Inizia oggi il countdown che si esaurirà inesorabilmente tra sette giorni, quando Inter e Chelsea collideranno per gli ottavi di finale di Champions League. Sarà il primo scontro storico tra queste due grandi squadre e sarà l’unico scontro di Champions League che oppone le prime in classifica della Serie A italiana e della Premier League inglese. Due squadre che per certi versi si somigliano parecchio; fisiche, ma non troppo spettacolari, pragmatiche e dure a morire, i team allenati rispettivamente da Josè Mourinho e Carlo Ancelotti, dominano i loro rispettivi campionati (anche se i punti di distacco dalla seconda sono diversi) grazie alla grande fisicità che le contraddistingue, unita ad una forza e una consapevolezza di essere le migliori da anni. C’è molto di Mourinho in entrambe, artefice di grandi successi sia a Londra che a Milano; Roman Abramovič, pronto a investire per assecondare la sua golosità quasi puerile, mise nelle mani del tecnico portoghese una Ferrari e lo Special One la condusse alla linea del traguardo; scudetto, Coppa di Lega e Community Shield nel 2005; la replica nel 2006 con uno scudetto, e nel 2007 un’altra Coppa di Lega e una Coppa d’Inghilterra. Il tecnico portoghese fa parte della storia di questo club, come lui stesso tiene a sottolineare; il Chelsea di oggi, quello allenato da Carletto Ancelotti, è un Chelsea di stampo muorinhano; solo due sono i giocatori che non facevano parte dei Blues nell’era della dittatura del portoghese, ovvero Ivanovic e Anelka.

Josè da Setubal ha forgiato in questo anno e mezzo italiano un’Inter a sua immagine e somiglianza; una squadra dura a morire, solida e di gran carattere con sprazzi di grande gioco offensivo. La forza mentale prima di quella fisica, il carattere prima della spettacolarità; queste le peculiarità nerazzurre, inculcate dal portoghese che sente questa gara in maniera particolare, speciale, così a lui piace definirla. Lo scudetto dello scorso anno ha dato all’Inter la consapevolezza della sua forza in Italia, mentre ha bruciato tanto l’eliminazione dalla Champions ad opera del Manchester United. Mou è voglioso di lavare quell’onta subita su un campo che negli anni inglesi lo ha visto quasi sempre trionfare. A meno sette dalla gara, l’Inter che si appresta alla sfida è un’Inter in salute, con un buon distacco in campionato dalle inseguitrici Roma e Milan, e con un’infermeria quasi vuota, aspetto da non sottovalutare in una competizione che vive di episodi come la Champions. Dejan Stankovic, combattente nato, è pronto alla battaglia più importante delle ultime stagioni dell’Inter; manca da ormai più di un mese dai campi di gioco e la sua voglia di correre e sudare per la squadra è cresciuta a dismisura; importante quindi il suo recupero, così come sarà importante anche quello di Mario Balotelli, che vuole essere parte di questa grande sfida, problema al piede permettendo.

Ma sarà anche importante recuperare al meglio Samuel Eto’o; il bomber africano è un uomo che vive per queste gare; la sua straordinaria carriera lo dimostra (due gol in due finali) e la voglia di essere protagonista contro il Chelsea è tanta, quella voglia espressa già settimana scorsa dicendo, “voglio esserci e segnare un gol”. Quando Samuel promise un gol in una gara importante non si sbagliò, rifilandone uno alla Juventus e uno al Rubin Kazan. I tifosi nerazzurri sperano tanto che il camerunese si ripeta anche questa volta. A meno sette dalla partita dell'anno, le sensazioni da Appiano sono buone, ottime per meglio dire, grazie alla consapevolezza che l’impresa, quest’anno, si può davvero fare.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 17 febbraio 2010 alle 09:13
Autore: Alberto Casavecchia
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