Il destino consegna sempre una conclusione inaspettata. Soprattutto il primo di aprile si rischia di restare incatenati agli scherzi istantanei che il binario del rientro in campo può condurre. L'accelerazione degli sprint tra Inter e Fiorentina è la chiave di volta per l'iniziale indirizzo della manovra su entrambi i lati. I giri del motore s'innalzano subito in via istantanea: quando Onana si fa trovare pronto sulla conclusione di Castrovilli. La conduzione della coordinazione balistica perfetta non s'intravede, specialmente in quell'avvio decisamente fluido nella corsa dei settori esterni. Che possono essere un fattore quando l'impostazione centrale s'ingolfa. Italiano ha (spesso) incartato Pioli con una pressione asfissiante, ci prova perfino con Inzaghi aggredendo uomo su uomo ed esponendosi alle inevitabili ripartenze (non sfruttate).

GLI INTRECCI DELLE CORSIE. Parola d'ordine: spazio. Eh sì, perché Dumfries ha avuto in due circostanze il servizio comodo per Lukaku, ma non è andato a compimento a causa della maledetta imprecisione. Anche se la palla gol più evidente (oseremmo dire clamorosa) è quella divorata da Ikoné davanti a Onana: ciccando una traiettoria che chiedeva solamente di essere depositata nel sacco per stappare la contesa. La comprensione del canovaccio è una strada tutta da percorrere. Henrikh Mkhitaryan s'invola con agilità dimostrando una certa brillantezza nell'allungo in una giocata d'alto rango dal punto di vista tecnico; Nicolò Barella, invece, nella prima frazione non brilla, anzi, è particolarmente oscuro nella sua prova.

LA RIPRESA DI EMOZIONI. Il vantaggio della viola è arrivato con una firma del destino, un ex rossonero: Bonaventura, lesto a ribadire in rete un errore di Onana nello smanacciare il colpo di testa di Cabral. I nerazzurri vogliono scuotersi e ci provano con Barella che reagisce colpendo il palo. Allora Inzaghi prova a smuovere le acque, facendo entrare Lautaro Martinez. Ma la confusione, in campo, è tantissima. Dumfries non ne azzecca molte, soprattutto quando sbaglia a distanza ravvicinata, permettendo a Terracciano di intervenire. Per gli attaccanti nerazzurri è davvero difficile sganciarsi in profondità, perché la difesa di Italiano abbassa il baricentro e il raggio di costruzione in fase attiva. Bellanova arriva come un treno, sul secondo palo, ma Terracciano è mastodontico nell'intervento riparatore. Nel finale timidi assalti, alla fine festeggia la Fiorentina. Inter troppo disordinata nell'approccio offensivo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 02 aprile 2023 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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