Bastano 10 minuti all'Inter per scintillare l'appuntamento col vantaggio. Azione calibrata alla perfezione: palla avanti, palla indietro, palla orizzontale. Sfruttando la dormita clamorosa della difesa rossonera: ecco il timbro di Dimarco a far esplodere di gioia i cuori nerazzurri. Fluidità di manovra nella fase di costruzione, trame di gioco rilevanti, la banda di Pioli nel primo tempo capisce molto poco ogni dinamica. Lentezza a dir poco esasperante nell'approccio laterale: se Leao gioca con la sufficienza di Balotelli, sbagliando stop semplici e intestardendosi con velleitari tiri da fuori, l'Inter riconquista palla e si protrae con esplosività nella metà campo avversaria per pungere, andando in più contingenze vicina al gol per incrementare il punteggio.

DOMINIO LAMPANTE. Nel secondo tempo c'è una fase di gestione della formazione di Inzaghi, che sfrutta un errore evidente di Tomori in copertura su Lautaro: è il timbro del tris. Pioli pensa che potrebbe essere un colpo ad effetto a mutare gli scenari già prestabiliti, ma deve soccombere ad una superiorità fisica concettualmente pazzesca. L'uomo sa di essere il padrone dei propri giorni.

UN, DUE, TRE. Compostezza tecnica e brillantezza agonistica. La Supercoppa italiana è nerazzurra, al termine di una sfida mai davvero in discussione. Nel regno rossonero traspaiono confusione, lentezza e disorganizzazione posizionale: un ritratto impietoso .L'esperienza conoscitiva coincide con le situazioni. L'applicazione di un pungolo, realtà esterna di una funzione categorica. C'è effettivamente la consapevolezza, in casa interista, che questa possa essere una spinta decisiva per la risalita in campionato e per prepararsi al meglio agli ottavi di Champions contro il Porto. Un, due, tre: l'Inter assorbe il Milan di Pioli con la traccia saudita.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 19 gennaio 2023 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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