Dall'inerzia alla cattiveria. Le ultime due partite dell'Inter sono state decise nei minuti di recupero, quando Matias Vecino contro il Tottenham e Marcelo Brozovic a Genova contro la Sampdoria hanno regalato ai nerazzurri 3 punti insperati fino a pochi secondi prima. Due finali di gara vissuti sui nervi, sulla rabbia agonistica di una squadra che non si è rassegnata al minimo sindacale, ma ha voluto fortemente, fino in fondo, la vittoria. Trovandola.

Eppure tendenzialmente questa è la stessa Inter, almeno negli uomini, che a Reggio Emilia, contro il Torino e in casa contro il Parma ha sì cercato di raddrizzare situazioni negative, ma lo ha fatto senza cattiveria, quasi obbligata a interpretare un copione senza particolari velleità. E non a caso contro Sassuolo (un'occasione con Stefan de Vrij), granata (palla gol mancata da Mauro Icardi su assist di Lautaro Martinez) e ducali (approcci all'area avversaria praticamente nulli) il risultato non è cambiato. La via di mezzo a Bologna, dove cullandosi sul gol di Radja Nainggolan l'Inter è stata brava a sfruttare l'eccessivo sbilanciamento dei padrini di casa per colpire altre due volte, anche in questo caso d'inerzia.

Il trend è chiaramente cambiato nella magica notte del ritorno in Champions League, quando la squadra di Spalletti non si è arresa all'ennesimo episodio che sembrava condannarla (il gol di Christian Eriksen grazie allo stinco di Joao Miranda) e, caricata dalla prodezza di Icardi arrivata quasi dal nulla, si è riversata nella trequarti degli Spurs per cavalcare l'onda dell'entusiasmo e la spinta dei 65 mila del Meazza. Il gol di Vecino è stata solo una naturale conseguenza di quanto costruito dal minuto 86 in poi. Un autentico strappo agonistico, di nervi, di ferrea volontà. Lo stesso che si è visto anche a Genova, dove l'Inter si è opposta anche alle illusioni del Var (dopo la rete annullata a Kwadwo Asamoah poche squadre avrebbero avuto la forza di insistere) e ha continuato a spingere per trovare il gol vittoria, di fronte a una Sampdoria che, avvertendo il pericolo, si era chiusa nella propria metà campo. A legittimare il coraggio nerazzurro è stata la giocata vincente di Brozovic.

Chiaramente gli episodi fanno sempre la differenza: senza la rete di Icardi contro il Tottenham probabilmente Vecino non l'avrebbe ripresa. Oppure, se quel pallone crossato da Ivan Perisic non fosse stato sporcato per atterrare sul petto di Brozo, difficilmente il centrocampista avrebbe potuto beffare Emil Audero. Il pallone è rotondo e decide lui dove andare e in che modo, però se l'Inter non si fosse riversata con tanta convinzione nelle aree avversarie probabilmente oggi si racconterebbero ben altre storie. Il dato di fatto è che finalmente la squadra nerazzurra non si scioglie più di fronte all'episodio negativo, ma reagisce e non lo fa solo perché deve. La cattiveria agonistica è la chiave delle ultime due vittorie, così come la sua assenza lo è stata dei primi passi falsi in campionato. Ed è la stessa qualità sfoderata lo scorso maggio all'Olimpico, nell'indimenticabile rimonta contro la Lazio che è valsa il tanto agognato ritorno in Champions League. Ora che è stata finalmente ritrovata, guai a smarrirla.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 24 settembre 2018 alle 14:35
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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