"Mi spiace di non essere riuscito a indossare la maglia granata: c’è stata solo l’Inter nella mia vicenda calcistica, una volta certi legami erano sacri. E così mi accontento di aver speso nel Torino l’ultima parte, tre stagioni, della mia carriera da dirigente". Lo racconta Sandro Mazzola alla Gazzetta dello Sport, lui bandiera nerazzurra e figlio del capitano del Grande Torino. 

A questo confronto di San Siro le due squadre arrivano da una sconfitta col minimo scarto e con polemiche arbitrali. Ergo devono cercare di riscattarsi.
"L’Inter è stata oggettivamente danneggiata dalle decisioni dell’arbitro. Una brutta Inter, però, che farà di tutto per diventare bella. Il Toro si è lamentato per il mancato utilizzo della Var sul presunto rigore e io concordo con la sostanza della protesta. Al di là dei paletti attuali, l’arbitro dovrebbe essere libero di consultare il replay tutte le volte in cui l’azione giudicata in diretta gli lascia qualche dubbio. Anche se minimo: meglio decidere in due secondi o in due minuti? Spero si allarghi in fretta la casistica del protocollo, in fondo l’obbiettivo di tutti è evitare il maggior numero possibile di errori".

Icardi o Belotti nella sua squadra ideale?
"Scelgo Belotti, lo trovo più completo. Tutte le volte che prende palla ti trasmette la sensazione che sta per fare la giocata imprevedibile. E si spende molto per la squadra, fa i movimenti che aprono spazi a chi arriva da dietro, in area sa farsi trovare. Un attaccante completo, destinato a essere titolare in Nazionale".

Icardi può formare un buon tandem con Lautaro Martinez?
"E’ una cosa importantissima da verificare in questi mesi. Lautaro è tutto da scoprire e Spalletti ha un suo disegno tattico, collaudato, che non contempla due uomini d’area affiancati. Credo che nessuno oggi abbia elementi tali da stabilire con certezza che i due sono o non sono compatibili. I gol estivi servono soprattutto per gli abbonamenti".

Mazzarri torna nello stadio del suo unico esonero. Dove uno speaker, per evitargli contestazioni, omise di annunciare il suo nome in coda alla formazione.
"A me è sempre piaciuto e da dirigente lo avrei preso, quindi mi fa piacere che abbia in mano questo Torino rilanciato dal ricco mercato di Cairo: la rosa può sicuramente puntare all’Europa. Quanto a quell’esonero, forse si inimicò il pubblico negando a capitan Zanetti, amatissimo, l’ultimo derby: a volte i tecnici non danno peso alle sfumature psicologiche e si irrigidiscono su questioni superabili con un minimo di buon senso. Però era l’ultima Inter di Moratti, il grande ciclo era ormai agli sgoccioli. Un’impresa probabilmente troppo grande per Mazzarri".

Spalletti le dà fiducia o teme che, come dicono a Roma, si crei da solo le difficoltà: con quel Conte disoccupato, poi…
"Ma no, ogni piazza, ogni avventura fa storia a sé. Qui piace ai tifosi e lo vedo molto impegnato nell’operazione rilancio. Antonio Conte ha una storia juventina troppo recente, non penso sia da considerare un pericolo o un disturbo. Lavori tranquillo, Luciano, che è bravo e ha in mano l’anti Juve, una squadra forte in ogni reparto, con valide alternative. Gli scudetti non si vincono d’estate, ma a primavera e non li vince mai un uomo solo. Quindi animo e coraggio: abbiamo in squadra molti slavi, tutta l’Inter saprà battersi intorno a loro".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 25 agosto 2018 alle 11:53 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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