Dell’anno che sta per finire si è detto praticamente tutto, di come la nostra vita e lo sport si sono dovuti adeguare a un nuovo ritmo e a delle nuove regole. L’Inter è stata grande protagonista di questo 2020 per come ha provato ad aggredire la Serie A e l’Europa League. Le cavalcate della squadra di Conte hanno vissuto tre vite: una prima della pandemia, un’altra estiva e - infine - l’inizio della nuova stagione che vede i nerazzurri appaiati al Milan, con una sola lunghezza di distanza.

In questi 365 giorni l’Inter ha vissuto un’altalena di emozioni, con dei picchi emozionali che resteranno impressi nella memoria dei tifosi. Abbiamo selezionato le fotografie più importanti del 2020, tra momenti belli e momenti brutti: quel che rimane è una squadra che è tornata a combattere stabilmente per le prime due posizioni in Serie A, con qualche passaggio a vuoto e il bisogno di ritrovare la forma migliore di alcuni suoi uomini cardine - uno su tutti: Vidal. 

In attesa di scoprire cosa riserverà il 2021 alla squadra di Conte, ecco un viaggio nei ricordi di quest’anno.
 

Il trionfo al San Paolo - Napoli-Inter 1-3, 6 gennaio 2020 

Pronti, via e l’Inter di Conte rompe un tabù che durava da oltre vent’anni: Lukaku e Lautaro Martinez annichiliscono un Napoli rimaneggiato con una prestazione totale. Big Rom ripropone quello che diventerà una delle sue firme, la cavalcata trionfale: grazie a un errore di Di Lorenzo, l’attaccante belga si invola a rete per una doppietta che stende la squadra di Gattuso. La LuLa si mostra in tutta la sua potenza, anche se dopo la vittoria del San Paolo arriveranno tre sanguinosissimi pareggi contro Atalanta, Lecce e Cagliari che comprometteranno le speranze di Scudetto. 


Eriksen alla Scala - 27 gennaio 2020

Inutile nasconderlo: l’arrivo di Eriksen avrebbe dovuto portare altri effetti. Il magnetismo della sua trattativa, l’impazienza dei tifosi dell’Inter di vederlo a Milano, l’attesa coronata con il suo profilo di spalle all’interno di uno dei simboli della città. Eriksen all’Inter poteva significare tantissime cose, ma niente è andato per il verso giusto: dalla pandemia ai problemi tattici, a una squadra che nella seconda parte della scorsa stagione è crollata fisicamente, fino a riprendersi per la cavalcata europea.

Eriksen a Milano avrebbe dovuto significare tante cose, ora che è con la valigia pronta non rimane che un po’ di amarezza per quel che poteva essere e non è stato. Ed è un po’ colpa di tutti.  


La rimonta del Re - Inter-Milan 4-2, 9 febbraio 2020 

L’Inter in campionato annaspa. I tre pareggi consecutivi hanno tagliato le gambe alla squadra di Conte e ora la banda nerazzurra insegue a distanza il duello tra Lazio e Napoli, ma è chiamata a una prova di forza dopo il ritorno di Ibrahimovic a Milano, pronto a scardinare le gerarchie. L’inizio è horror e a fine primo tempo San Siro rimane ammutolito, per poi scatenarsi nella ripresa: ai gol di Ibra e Rebic risponde un assolo interista, con le reti di Brozovic, Vecino (su grandioso assist di Sanchez) e infine l’uomo derby Stefan De Vrij, che con una girata fantascientifica sigla la rimonta.

Non può che provocare nostalgia la quarta rete di Big Rom, con lo sventolio della maglietta e il bacio che manda in tripudio un San Siro eccitato e pronto alla festa. Una delle immagini più belle ed emozionali di questo 2020, con la speranza di poter tornare ad avere presto gli stadi pieni - perché vorrà dire che la pandemia ce la saremo lasciata alle spalle. 


Lo stop - Lazio-Inter 2-1, 16 febbraio 2020 

La gara dell’Olimpico assume molti significati per l’Inter. Perché era una partita da Scudetto, di quelle che se vinci indirizzi il corso degli eventi a tuo favore. Ma soprattutto perché si iniziava a capire che la situazione legata al CoVid-19 era molto più complessa di quanto si pensava.

Quella che di fatto è l’ultima gara giocata in campionato prima dello stop è un passaggio di testimone dall’Inter alla Lazio come anti-Juventus: Young porta in vantaggio i nerazzurri, che nella ripresa lasciano campo ai padroni di casa, che si prendono i 3 punti e danno una prova di forza impressionante, lasciando l’Inter stordita.

