Caldo, sole, mare. La cornice interpretativa della Liguria, nell'istante in cui i calcianti riprendono a calcare il pregiato prato verde. Con l'ordine sparigliato i fattori permangono nelle loro posizioni originarie. L'ispettore Simone Inzaghi manda giù l'ultimo boccone della merenda, termina l'ultima goccia di caffé e s'infila nella giusta misura preparatoria. I nastri di partenza sono disposti in modo adeguato (non è un dettaglio da poco), il tratto di strada che separa i nerazzurri dall'ufficio di giornata non è nemmeno poi così lungo. 'Ferraris', zona Marassi, è questo l'indirizzo segnato sul navigatore del nuovo inizio. In giornate così sarebbe anche tranquillo percorrerla a piedi, quella strada, verso l'alba della sfida. C'è la sensazione di un respiro libero, incentrato su tempi nuovi e antichi allo stesso tempo. E le contingenze rendono necessario un elevato tasso di concentrazione.

CALDO, DIVERTIMENTO E OCCASIONI. Il caldo si fa sentire eccome, ma Genoa e Inter giocano un bel primo tempo, con la truppa di Inzaghi che cerca di adoperare le consuete chiavi interpretative per sparigliare le carti liguri; a passare avanti è il coraggio del Grifone che viene comunque agevolato da una doppia sbavatura interista. Sommer si fa sorprendere dalla traiettoria della sfera, Acerbi e Bisseck 'dormono' in marcatura e ne approfitta Vogliacco, a marchiare il primo gol della nuova stagione. All'Inter basta trovare un pertugio per infilare di materia grigia il fraseggio ritmato e verticale. Ci mettono dieci minuti i nerazzurri a rimediare con l'estemporaneità di Marcus Thuram, che capitalizza alla grande il perfetto cross (con tempismo pregiato) di Barella. Lo schieramento delle rispettive posizioni difensive crea occasioni su entrambi i fronti.

VALUTAZIONI ERRATE E GUIZZI DETERMINANTI. Gli episodi si rivelano come sempre punto prominente del cammino di entrambi gli assetti. Il tempo scorre, inesorabile, qualche piccola occasione arriva per i nerazzurri. Kairos è il tempo opportuno, puntualmente indicato nelle scuole filosofiche dell'Antica Grecia. È l’occasione che dobbiamo essere capaci di cogliere, esercitando con assidua attenzione la nostra sensibilità. È vivere nel presente con consapevolezza, farci spazio nella cornice che andiamo cercando negli orizzonti dell'universo. Ma è pure linearità spezzata, separazione tra tempo occupato e imminenza. Ed è una caratteristica che l'Inter riesce a mettere in campo con grande personalità. Un principio attivo e mnemonico. Esecuzioni a memoria, anche se l'intensità del Genoa riempie i contenuti a un livello molto elevato. Thuram esegue il guizzo decisivo (all'inizio interrotto), dopo una prestazione monumentale. Ma soprattutto dietro le sbavature sono troppo evidenti, come la disattenzione di Bisseck che permette a Messias, nonostante l'iniziale respinta di Sommer, di pareggiare i conti. Nel finale caldo, scintille ed energia su entrambi i fronti. Intraprendenza e duelli, pari e patta dopo una battaglia colma di intensità.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 18 agosto 2024 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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