Simone Inzaghi ha sempre avuto un legame speciale con le punte, un talento nato fin dagli inizi della sua carriera da allenatore. Il primo capocannoniere sotto la sua guida fu Cristiano Lombardi, un sedicenne della Lazio Allievi che nel 2011, a Ciampino, regalò al tecnico il suo primo titolo, segnando 30 gol in stagione. Da allora, il percorso di Inzaghi è stato costellato di attaccanti trasformati in protagonisti.

Con la Lazio, Ciro Immobile è stato il simbolo di questa crescita. Dopo un periodo complicato tra Siviglia e Borussia Dortmund, Inzaghi lo rilanciò, facendogli rivedere i gol dell’annata record col Torino e spronandolo a superarli. Immobile rispose vincendo la Scarpa d’Oro nel 2020, superando leggende come Lewandowski, Messi e Ronaldo.

Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, all’Inter Lautaro Martinez ha beneficiato dello stesso approccio. Arrivato con 17 reti stagionali come massimo storico, il Toro ha toccato i picchi di 25, 27 e 28 gol sotto la guida di Inzaghi. Il segreto del tecnico? Empatia e gestione umana, fondamentali per motivare e responsabilizzare i suoi attaccanti. Anche momenti di tensione, come la lite con Immobile nel 2019, sono stati trasformati in opportunità di crescita.

Ora, con Marcus Thuram, Inzaghi sta lavorando per farne un centravanti completo. Tikus ha già segnato 10 gol, il primo su piazzato grazie a un tocco da bomber di razza. Inzaghi continua a costruire il suo rapporto speciale con i numeri 9, confermandosi un maestro nel valorizzare i suoi attaccanti. Negli ultim trent'anni solo l'Udinese ha piazzato due capocannonieri diversi per due anni di fila, Amoroso e Bierhoff tra il 1998 e il 1999, mentre il Torino ci è riusciuto in due epoche diverse: prima con Gabetto e Valentino Mazzola, poi con Pulici e Graziani. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 07 dicembre 2024 alle 23:15
Autore: Milano Redazione FcInterNews.it
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