Di fatto il campionato dell’Inter pre-CoVid-19 s’interrompe qui, perché la gara contro la Juventus è falsata in partenza. Al di là della sconfitta, arrivata senz’appello e con un altro schiaffo alle ambizioni da grande dell’Inter, le vicissitudini che hanno condotto a quella partita sono una delle pagine più tristi dello sport in Italia. 


Il crollo nervoso - Inter-Bologna, 5 luglio 2020 

Dopo una serie di risultati altalenanti, l’Inter è ancora aggrappata a una minima speranza di poter avvicinare la Juventus, con la Lazio ormai fuori dai giochi dopo la ripartenza. Il pareggio con il Sassuolo è stato un boccone amarissimo, arrivato grazie a una serie di incredibili sfortune e a un gol preso nel recupero. Vincere con il Bologna vorrebbe dire continuare a tenere aperto un minimo spiraglio sull’obiettivo grosso, senza rinunciare alla corsa: l’Inter fa il suo e va in vantaggio, amministrando la gara con tranquillità. Poi Lukaku concede a Lautaro un rigore per sbloccare la sua secca da gol, Lauti lo sbaglia e inizia un’altra partita: l’uno-due del Bologna rimane uno dei momenti di black-out più assurdi della stagione scorsa e condanna l’Inter a guardarsi solo indietro, con la Juve che è definitivamente fuggita.

Da quel momento, dopo altri 3 punti persi al 90° contro il Verona, l’Inter sgombra di testa incomincerà a ingranare le marce alte in vista della stagione europea: le vittorie contro Napoli e Atalanta di fine campionato sono un attestato della bontà del progetto tecnico che deve essere perfezionato.


Il penultimo capitolo - Inter-Shaktar 5-0, 17 agosto 2020

Al di là della sconfitta in finale, tutti i tifosi dell’Inter potranno dire di aver visto la propria squadra annientare un avversario per 5-0 in una semifinale europea. Quella che l’Inter infligge allo Shakhtar è la peggior sconfitta nel penultimo atto di una competizione UEFA, arrivata al termine di una partita (e di una cavalcata) magistrale: l’Inter di Conte formato Europa League è un concentrato di adrenalina, concretezza ed esplosività. Dalla gara con il Getafe allo Shakhtar, la squadra trova nuove certezze e semplicemente annichilisce le avversarie: sugli scudi un Barella totale e una coppia di attaccanti che si issa al top d’Europa. Lukaku e Lautaro sono semplicemente inarrestabili. Menzione d’onore anche per Diego Godin, che dopo una stagione tribolata dà il meglio di sé quando il pallone scotta di più - prima di salutare la famiglia nerazzurra dopo una sola stagione.

Una squadra non può essere giudicata solo per una partita, quindi la gara contro il Siviglia non rientra in questo momento. Certo, vincere l’Europa League sarebbe stato un turning Point fondamentale per la storia recente del club: cosa sarebbe potuto cambiare, in caso di trionfo? Conte sarebbe andato via? L’Inter avrebbe fatto un altro mercato? Quel che è certo è che quando l’Inter è tornata a far vedere la determinazione e le idee che l’hanno portata fino in finale di EL, ha ricominciato a vincere in campionato. E non è un caso. 


Bonus track: Una nuova freccia - L’annuncio di Hakimi, 2 luglio 2020

L’arrivo di Achraf Hakimi è stato annunciato all’inizio di luglio, ma per motivi cronachistici lo inseriamo al termine della stagione. Il fatto che uno dei prospetti più interessanti della panorama europeo abbia scelto l’Inter ha moltissimi significati, anche perché l’Inter conclude l’operazione sborsando una cifra enorme, visto anche il periodo di restrizioni d’incassi dovuto al CoVid-19: è il terzo colpo da oltre 40 milioni che l’Inter registra nel giro di un anno, dopo Lukaku e Barella - e pochi mesi dopo i 20 milioni per Christian Eriksen. Questo è possibile grazie alla cessione di Mauro Icardi al PSG, per chiudere un altro capitolo che aveva tenuto ostaggio il club per troppo tempo. 

Ma soprattutto, l’arrivo di Hakimi a Milano segna un’inversione di tendenza per l’Inter che non diventa più meta solo di giocatore esperti o di esiliati dalle big europee in cerca di rilancio, ma si trasforma nella culla che può coltivare i campioni del domani: Hakimi è stata una piccola rivoluzione nel calcio italiano, come lo è stata la scoperta di Theo Hernandez da parte del Milan. Milano si è riscoperta grande anche grazie all’affermarsi di questi due giocatori. 

