Il 4 maggio prossimo, al Meazza, ci sarà il 'Zanetti and Friends Match for Expo', partita d'intrattenimento con molte glorie del passato. Proprio il vicepresidente nerazzurro illustra il programma alla Gazzetta dello Sport. "Gioco, con i compagni e gli amici di sempre. Ci saranno 4000 bambini che si sono già accreditati. I ragazzi del Volo che canteranno nel pre partita. Spero che sia una grande festa per Milano, la città che mi ha accolto 20 anni fa. Questa partita è nata così, d’istinto. Quando ho saputo che Milano avrebbe ospitato un grandissimo evento come l’Expo e che il filo conduttore sarebbe stato delicato come la nutrizione, ho voluto esserci. Saranno 6 mesi importanti, voglio fare qualcosa anche io", ha confermato Javier Zanetti

Chi altro giocherà?
"Ci saranno Matthäus, Zenga, Brehme, Zamorano, Crespo, Cordoba, Roberto Baggio. E poi Inzaghi, Maldini, Costacurta, Baresi... Tutta gente che ha fatto la storia calcistica di Milano".

Praticamente è un derby: chi fa le squadre? 
"Zenga, mi ha detto che non può giocare, quindi ne allenerà una. Inzaghi potrebbe allenare l’altra... ma vorrà di sicuro giocare! Vedremo. Magari ci mischieremo anche, l’importante sarà divertirsi e divertire. E fare del bene alle tante associazioni no profit che lavorano a Milano nel campo dei diritti dell’infanzia, come la mia Fondazione Pupi Onlus: divideremo il ricavato della partita tra tutte". 

Dica la verità Javier, dietro la scrivania si sta bene, ma in campo si sta meglio... 
(sorride) "Dopo 23 anni nei professionisti, il calcio fa parte di me. Mi mi alleno e ci gioco appena posso. Inter Forever mi aiuta in questo senso: ci permette di ritrovarci, divertirci e di rappresentare l’Inter anche da ex. Pure il Zanetti e Friends Match for Expo mi aiuterà...".

Perché il calcio in giacca e cravatta fa soffrire più che il campo... 
"Sicuramente. Quando sei in campo, puoi provare a fare qualcosa e riuscirci. Dalla tribuna puoi incitare e poco più".

Nei suoi 19 lunghi anni da giocatore dell’Inter di momenti no ne ha vissuti un po’: ce n’è uno che le ricorda questo, da cui ripartire? 
"Quando non si vinceva, all’inizio, non è stato per niente facile. Ma ho imparato che si riparte solo accettando la sconfitta, dopo si può sempre migliorare, crescere. Questa è stata una stagione molto difficile, mi auguro che in queste 8 partite si riesca a dare il meglio. L’intesa con l’allenatore c’è, è ottima e questo è molto importante, ci crediamo tutti nel lavoro di Roberto. Non è facile, ma dobbiamo fare tutti uno sforzo, anche noi dirigenti, per creare un gruppo competitivo, che torni da subito a giocarsela con le altre da vertice".

Perché dietro la scrivania non si può fermare un avversario, ma ingaggiarne qualcuno sì... 
"Dietro la scrivania ho scoperto un mondo nuovo, che mi piace, sto imparando tante cose, seguo un corso alla Bocconi one to one per manager sportivi, la società mi sembra contenta, alla fine della stagione faremo il punto, decideremo cosa fare. E io spero di esserci ancora". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 13 aprile 2015 alle 08:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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