta Europa i club, come anche a Torino, sono proprietari o hanno in concessione esclusiva lo stadio in cui giocano. Milano invece, inseguendo i progetti immobiliari come questo, rischia di trovarsi in una bolla immobiliare, in questa orgia di case di lusso, uffici e centro commerciale". 

Sezione: News / Data: Dom 18 settembre 2022 alle 18:26 / Fonte: Calcioefinanza.it
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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