Se possiamo considerare l’infinita stagione 2019/20 come storia, il 2020/21 rimane ancora cronaca. Dalla gara contro la Fiorentina a quella con il Verona, passando per il girone di Champions League: le ferite sono ancora aperte, bruciano forte. Identificare gli snodi fondamentali della stagione, senza sapere come andrà a finire o quali saranno le dinamiche effettive del mercato di gennaio è difficile. Però ci sono alcuni momenti che inequivocabilmente hanno rappresentato un momento di passaggio per questa squadra, in attesa di capire come si evolverà (e come finirà, soprattutto) la stagione dell’Inter. 


Un nuovo inizio - Inter-Fiorentina, 26 settembre 2020 

L’Inter incomincia la nuova stagione poco meno di un mese dopo il triplice fischio di Makkelie contro il Siviglia. La squadra è stanca ed è in cerca di una nuova versione di sé stessa: Conte prova il trequartista, l’Inter si impone di giocare in altro modo. Le difficoltà più evidenti sono in difesa, dove la squadra prende gol in una manciata di minuti e poi è in balia di un Ribery formato campione. L’Inter la vince alla fine, mostrando alla Serie A tutte le armi a propria disposizione: la vittoria arriva tra l’87esimo e il 90’, quando Lukaku e D’Ambrosio ribaltano il risultato e fanno urlare ai tifosi: “Il ritorno della Pazza Inter”. Questo non è stato il preludio di una cavalcata trionfale, ma di una serie di risultati altalenanti e di prestazioni soddisfacenti che non si sono concretizzate nel primo posto - o nel passaggio del turno in Champions League. C’è da lavorare.


KO tecnico - Inter-Real Madrid 0-2, 25 novembre 2020 

L’Inter a novembre ha già attraversato diverse fasi della sua stagione. Al momento, è aggrappata a un filo per la Champions League e in campionato è distante dai primi posti, per una serie di prestazioni poco convincenti e alcuni inghippi tattici che Conte non ha ancora del tutto sciolto.

La gara con il Real Madrid rappresenta l’occasione migliore per scrollarsi di dosso il torpore iniziale e rilanciarsi nel panorama competitivo europeo: la squadra abbandona Conte e nei 90’ di San Siro tocca il punto più basso della stagione. Gli uomini di Zidane, in piena emergenza infortuni, passano in vantaggio dopo 7’ per un’ingenuità nell’area di rigore interista e poi cristallizzano la partita, facendo di fatto 80’ di torello a San Siro - con l’Inter ridotta in 10 anche per l’espulsione di Vidal. Conte assiste attonito allo spettacolo, per poi ritrovarsi con un piede e mezzo fuori dalla Champions League. E’ forse il punto più basso della stagione, quello in cui si comincia addirittura a sussurrare di un possibile allontanamento di Conte. Poi la rotta si inverte.


Settimo sigillo - Verona-Inter 1-2, 23 dicembre 2020 

Con la doppia sconfitta con il Madrid, il cammino europeo dell’Inter è segnato. A nulla serve la vittoria contro il Monchegladbach, con i nerazzurri corsari in Germania e autori di una partita intensa, di nervi, coraggiosa. Il muro dello Shaktar fa rimbalzare gli attacchi della banda di Conte che si ritrova a piangere lacrime amare in una fredda serata di dicembre.

In campionato la storia è un’altra: dopo il Madrid, Conte riavvolge il nastro e ripropone l’Inter nella sua forma più pura, il 3-5-2. La squadra ritrova gli automatismi e - grazie anche al ritorno in pianta stabile della difesa titolare - la situazione dei gol subiti si normalizza: con il Sassuolo è l’inizio di una cavalcata lunga 7 partite, che riavvicina l’Inter alla vetta e riscopre la solidità di un gruppo che ora ha lo Scudetto come unico obiettivo. Lukaku e Barella sono i trascinatori della squadra, con Skriniar che ha ritrovato il suo posto sulla destra e Hakimi che sta sprigionando tutta la sua potenza sulla fascia. 

Il duello con il Milan è avvincente, anche perché al momento la differenza tra i due club lo fa lo scontro diretto - giocato dall’Inter in piena emergenza CoVid-19, con due terzi di difesa titolare fuori e una formazione ampiamente rimaneggiata. Non si può dare per sconfitti il Napoli e la Juventus, che sicuramente si reintrodurranno nella corsa al titolo. Come finirà la stagione? E, soprattutto: quali saranno le cartoline del 2021 dell’Inter? Il gioco è appena cominciato. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 01 gennaio 2021 alle 16:40
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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